Poesie generazionali


in Poesie (Poesie generazionali)

Un grande dono è la vita

Un grande dono è la vita,
con la possibilità di amare,
ed essere amati.
Amare le persone,
le piante, i fiori,
l'acqua, il vento, la neve,
la pioggia, le fonti,
e gli animali.
Amare noi stessi,
dispensando amore con un sorriso,
lo sguardo e una parola gentile,
un attimo di compagnia,
uno scambio di cose utili...
E poi sentire la gioia di essere vivi,
di poter ridere, correre, respirare.
Camminare, guardare, sentire,
parlare e ascoltare.
E in ogni momento sentire,
che tutto è infinitamente bello.
In ogni cosa,
trovare il lato per cui
valga la pena di vivere.
Anche solo,
per aver vissuto,
la vita.
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    Scritta da: Mariacarmela Scotti
    in Poesie (Poesie generazionali)

    Incanto

    La mia vita è ferma a quell'incontro
    fatto d'emozioni mai nate,
    io perso nei tuoi occhi,
    e tu con le tue mani
    accarezzavi il mio viso
    posando dolcemente le tue labbra sulle mie.
    Da quel momento non ho più provato un'emozione simile, e ancora oggi vivo quest'unico pensiero
    così profondamente da sentire l'odore della tua pelle...
    sempre sulla mia.
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      Scritta da: sossio
      in Poesie (Poesie generazionali)

      Ti vorrei portare

      Ti vorrei portare
      a passeggiare sulle onde del mare
      noi due soli,
      sotto un tramonto infuocato.
      Ti vorrei portare
      in un bosco secolare
      a sentire in silenzio
      il respiro della natura.
      Ti vorrei portare
      in un mondo fatato
      in un'isola lontana.
      Ti vorrei portare
      in una notte di quelle belle
      guardando il tuo volto
      splendere di luna.
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        Scritta da: Azazel
        in Poesie (Poesie generazionali)
        Gli occhi
        si schiudono all'improvviso,
        un freddo vento di cristallo
        mi lacera la pelle.
        Odore di morte e di anime fredde
        aleggia nell'aria.

        Mi trascino
        per questa terra dove
        la morte regna sovrana,
        alla ricerca di un aiuto, di un volto amico.

        Il respiro si ferma come intrappolato
        in una cella di angoscia e paura,
        quando all'orizzonte vedo stagliarsi un'ombra.

        Le forze mi abbandonano,
        gli occhi si stanno per chiudere
        quando ti vedo,
        avvolta in quelle candide vesti ormai lacere.

        Il tuo viso, solcato da lacrime color cremisi,
        di candida bellezza risplende,
        ma nessuna anima dimora più in quel freddo corpo.

        Occhi silenziosi, che non hanno mai visto la luce,
        mi fissano.
        Mi arrendo al mio destino.
        L'agonia come un fiume in
        piena travolge il mio cuore,
        sprofondo nell'eterno e oscuro baratro
        della mia anima.
        Composta mercoledì 4 febbraio 2015
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          Scritta da: Nicola Antonicelli
          in Poesie (Poesie generazionali)

          Comunque diverso... di verso

          Comunque, pensandoci bene, alla fine, concludo
          pezzi di me, nati e perduti, come foglie spuntate, dai mille colori,
          distinte forme, mai una uguale,
          che abbia dato un qualcosa, un piccolo gesto che sia un segnale.
          Che razza d'albero è questo esemplare!
          Pensandoci... senza girarci intorno tanto
          esplode una lava da metter paura, tinge il cielo, l'orizzonte scompare,
          trema la pelle, trema l'anima, sconvolge la terra,
          poi senza termine evade verso il mare.
          Una favola in eterno
          un tuffo d'angelo tra alte fiamme d'inferno.
          Chi mi chiede perché? Io rispondo "scrivo"
          forse altro non sono, copia di me stesso,
          non sia, un fiocco di candida neve,
          non sia, una goccia di trasparente brina,
          non sia, un dardo dell'astro reale.
          Seguimi, poesia.
          E sia di notte, e sia di giorno, sia di me, quel ch'essa trama.
          Ogni mio scritto è solo uno sporco,
          per generar fumo a chi cerca il mio fuoco
          ripetuto, confuso
          in questa nebbia d'idee, di pensieri astratti,
          nascono dal fondo per... versi versati
          comunque, pensandoci bene, alla fine, concludo
          seguimi poesia
          cerca cinque foglie dei boschi al tramonto,
          sotto i piedi cantano, verità e segreti
          poi scrivo,
          un breve ramo, pezzo d'albero nudo.
          Composta mercoledì 4 febbraio 2015
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            Scritta da: Giancarlo Cerbo
            in Poesie (Poesie generazionali)

            Cesto di cenere

            Nella linea che divide il naso
            si apre il sedere
            una smorfia
            tono fievole delle mani
            lacrima che fugge dagli occhi
            il suono analizzato dalla lente
            di tremiti e lividi e dolore.

            Aaaaiiiiaaaaiiiiaaaaiiii
            il cuore pronuncia a una porta,
            non parla
            d'amore e soluzioni.

            Ispirandosi
            il dolore
            lascia gremiti di sabbia
            colmi di rimpianti,
            un ricordo di ieri,
            una mano sul viso.
            Composta mercoledì 4 febbraio 2015
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