Scritta da: Franco Mastroianni
in Poesie (Poesie personali)
Il tuo sguardo sconquassa il mio cuore
come aratro che gira la terra
donando il calore del sole alle zolle.
In un soffio di vento
il profumo delle tue corolle.
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Il tuo sguardo sconquassa il mio cuore
come aratro che gira la terra
donando il calore del sole alle zolle.
In un soffio di vento
il profumo delle tue corolle.
Il soffio leggero del vento si presenta sottoforma di sveglia
vestito di un sibilo dolce oltrepassa di casa la soglia
accarezza i miei piedi nudi
che di metter le scarpe non ne hanno nessuna voglia.
Sono un passo in mezzo a tanti
la mia impronta la tua impronta non importa
l'importante è chi ho al mio fianco
non chi mi cammina dietro tanto meno chi ho davanti
Siamo passi in mezzo a tanti
siamo impronte nella mente calpestii di ricorrenze
siamo tutti un po' convinti di padroneggiare il tempo
anche quando senza dare una cadenza lui emette le sentenze
Siamo polvere pesante con radici che trivellano la terra
nell'assurda materialità che come sempre sfocia in guerra
siamo passi ripetuti strade e vicoli già visti già battuti.
Io mi sbellico di risa quando sento... scusa oggi non ho tempo
ho soltanto 2 minuti.
Dimmi se le mie parole sanno ancora accarezzarti
se le leggi o le ripensi prima ancor di addormentarti
se ritrovi ancora immagini di noi nei momenti dell'amore
dimmi se le mie parole
sono ancora lì nel mezzo al tuo battito del cuore
dimmi amore a cosa pensi prima di chiudere gli occhi
dimmi se sulla tua pelle cerchi ancora il mio sapore
se hai ancor la sensazione che io sia lì... che ti tocchi.
Lasciami ancor sognare della tua bellezza
avvolgimi con la tua seta il tuo parlare
la tua dolcezza
intrappolami nella tua tela
nel tuo dolce sogno
mentre affondo dentro te come sasso nello stagno.
Mi lascerò cullare ancor dalle parole
nell'infinita danza dello scrivere
affascinato dalla loro dolce musica... che mi aiuta a vivere.
Maschere allegre rischiarano
facce,
sudice
strazianti
deluse.
Abiti luccicanti accecano
occhi
scialbi
afflitti,
desolati.
Il rumore,
rapace,
riparo accogliente e sicuro,
scaraventa
scaglia
scaccia
l'atroce silenzio,
molesto
confuso
funesto.
Circe sorride,
candida,
invitante,
criminale:
un rifugio,
fuga agevole
da uomini a porci,
esistenza semplice,
senza ideali,
senza difficoltà
Cyrano
angustiato,
lugubre,
cupo,
attende Rossana
invano:
vanitosa,
frivola,
volgare,
non accetta il naso
Poeta
muto,
sospetto,
impreca
nel deserto immenso
parole
nuove,
paurose,
senza comprensione:
"Se allontani il cerotto corrotto di vanità
sanguina dentro!"
Si barcolla,
si lotta
con false spade,
si cade,
con un sordo rumore,
violento,
eterno:
si chiama Carnevale,
dove solo chi scherza
vale.
Entrambi in compagnia di un passato ormai morto
incrociamo i nostri sguardi, complicità, amore, passione
istinto, tristezza, impotenza... entrambi vittime dell'ipocrisia
della società.
Voglio sciogliere
la neve con
il calore del mio cuore...
respirare l'ebbrezza
della notte piena di stelle,
mentre l'argentea
luce della luna
avvolge me tutta,
voglio farmi trasportare
dal vento che mi porta
verso orizzonti luminosi,
con ali bianchi di un gabbiano,
sentire il profumo del mare,
e in lontananza terre
tempestose che attendono,
l'arrivo di una piccola donna...
voglio perdere me nel
tuo folle amore...
Io vivo nel tramonto
tra sensazioni
e stati d'animo
mentre il cielo chiama me
e io scrivo
voglio scrivere
fino alla morte.
Chi non riesce a sentire
il canto dell'universo
lo può ascoltare nel mare
e nei nostri cuori.
attimi di vita,
di dolore,
di gioia
mentre tutto fugge
e noi non ce ne accorgiamo
malinconia di un tramonto
e dell'esistenza.