Poesie personali


Scritta da: Daniela Cesta
in Poesie (Poesie personali)

Lo sguardo della montagna

Lo sguardo della montagna arriva a me
attraverso i vetri appannati, di pioggia fredda
sussurra parole dolci e profonde,

mormorio che proviene dall'universo
dagli angeli instancabili, che, volano per raggiungere le anime
in difficoltà bisognose di aiuto divino,

su questa terra la vita è dura, tra violenze
soprusi, ingiustizie, malattie e povertà,
lo sguardo della montagna solleva l'anima

bella la cima del monte che si erge nel cielo
nel silenzio del tramonto, nella carezza lieve dell'inverno
come tocco delicato di uno spirito celestiale,

quando arrivo sulla cima della montagna
sento che appartengo al cielo infinito
e dimentico tutte le brutture della terra.
Composta domenica 5 febbraio 2017
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    Scritta da: Francesco56p
    in Poesie (Poesie personali)

    Amore?

    Il trasporto infinito in un mondo limitato
    Verso qualcuno, qualcosa che vorresti far tuo
    Per condividere momenti
    E per non soffrire più separazioni
    Il mondo non concede molto
    Ma possiamo provare amore
    Mi sembra abbastanza per riempire il nostro tempo
    Pensare nuove parole
    Creare visioni ultraterrene
    Estrarre poesie dall'universo
    E canzoni dal paradiso
    Un inferno di amore ci attende
    Al di là del nostro egoismo
    Dietro l'angolo del nostro sé
    Basta camminare verso l'altra faccia di noi stessi
    Cercare ciò che già c'è
    Siamo piccole particelle con un grande cuore
    Possiamo curare le ferite
    E amare qualunque cosa succeda
    In fondo siamo grandi
    Potremmo dimostrarlo al nostro futuro
    Al di qua è al di là della linea di confine
    Che possiamo attraversare insieme.
    Composta domenica 21 settembre 2014
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      in Poesie (Poesie personali)

      T'insegnerò

      T'insegnerò:
      ad allacciarti bene le scarpe,
      perché dovrai fare tanta strada;
      ad essere semplice,
      perché tanto la vita sarà complicata;
      ad essere onesto sempre,
      perché forse non ci guadagnerai molto,
      ma almeno non perderai mai la tua dignità;
      ad essere sempre uguale a te stesso,
      sebbene sempre pronto a cambiare per poterti adattare meglio;
      a rispettare tutti,
      perché non esiste gerarchia nei cuori delle persone;
      a sentire tutto,
      ma ad essere sordo alle cattiverie delle persone;
      a non avere paura del buio,
      perché solo in sua presenza si vedono le stelle.
      Figlio mio, non esisti ancora ma già vivo per te.
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        in Poesie (Poesie personali)
        Due occhi azzurri nella tranquilla sera
        fissavano le nuvole che seguivano il vento.
        Era il ritratto di chi conosce le frontiere
        di alberi secolari formando barriere.

        Due occhi aperti alle ferite di ieri
        davano l'addio al giardino senza ninfee.
        Una rosa di plastica immaginava di essere vera
        con il profumo perduto in nubi troppo nere.

        I due occhi guardavano il sole che si nascondeva
        in un orizzonte lontano con troppe fiamme accese.
        L'uomo sognava di incontrarsi in piena primavera
        mentre un bacio lo svegliava sotto una luna piena.
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          in Poesie (Poesie personali)
          Era un venerdì santo di tanti anni fa
          quando una donna nel silenzio mi disse:
          "ti porterò nel cuore della strada
          ti aprirò un sentiero nel deserto
          ti amerò come le montagne
          le radici primordiali del tempo".

          La notte avanzò dolcemente nel silenzio
          un cristo sulla croce dominava il calvario
          la veronica contemplava il volto dell'uomo.

          La stella del mattino rinacque ammutolita
          sul volto in preghiera della vergine.
          Era un venerdì santo di tanti anni fa
          quando il cuore bagnato in un fuoco
          iniziò a cantare la vita sbocciata in un fiore.
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            in Poesie (Poesie personali)
            Ritornare a casa è ritrovare la vita.
            Il mondo è grande per un uomo solo.
            Ogni cosa ti parla di amicizia
            guardandola da un balcone al sole.

            Non possiamo vagabondare da soli
            siamo nati per riempire i silenzi,
            per leggere le rocce e il tempo,
            per ascoltare il vento sussurrare dentro.

            Quando la pioggia scende lentamente
            la vediamo che purifica l'anima
            dietro i vetri opachi di tristezza
            della nostra finestra casalinga.

            Ritornare a casa è ascoltare i fiori
            raccolti da qualcuno che ci ama
            per alleviare il nostro sudore
            profumando il nostro amore.

            Ritornando a casa ci sentiamo uomini
            per saper ascoltare il battito del tempo
            sentire balbettare le prime sillabe dei figli
            leggere gli occhi della moglie che aspetta.

            La casa serve per farci uomini in ascolto
            di molte cose che ci parlano al cuore,
            dove si comprendono tutti i dolori
            facendo fiorire i nostri grandi amori.
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