Poesie inserite da Angela MORI

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Scritta da: Angela MORI

Giovani genitori

E ti osservava poco distante,
Come Paride la bella Elena
Ti ammirava nei tuoi abiti color dell'empireo,
Con l'espressione di riverita adorazione.
Il suo sguardo lodava i tuoi contorni,
E l'ebano dei tuoi capelli,
Che sfiorava il viso stanco,
E le tue labbra scarlatte,
Che asserivano emozionate,
Mentre i tuoi occhi,
Come noci d'autunno,
Irradiavano aurei abbagli,
Agli ultimi fasci del sole.
Ti spiava con amore e venerazione,
Finché le tue mani gesticolavano adagio,
Femminili le dita affusolate,
Alla pesantezza dei finti diamanti,
Non si soggiogavano.
Gratitudine nel suo cuore,
Per chi ti fece tanto bella,
E ancora grazie nei suoi pensieri,
Per te, che gli donasti,
La cosa più desiderata.
Giovane, tenera genitrice,
Vita che da vita,
Giovane, orgoglioso padre,
Innamorato di figlia e madre.
Composta venerdì 6 settembre 2013
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    Scritta da: Angela MORI

    L'amante

    Disperato il tuo impulso,
    divora il tuo silenzio.
    Tenace e perverso,
    non ha tempo,
    solo capriccio,
    senza colpa nell'atto
    a tuo contrario,
    al mio cospetto,
    giustiziere e martire,
    allo stesso tempo,
    tu,
    passione e sentimento,
    fugace, meschina canaglia,
    che ardi in fiamme dell'inferno,
    che innalzi e alimenti,
    erotismo e appagamento,
    inquietudini abissali senza intento,
    che non spirano come i giorni,
    in pochi istanti.
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      Scritta da: Angela MORI

      FATA

      Tu che nasci nel rosa dell'aurora,
      Prosperi stupendi più d'ogni creatura,
      giache rugiada fresca ti alimenta,
      Brezza mite ti culla,
      e sole caldo ti bacia.
      tu che cosi raffinata volteggi,
      tra spighe bionde dì grano,
      e papaveri amaranti
      e poi ti sposti,
      su boccioli in fiore,
      tu che dì essi sai ogni nome,
      ogni trama ed ogni odore,
      tu che raccogli zagara,
      e l'adagi tra i capelli,
      tu che vesti petali dì rose,
      e calzi foglie d'edera acerba,
      e poi graziosa e libera,
      con ogni erba che ti accarezza,
      svaghi e canti da sola.
      tu che ti assopisci
      in un campo dì margherite,
      e poi al risveglio,
      corri al mare,
      per rinfrescarti tra la spuma delle onde
      e poi lì fermarti come a meditare.
      tu, fata senza tempo,
      in questo spazio chiamato mondo,
      al crepuscolo su alte cime,
      ti elevi in volo,
      poi lenta, vai su fino al cielo,
      e tra fulgori d'oro e d'argento,
      eterna ti addormenti,
      sulla tua amica luna.
      ANGELA MORI.
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        Scritta da: Angela MORI

        Lui nel vento (io l'aspetto)

