Poesie personali


Scritta da: Gigliola Perin
in Poesie (Poesie personali)
Sogni lontani racchiusi in stille di ricordi
parole passate tra sangue e pelle
lontano in quella vita che tu non ricordi
incontrasti occhi che catturarono la tua anima
abbandona i sogni e ricorda
quel viso che tormenta il tuo cuore
in sere d'inverno,
quando la solitudine
accarezza la tua mente
e riporta alla memoria
un amore che viso non ha
ma senti e sai
che in te è presente
per l'eternità!
Composta domenica 12 aprile 2015
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    Scritta da: Luigi Berti
    in Poesie (Poesie personali)

    Dominio

    Voglio regalarvi un sogno,
    dove non c'è la guerra,
    dove la mano saluta,
    e non uccide un altro uomo.

    Dove la prepotenza
    non è padrona dell'ignoranza,
    dove una donna vive,
    senza essere protetta.

    Dove i bambini giocano,
    e non sono usati per giocare,
    come fardelli di rifiuti,
    abbandonati nelle strade.

    Cerchiamo un mondo nuovo,
    una via d'uscita dove vivere,
    con amore senza odio,
    con la passione senza orrore.

    Dove anche il più umile,
    possa trovare un suo valore,
    che non dipenda dal denaro,
    che ha nascosto nel cuore.

    Forse è un'utopia che miete,
    dolore dentro ognuno di noi,
    ma se ci svegliamo senza nessuno,
    resta una mente a dominare il perdono.
    Composta martedì 7 aprile 2015
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      in Poesie (Poesie personali, Poesie d'amore)

      Sei nel mio cuore

      Non pensare che la lontananza
      o il silenzio
      possano influire
      sulle sfaccettature dell'amore.
      Sei nel mio cuore,
      non so come sei entrata,
      ma l'alito infinito
      che ti ha condotto, il vento
      non potrà spezzare.
      Nello spazio di sogni
      il tempo vuoto pesa
      della calma di baci
      sul cuscino.
      Vorrei condurti
      sulla soglia dell'alba
      fino al sole
      ma non posso toccare la tua mano.
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        Scritta da: Antonia
        in Poesie (Poesie personali)

        È questa la guerra

        Mi hanno insegnato
        che altrove ho un fratello
        mi sono affannato
        per ritrovarlo.
        Ho scavalcato
        impervie montagne
        mi è apparso davanti
        in braccio un fucile
        ostaggio dell'odio
        del viver o morire.
        Gli ordini eseguo
        così lui mi ha detto
        per me sei il nemico
        me l'hanno insegnato.
        Rimane una croce
        anonima e spoglia
        fratello mi hai tolto
        il corpo non l'anima.
        È questa la guerra
        che affligge il pianeta
        che genera mostri
        violenza inaudita.
        Fratello ti supplico
        sotterra il fucile
        e coltiva il sogno
        di far germogliare
        la pace nel mondo.
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          Scritta da: Sannino Michele
          in Poesie (Poesie personali)

          Donna

          Donna
          resta ciò che sei.
          E vivi nella tua unicità,
          coltivando il fascino
          della semplicità,
          che ti rende meravigliosa
          ai miei occhi.
          Donna,
          il giorno più bello
          di chi vive della tua presenta
          fiore prezioso.
          Sii forte contro
          il vento del destino
          che distrugge,
          che mi priva,
          d'amare quel fiore raro
          del tuo essere
          donna.
          Composta mercoledì 8 aprile 2015
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            Scritta da: Antonia
            in Poesie (Poesie personali)

            A mio padre

            Padre ti penso
            non solo oggi
            che è la tua festa
            ma in ogni attimo
            dell'esistenza.
            Mi hai dato tanto
            con il tuo esempio
            poche parole
            ma un cuore immenso.
            Che importa padre
            se mi hai lasciato
            ti ha preso il cielo
            non l'hai voluto.
            Vivere a lungo
            non conta niente
            se a tutto e a tutti
            sei indifferente.
            È sempre viva
            la tua presenza
            se pur mi nutro
            della tua assenza.
            Rivedo te
            con me bambina
            le corse al parco
            quella piscina
            le notti insonni
            ad ascoltare
            tutte le fiabe
            che mi leggevi.
            Mi hai insegnato
            a sentire il mare
            a non arrendermi
            all'apparenza
            e a combattere
            per la giustizia.
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              Scritta da: Rosario De Rubertis
              in Poesie (Poesie personali)

              Studente pendolare

              Binario 9, il treno passa in fretta, stracolmo di persone.
              Il posto non mi aspetta, sono arrivato tardi,
              spingendo un po' di più, si entra anche a pressione.
              Il tempo passa lento, sembra fermar le ore.
              Tra una fermata e l'altra, si fuma e si discute, in barba al controllore.
              Le chiacchiere susseguono e conoscenze nascono.
              Le Marche e poi l'Abruzzo, si passa anche il Molise.
              Una ragazza scende e mi dispiace un po',
              si gira e mi saluta e pure mi sorrise.
              Siamo arrivati in Puglia, il cuore si rallegra.
              Mi sento già distrutto ma non ho visto tutto.
              Si scende per il cambio, col treno nazionale, più giù non si può andare.
              Aspetto con ritardo, il mezzo regionale.
              Locomozione lenta, lo fa quasi fermare.
              Si sosta in ogni dove, cappelle e cappellette, ho voglia di gridare.
              Il mare alla mia destra, campagna alla sinistra,
              la casa si avvicina, la sento profumare.
              Si blocca tutto e rido, la gioia è troppo forte, calpesto la mia terra.
              Ho voglia di restare!
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                Scritta da: Rosario De Rubertis
                in Poesie (Poesie personali)

                Tarantata

                Mi avvicinai ad un cerchio di persone curioso,
                e di che cosa e chi ancora non lo so.
                Facendo spazio tra la gente incuriosito,
                mi ritrovai ad assistere ad uno strano rito.
                Vi eran donne impavide, si rotolavan a terra,
                tra polvere e pietrucole, non vi era un filo d'erba.
                In mezzo a questa folla, veniva fuori un suono,
                a terzine battenti, suonava un tamburello.
                Violino e organetto, facevan da cornice
                al giro maledetto.
                La folla che pregava, la dama che imprecava,
                un orgia di stornelli, la mia mente offuscava.
                Dopo la danza strema, veniva raccattata
                e all'acqua di una fonte, di Santo benedetto
                subito rifocillata,
                Rimessa bene in forze, guarita l'ammalata.
                Chiesi a un passante singolo, informazioni vaghe,
                rispose con saggezza, son state tarantate.
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