Se io potessi vivere un'altra volta la mia vita nella prossima cercherei di fare più errori non cercherei di essere tanto perfetto, mi negherei di più, sarei meno serio di quanto sono stato, difatti prenderei pochissime cose sul serio. Sarei meno igienico, correrei più rischi, farei più viaggi, guarderei più tramonti, salirei più montagne, nuoterei più fiumi, andrei in posti dove mai sono andato, mangerei più gelati e meno fave, avrei più problemi reali e meno immaginari. Io sono stato una di quelle persone che ha vissuto sensatamente e precisamente ogni minuto della sua vita; certo che ho avuto momenti di gioia ma se potessi tornare indietro cercherei di avere soltanto buoni momenti. Nel caso non lo sappiate, di quello è fatta la vita, solo di momenti, non ti perdere l'oggi. Io ero uno di quelli che mai andava in nessun posto senza un termometro, una borsa d'acqua calda, un ombrello e un paracadute; se potessi vivere di nuovo comincerei ad andare scalzo all'inizio della primavera e continuerei così fino alla fine dell'autunno. Farei più giri nella carrozzella, guarderei più albe e giocherei di più con i bambini, se avessi un'altra volta la vita davanti. Ma guardate, ho 85 anni e so che sto morendo.
Piccola rosa, rosa piccina, a volte, minuta e nuda, sembra che tu mi stia in una mano, che possa rinchiuderti in essa e portarti alla bocca, ma d'improvviso i miei piedi toccano i tuoi piedi e la mia bocca le tue labbra, sei cresciuta, le tue spalle salgono come due colline, i tuoi seni si muovono sul mio petto, il mio braccio riesce appena a circondare la sottile linea di luna nuova che ha la tua cintura: nell'amore come acqua di mare ti sei scatenata: misuro appena gli occhi più ampi del cielo e mi chino sulla tua bocca per baciare la terra.
Canti e a sole e cielo col tuo canto la tua voce sgrana il cereale del giorno, parlano i pini con la lor lingua verde: gorgheggiano tutti il uccelli dell'inverno.
Il mare empie le sue cantine di passi, di campane, di catene e di gemiti, tintinnano metalli e utensili, suonano le ruote della carovana.
Ma solo la tua voce ascolto e sale la tua voce con volo e precisione di freccia, scende la tua voce con gravità di pioggia,
la tua voce sparge altissime spade, torna la tua voce carica di viole e quindi m'accompagna per il cielo.
Ti amo per l'inverno, perché lievita la vita, ti amo per la primavera perché sgorga la vita, ti amo per l'estate perché esplode la vita, ti amo per l'autunno perché si spenge la vita. Ti amo per la vita perché non sei per una stagione.
Dalla soglia di un sogno mi chiamarono era la buona voce, amata voce. Dimmi: verrai con me a vedere l'anima? una carezza mi raggiunse il cuore. Sempre con te… ed avanzai nel sogno per una lunga, spoglia galleria; sentii sfiorarmi la sua veste pura e il palpito soave della mano amica.
Aspetto te come la chiave che apre la prigione. Credo in te come il sole che sorge domani. Amo te come la primavera che porta la vita. Vivo per te come un fiume che scorre al mare.
È difficile per i veri amanti imparare a giacere senza abbracci né baci senza un bisbiglio, senza un sospiro, muti ciascuno scaldandosi alla gloria dell'altro. Non sottovalutiamo le braccia e le labbra quali garanzie rinnovate di costanza, né la parola, comunicazione necessaria se i cuori oppressi brancolano nel buio.