        Lo vidi,
        Seduta, non molto distante,
        Era alto e lasciava librarsi la camicia,
        Slacciata contro il vento.
        Braccia larghe all'orizzonte,
        Sembrava ingoiasse nuvole,
        E fiatasse l'infinito;
        Il mare sotto di lui,
        Che su una rupe stava in piedi,
        Era scuro ma non aggressivo,
        Temibile ma non orribile.
        Aguzzai la vista e i suoi capelli,
        Sembravano petali arrendevoli,
        E sottomessi alla brezza.
        Rideva e blaterava,
        Parole che non comprendevo,
        A un tratto cantava,
        E venerava il cielo.
        Era bello, bello davvero,
        Una visione colma di letizia,
        In quello spazio solitario,
        Straordinario e pacifico,
        Anche il sole sembrava,
        Tramontasse calmo per ammirarlo.
        Pareva un angelo,
        Appena caduto sulla terra,
        O fenice da spoglie risorta;
        Sembrava quasi fosse partorito dal mare,
        E fosse l'anima del sole.
        Pativo il cuore esplodere nel petto,
        Credei d'innamorarmi per un istante,
        Di quel folle che stornellava al vento.
        Si voltò di scatto,
        Udendo i miei passi sui sassi,
        Gli andai incontro,
        Felice e controvento.
        Pochi varchi ancora,
        E avrei inteso l'eterno,
        Abbracciato il sole,
        E lambito Apollo,
        Che instancabile,
        Cantava al vento.
        Spasimava anche lui,
        Ne ero sicura,
        Avrebbe stretto una donna,
        Che per lui aveva proceduto nel vento.
        Mentre il mare sotto di noi,
        Frastagliava ora più violento.
        Mi sorrise per un secondo,
        Notai stille sul viso splendido,
        E pensai fossero di gioia.
        Un fuggevole sguardo,
        Pochi passi appena,
        E lo vidi alzarsi in volo;
        Sembrava energico come falco,
        Soave come cigno,
        Chiaro come gabbiano,
        Mentre rasentava le onde rapidamente,
        Tra bagliori e cerchi d'oro e d'argento,
        Accompagnato dal vento.
        Tra le acque lui, sta adesso,
        E tra un po' verrà ad amarmi,
        Ghindato di bronzo e di brillanti.
        Salirà innalzato dalle acque,
        A mani stese verso me, nel vento.
        Sono qui che aspetto,
        Da assai anni dicono i passanti,
        O forse più ma non cosa importa?
        Il mio amore che nel vento canta,
        Da un flutto uscirà contento.
        Io l'aspetto, seduta qui su la riva,
        E non la smetto.
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          Scritta da: Angela MORI

          Lingua

          Disgusto mi dai
          Aspide vermiglio,
          Fermati e muori
          In quella sporca prigione
          Che odora di fumo e liquore
          Non dimenarti più
          Cercando di sputar rancore.
          Raggrinzito e livido
          Prova a gustar
          Il sapore del miele
          Non solo fiele
          Deve esser tuo vitto,
          Della crudeltà dei tuoi pensieri,
          Io voglio fuggire.
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            Scritta da: Angela MORI

            Faccia a faccia (specchio)

            Faccia a faccia,
            Davanti ad uno specchio,
            Intrinseco di mancanze,
            Ti vedo;
            Come opera del periodo assai antico,
            Statico, inerme e raccolto,
            Mi scruti...
            Sibillino angelo senza tempo,
            Sei avvenente da fare paura.
            Carico di difetti,
            Rubi la mia forza,
            Ponendo a nudo la mia anima,
            Quante donne sulla tua strada,
            Dalla puttana alla più pura,
            in ogni luogo,
            In ogni spazio,
            Non c'è uomo che non ti odia.
            Scaltro, corruttore, artico,
            Dalla fessura dei tuoi occhi,
            Non una lacrima è mai uscita.
            Il sogghigno sul tuo viso,
            Infido, forte e suggestivo,
            Non si smorza al mio strido;
            Tu sei ciò che io non sono,
            Io sono donna, tu sei uomo!
            Ti rivedo ogni giorno in ogni specchio,
            E non t'invidio!
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              Scritta da: Angela MORI

              Giorno di riposo

              Giorno di riposo
              Anima libera,
              Anima mia spensierata,
              Com'è bello ritrovarti
              In questo riposo tanto agognato,
              Com'è lieto scoprire che non se sfiorita
              Al contrario del corpo
              Sciupato e affannato dagli anni
              Sei ancora uguale come quando,
              T'incontrai assai tempo fa,
              Capace di gioire e divertirti
              Come fossi ancora,
              L'anima mia da bambina.
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                Scritta da: Angela MORI
                Fermo il suo sguardo, come non vedesse
                Nella mano tremante,
                Il suo supporto di legno come
                Gamba finta lo sorregge...
                Stretto in quel cappotto che sa di morte
                E odora di conservante,
                Il passo lento d animale ferito
                Il grigio ormai esiguo dei suoi capelli
                Si scompiglia al freddo vento di dicembre.
                Cammina il vecchio incontro a un altro Natale
                Con l'ansia e il timore
                Che sia l'ultimo a vedere
                Con i pensieri a bambino
                Ripercorre la sua lontana infanzia
                Il ricordo dell'antica gioia
                Preludio di feste sante
                Nessuna lacrima dai rugosi occhi scende,
                Il cuore batte lento pero batte più forte
                Ancora poca passi e sull'uscio di casa
                Il nipote più paffuto e giovane l attende
                ... ride il vecchio tra gli incavi dei suoi anni.
                E il freddo di dicembre
                Non fu mai più dolce.
                ANGELA MORI.
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