Scritta da: Manuela Camporaso
in Poesie (Poesie generazionali)
Annaffiami come un fiore,
con le tue dolci lacrime di colore.
Non coprirmi gli occhi, guardami.
Coprimi la bocca, parlami.
Commenta
Annaffiami come un fiore,
con le tue dolci lacrime di colore.
Non coprirmi gli occhi, guardami.
Coprimi la bocca, parlami.
No, non approveresti:
io sono una peccatrice;
e se il peccato mi rende libera,
non negherò di esserlo.
Adesso che sai,
sento su di me i tuoi occhi e
le tue parole giudizievoli che mi feriscono;
ma non sentirti in colpa se non riusciranno a cambiarmi in chi non sono.
Sbatterò le mie ali e volerò via;
e dall'alto ripenserò a te che in gabbia sbattevi
contro le sbarre cercando di uscire.
Io sono una peccatrice che non nega il suo peccato,
quello che l'ha liberata dal pensiero dell'essere sbagliata.
Nella primavera nel pieno del suo splendore
volteggiare nell'aria rosa tra un fiore ad altro come le farfalle,
e sorseggiando luce così azzurra e pura,
di vestirsi come le nuvole si vestono il cielo,
e lavare il viso con la rugiada,
è bello come il sole,
con le fragole fra le labbra,
è il dolce succo della vita
profumato come un sogno.
E gli angelici petali,
che tremano nella notte,
nel dolce lume della luna
d'amor sospirando,
sono gli innamorati
della nuova primavera.
L'amore è una parola,
è un misto di interessi.
Chi ama una bandiera,
un genere di musica,
chi uno stile di vita
e chi solo se stesso.
Non mischiarlo con il bene
perché non è lo stesso
Il bene è solo, è unico
e si da senza interessi,
come il sole da la luce
Noi diam tutto noi stessi.
Ora
voglio solo dormire
non voglio lavorare
voglio solo guardare
e lasciarmi andare
al piacere dei sensi
come un capriccio infantile...
ora
fatemi solo sognare.
Hai calpestato la mia dignità,
hai calpestato il mio amore,
ha distrutto i miei sogni,
mi hai tolto il sorriso...
e hai ucciso quel po' d'amore
che m'era rimasto...
dimmi vita... vuoi anche il mio ultimo respiro?
Dimmi, rispondimi!
Io la mia vita non te la do...
hai preso tutto di me, ma la vita no...
quella me la tengo ancora un po'
e tu vita lasciami in pace
nella mia misera vita...
ma pur sempre vita mia.
Poi ad un tratto ti prende il magone,
vorresti chiudere gli occhi e vedere tuo padre,
l'unico uomo che ha pianto per te,
vorresti vedere tua madre,
per dire "scusami se non ti ho capita",
e poi la tua sorellina...
quella che ha lasciato il vuoto,
quella che con i suoi profondi occhi blu
ti teneva la mano e diceva "non andar via..."
promettimi che non mi lascerai mai sola...
ed invece a lasciarmi sola è stata lei,
ed il magone ti prende...
piangi disperata, inutile ti dici...
non torneranno più,
beati loro che non sanno e non sentono
il dolore del vuoto che hanno lasciato.
Dovrei scrivere
rime ridenti
che saltellano
fuori le righe
solo per farti ridere
ma sono fatto
di nero inchiostro
mescolato
a ciò che più oscuro
porto nascosto
lascia che scriva
dei miei umori
di uggia intrisi
a te
giuro
riserberò
solo sorrisi.
Spiegamelo tu: come si fa a dirsi addio
quando si era così prossimi da sfiorarsi l'animo?
Come si fa?
Come si fa a sciogliere questo nodo
di fune grande come un braccio?
Come si fa?
Quando nel sonno le tue mani mi toccavano la schiena
in un sogno che non dovevo permettermi
e che per questo era il più bello?
Dimmi come!
Come si fa a gettare a mare
un pensiero che riflette sempre il tuo sole enorme
nei miei occhi troppo scuri?
Io non lo so. Non lo so.
Come faccio se quando penso,
è la tua immagine
che mi solleva o mi abbassa?
Come si fa?
Come si fa se mentre inseguo un sogno
ti incontro lungo una strada comune... così
caparbia, sensibile, giocosa.
Una mano sotto il mento e l'occhio glauco
rivolto oltre i soliti spazi?
Come si fa a chiamare tutto illusione
se quello che vivo è così reale.
Perché se anche non sarò presente
quando ti guarderai nuda davanti allo specchio
alla ricerca di un passaggio di vita
e sentirai un soffio di vento oltre le spalle,
sarà il fiato della mia anima
che in te riposa.
Ora non temermi. No!
Non temere che possa gravare sulla tua bellezza:
perché la tua vita è la vita Tua,
sacra la sua indipendenza,
infinita la sua libertà.
Eppure ricorda,
quando cammini veloce
presa dai tuoi pensieri
quando ti fermi esausta
quando ti sollevi
quando ti riadagi
quando danzi
quando ridi e quando piangi.
Quando ami...
... io silenzioso
sono in te.
Un groviglio di pensieri
ingombra il mio animo
quasi a intasare la mia mente
spesso inutili ansie
fatue preoccupazioni.
Poi ti penso
e quel bramarti
sfalda come birilli centrati
tutte quelle sensazioni vuote
e il pensarti resta il gioco più bello
dove oso consumare la notte
per sperarti in un sogno.