Scritta da: Giulio Micheletti
in Poesie (Poesie vernacolari)
Porta portese quanno dentro c'ero pure io
Da ragazzo ero un bulletto e lavoravo a sto mercato.
Portaportese me ricordo, passavo sotto L'arco e
me se affacciava er serciato.
Da na fila de baracche uscivano belle dritte le bici che io vennevo.
Er capo mio era Arsenio, simpatico e paravento,
me sembrava er professore delle catene e de le trombette. Ho vennuto a tutti, ricchi, padri de famija e squatrinati.
Però ho cercato sempre de paregià i conti.
A quelli tutti ben vestiti e incravattatti li prezzi l'ho sempre raddoppiati.
Ma poi li soldi l'ho rimessi nei portafoj dei disgraziati.
Nella baracca dove stavo so passati de tutti ma il ricordo più apprezzato è
pe que povere migotte che la sera de Natale se compravano li giocattoli pe li loro pargoli.
E dialogà insieme a esse è stato no spasso d'emozioni.
Esse stato un fjo der Mercato pe me è stato un gran onore,
ma insegnato cor tutto er core de apprezzà la vita e l'amore.
Composta sabato 20 ottobre 2012