Poesie inserite da Alexandre Cuissardes

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Scritta da: Alexandre Cuissardes

Non mi manchi

Una traversa del letto cadeva sempre,
un punto debole,
i soldi,
guardo la tv,
vecchie cassette che avrei voluto condividere,
bruci come una ferita,
forte e profonda,
prima fiamma,
e mi ascolterai,
se vuoi,
dall'alto del tuo nuovo vivere scelto,
e penserò di essere diventato pazzo,
preso dal gioco o da che altro,
... torno indietro,
mi vedo un po' stupido ed un po' scemo,
pur non vedendo te come una cima.
Composta mercoledì 23 novembre 2011
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    Scritta da: Alexandre Cuissardes

    La soluzione

    Sul treno delle 5 un senzabiglietto dorme con i piedi sul sedile
    e faccio bum
    scendo alla stazione e scocciatori insistenti chiedono soldi e sigarette
    cercano di fregarmi qualcosa
    e faccio bum
    fuori dalla stazione pubblicità per idioti
    al parcheggio chiedono ancora soldi,
    un vucumprà con gesto di sfida mi lancia la borsa ai piedi per farmi fermaree ride,
    e faccio bum
    la sera in televisione tutti ad urlare
    impossibile scegliere il migliore
    facile scegliere il peggiore di tutti
    e faccio bum bum bum

    e domani sarà così di nuovo,
    forse è più semplice un unico bum, a me.
    Composta mercoledì 23 novembre 2011
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      Scritta da: Alexandre Cuissardes

      Vista dall'alto

      Dell'ultimo definitivo sfascio dello sconosciuto minimo impero,
      in una cantina da vini
      restano i libri,
      vecchi ammassati
      ed ammazzati,
      parole che le pagine avevano imprigionato
      e gli anni hanno reso macchie d'inchiostro su carta marcia.

      I buchi sono testimoni che il tempo ha reso i tarli sapienti.

      Le copertine sono cappotti per carta
      ed io sono muto,
      prigioniero delle mie copertine,
      quarto scaffale in alto,
      costretto fra un libro di cucina
      ed un manuale di sopravvivenza.

      Il libro che cercavo,
      quello scritto da me,
      inizio,
      pagina vuota,
      fine.

      Lo vedo dall'alto,
      galleggia a schiena in su,
      in una botte di vecchio vino di spagna
      passato ad aceto.

      Chissà se i tarli diventati saggi
      ricostruiranno tutto
      meglio di noi.
      Composta mercoledì 23 novembre 2011
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        Scritta da: Alexandre Cuissardes

        Il prosecco e la candela

        E sono rimasto qui
        al tavolo,
        il bicchiere,
        la bottiglia,
        la candela,
        protagonisti,
        la comparsa è un vassoio di frutta,
        un po' più distante,
        una busta vuota di tisana sogni d'oro sta lì sdraiata.

        E'quasi una offesa per chi non dorme più da tempo.

        Al piano di sopra parole spagnole,
        la mia amica parla con la sorella,
        il tappo di carta messo sulla bottiglia di prosecco non impedirà la sua fine,
        e la mia,
        sembra si sollevi da solo,
        ancora un minuto ed un altro sorso di 11 gradi scenderà nel mio stomaco.

        Sapori e bruciori,
        la candela mi guarda,
        ondeggia sensuale,
        mi dice qualcosa,
        con ancora da bere
        fra un po' sono certo vedrei
        una donna ballare la danza del ventre,
        o forse parlarmi con un linguaggio per sbronzi.
        Ma io sono ancora lucido,
        sempre lucido,
        purtroppo per me.

        Interpreto a senso la fiamma il prosecco le voci di sopra il mio male,
        ... ho ucciso la candela, ho spento la luce,
        io ero la candela,
        io ero la luce,
        buonanotte,
        a domani.
        Composta mercoledì 23 novembre 2011
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          Scritta da: Alexandre Cuissardes

          Il meglio in piazza

          Per chiudere questo cerchio dell'eterno peggio
          dovrebbe essere la gente perbene,
          quella piena di lividi che nessuno nota,
          che nessuno cura,
          quella che non sa urlare
          che non ha colore
          ad andare in piazza a braccia alzate
          con cartelli con scritto "ci arrendiamo diteci solo a chi".
          Composta mercoledì 23 novembre 2011
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