Colsi il tuo fiore, oh cielo! Lo strinsi al cuore e la spina mi punse. Quando il giorno svanì e si fece buio, scopersi che il fiore era appassito ma il dolore era rimasto.
Altri fiori verranno a te, con profumo e con fasto, oh cielo ! Ma per me è passato i l tempo di cogliere fiori; nella notte buia non ho più la mia rosa, solo il dolore è rimasto.
Non celare il segreto del tuo cuore, amico mio. Dillo a me, solo a me, in segreto. Tu che sorridi tanto gentilmente, sussurralo sommessamente, il mio cuore l'udrà, non le mie orecchie.
La notte è fonda, la casa è silenziosa, i nidi degli uccelli son coperti di sonno.
Dimmi tra lacrime esitanti, tra sorrisi titubanti, tra dolore e dolce vergogna, il segreto del tuo cuore.
Dimmi se questo è vero, amore mio, dimmi se questo è tutto vero. Quando questi occhi scagliano i loro lampi le oscure nubi nel tuo petto danno risposte tempestose. È vero che le mie labbra son dolci come il boccio del primo amore? Che le memorie di mesi svaniti di maggio indugiano nelle mie membra? Che la terra, come un'arpa, vibra di canzoni al tocco dei miei piedi? È poi vero che gocce di rugiada cadono dagli occhi della notte al mio apparire e la luce del giorno è felice quando avvolge il mio corpo? È vero, è vero che il tuo amore viaggiò per ere e mondi in cerca di me? Che quando finalmente mi trovasti il tuo secolare desiderio trovò una pace perfetta nel mio gentile parlare nei miei occhi e nelle mie labbra e nei miei capelli fluenti? E dimmi infine se è proprio vero che il mistero dell'infinito è scritto sulla mia piccola fronte. Dimmi, amor mio, se tutto questo è vero.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, questa morte che ci accompagna dal mattino alla sera, insonne, sorda, come un vecchio rimorso o un vizio assurdo. I tuoi occhi saranno una vana parola, un grido taciuto, un silenzio. Così li vedi ogni mattina quando su te sola ti pieghi nello specchio. O cara speranza, quel giorno sapremo anche noi che sei la vita e sei il nulla. Per tutti la morte ha uno sguardo. Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. Sarà come smettere un vizio, come vedere nello specchio riemergere un viso morto, come ascoltare un labbro chiuso. Scenderemo nel gorgo muti.
Ho sempre avuto l'impressione che fossimo vicini, come due frutti usciti dallo stesso ramo. Il giorno si leva mentre ti scrivo, il tuono brontola dolcemente, la giornata sarà piovosa. Ti immagino mentre ti raddrizzi sul tuo letto. Questa angoscia che senti, io la sento allo stesso modo. La notte ci abbandona la luce delimita di nuovo le persone Le persone piccolissime.
Steso sulla moquette osservo con rassegnazione l'alzarsi della luce. Vedo dei capelli sulla moquette, questi capelli non sono tuoi. Un insetto solitario scala i fili di lana. La mia testa ricade, si solleva, ho voglia di chiudere veramente gli occhi. Non dormo da tre giorni, non lavoro da tre mesi, penso a te.
Come son pesanti i giorni, A nessun fuoco posso riscaldarmi, non mi ride ormai nessun sole, tutto è vuoto, tutto è freddo e senza pietà, ed anche le care limpide stelle mi guardano senza conforto, da quando ho appreso nel mio cuore, che anche l'amore può morire.
Io scrissi, un giorno, il suo nome sulla spiaggia, ma vennero le onde a cancellarlo; lo scrissi di nuovo, con l'altra mano; ma venne la marea a depredare le mie fatiche.
"Uomo sciocco - mi disse Lei - che tenti invano d'immortalare una cosa mortale: poiché io stessa perirò allo stesso modo, e persino il mio nome sarà cancellato".
"No - risposi - lascia che siano le cose meschine a morire e farsi polvere; tu invece vivrai nella gloria: i miei versi eterneranno le tue rare virtù e scriveranno nei cieli il tuo nome glorioso. E nei cieli, mentre la morte abbatterà il mondo intero, vivrà il nostro amore, rinnovando un'altra vita".