Scritta da: Jean-Paul Malfatti
in Poesie (Poesie personali)
Orgoglio italiano
Mi sento un grande,
anzi un gran gigante
borioso ed elegante,
ogni volta che parlo
nello straccativante
linguaggio di Dante.
Composta domenica 9 maggio 2021
Mi sento un grande,
anzi un gran gigante
borioso ed elegante,
ogni volta che parlo
nello straccativante
linguaggio di Dante.
Togliti le ombre imbranate
che giacciano ancor sdraiate
sul mio corpo,
nel mio letto,
nel mio mondo.
Togliti le bugie
che si aggrappano ai miei capelli!
Togliti tutto dalla mia anima,
liberami l'ombra e la mente
e lasciami il potere
per amare, almeno un'altra volta
un altro, veramente.
E se mi cerchi anche oggi
perdi solo tempo.
Se mi aspetti stasera
trovi solo il vento.
Se mi chiami, non rispondo,
se mi sogni, ti confondo.
Non esiste più del "noi"
in questo maledetto mondo.
Nei silenzi e nel buio mi affondo
come un sasso tirato
con rabbia e forza,
in un laghetto senza nome, senza fondo.
Non mi cercare più
nemmeno nei ricordi:
non troverai niente...
forse accordi sordi
e canzoni suonate a rovescio.
Quindi, non mi cercare più
neanche nel subconscio.
Papà si sente la tua mancanza
è così tangibile l'assenza
che in ogni dove mi
porta a te la tua scomparsa
mi rende vulnerabile fragile di spirito
e di cuore ma forte di animo
perché tu resti la parte
più importante di me.
Guardo la tua mano
Femminea e tenace
L'unghia forte di madreperla
Le dita leggere, dolcemente flesse
Il dorso vivo, allegro
Il polso gaio
Le nocche seducentemente sbreccate;
Come cavi coriacei i tendini
S'intrecciano a rivi viola di sangue.
In conflitto
contro sé stessi,
contro due parti
distinte
opposte
di noi stessi.
Come tacere
queste urla
di ambo
le parti?
Come placare
questa lotta
tra due parti
dello stesso insieme?
E io,
rimango qui,
solo,
senza risposta.
La bussola
nel cuore
non trova alcuna
stella polare.
Forse
s'ha da leggersi
meglio.
Forse
la stella polare
c'è.
Leggerò meglio.
Ti cercherò.
Ti troverò.
E sarò illuminato
Dal tuo splendore.
Sarà così
Che finalmente
Avrò
Pace.
Eppure non vorrei ancora sognarti,
ricordare i nostri baci
accoppiati da dolci
carezze, perché dopo l'alba
mille e mille incertezze.
Sentire il battito del tuo cuore
mentre tra gemiti facevamo l'amore,
udire in lontananza
l'attriti di cani senza importanza
si sentivano nella stanza.
Tutto successe in un momento
una scossa, un leggero vento,
mentre i tuoi cappelli,
sfioravo i momenti più belli
ma i ricordi sono quelli.
E non sarà inferno o paradiso
perché ricordo
sempre il tuo viso.
Solo due spalle non possono sorreggere,
un mondo che ogni diventa più pesante.
La vita ogni giorno forgia il tuo carattere,
attraverso mancanze e delusioni cumulate.
Cadi a terra ferito, non pensi di poterti rialzare,
ma poi trovi la forza, sperando nulla ti possa cambiare,
ma ad ogni colpo ed ad ogni ferita che si rimargina,
diventi più freddo ed ogni giorno non sei più lo stesso.
Indossi la tua armatura, impugni quella spada,
per non permettere a nessuno di ferirti nuovamente.
Ti senti più forte, protetto da quello scudo,
il mondo è gelido, ma più sicuro.
Svanisce quell'ingenuità che fa guardare,
il mondo come se fosse un posto ignaro dal male.
Impari che tutto ha un inizio e una fine,
che le cose belle durano il tempo di un sorriso.
Impari a contare su te stesso ogni giorno,
e che le persone sono soltanto di passaggio.
Capisci che l'unica cosa che conta è essere se stessi,
dare sempre il massimo per non vivere di rimpianti.
Capisci che non importa quanto dai o quanto ricevi,
ogni azione verrà gratificata per poi essere scordata.
Ha lasciato aperto il vaso di pandora
l'incubo esce e la perseguita ancora,
non c'è un posto dove possa fuggire
la mente non parla sa solo tacere.
Si camuffa si veste di mille forme
ma il corpo rimane sempre inerme,
devastato da chi da troppo tempo
ha lasciato i segni sulle tua pelle.
Fatta di inganni e persecuzione
la sorte di chi ti ha dato ragione,
fomenta sempre di più il fuoco,
nella mente di chi hai perdonato.
In stallo sopra la parola perfetta.
Fermo sulla zolla dissodata,
con noncuranza ebbro di me.
Così sto, poeta che per ogni promessa
ha colore-odore-tatto-gusto.
Per ciascun colore, la tintura d'una rosa,
il tepore di una mano e la bocca
socchiusa in un prestito al silenzio.
Sono la parola, in mezzo al fumo.
Che tradisce rapidi odori di gelsomini,
quando la notte si depone in un foulard,
come fosse la pelle del re nudo
a doversi nascondere.
Prima della preghiera sussurrata.
Prima il fiammifero si spenga tra le dita.