Scritta da: Antonino Gatto
in Poesie (Poesie d'Autore)
Vivere a colori
L'emozione è un brivido
che ci allunga la vita
chi non la prova
vive solo a metà.
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L'emozione è un brivido
che ci allunga la vita
chi non la prova
vive solo a metà.
Un sogno non è mai un miraggio.
Un sogno è la scintilla che alimenta la nostra voglia di vivere.
Tutto ciò che è stato realizzato è prima partito da un sogno, quel piccolo desiderio che fa scorrere più velocemente il sangue nelle nostre vene, che ci fa gioire, emozionare, ed a volte ci strappa una lacrima.
Chi non sogna vive solo a metà!
Chi non crede nei propri sogni avrà una vita monotona, non apprezzerà le meraviglie lungo il cammino, non vivrà le emozioni di chi invece giorno dopo giorno si concede l'ebrezza di un sogno.
Il Sogno non ha età.
Anche Tu hai un sogno!
Non permettere mai a nessuno di spegnere i tuoi sogni, di soffiare alla fiammella che arde nel tuo cuore, perché la difficoltà più grande non è sognare, ma ricominciare a sognare, riaccendere quel lume.
Il dono più importante che la vita ci può dare è la consapevolezza del vivere!
La gioia di risvegliare dentro il nostro cuore una nuova emozione, un piccolo desiderio che ne alimenta un altro, che risveglia il nostro corpo facendolo vibrare nuovamente, o semplicemente per la prima volta! Che ci fa sperare che sia la volta giusta!
Che ci da il coraggio di rialzarci in piedi e continuare a lottare!
Che ci fa capire che il vero miracolo nasce dentro di noi e per questo nessuno lo può fermare!
Questo è il mio Augurio che ti voglio fare, riaccendi la tua vita di sogni, riaccendi quella fiammella, fai tornare a vibrare la tua pelle, ritorna a provare Un emozione, dona il tuo cuore, una volta ancora, perdona senza riserve, perché la zavorra del rancore è un macigno che la tua mente non può sopportare. Nutriti dei tuoi sogni e circondati di persone che ti fanno sognare!
Perché una fiammella condivisa nello stesso sogno può scatenare un incendio!
Attonito restai a guardare,
lo scorrere della mia vita,
impaziente di vederla sfociare,
nel mare di una spiaggia gradita.
La corrente spesso un po' angusta,
tormentava la mia convinzione,
dubitando tra la via giusta,
o il miraggio di una folle illusione.
Quanti paesaggi incantati ho passato,
senza neppure cogliere un fiore?
Forse sperando di arrivare d'un fiato,
alla mia meta e piantarvi il mio cuore!
Ed ora son quì,
ad un ramo impigliato,
aspettando la tua mano
a salvarmi dal fato!
Tu gestore premuroso
che per tuo Figlio rinunci al tuo riposo,
e vendi alcol felice al tuo locale
agli altri figli, e sai di fare male.
Tu che da sempre, hai un solo scopo,
di far cassetto, e non pensi mai al dopo,
e dietro al banco osservi molte vite,
che si abbandonano a droghe assai proibite.
Tu che per soli, due euro di guadagno,
vedi ragazzi distrutti dentro un bagno,
che poi escono barcollanti dal locale
e non ti importa se si faranno male.
Ed ogni sabato si scrive un altro foglio
mentre Tu conti il denaro nel cassetto,
un altro padre sighiozza il proprio figlio
schiantato contro il solito cassonetto.
Forse la società non ha ancora perso abbastanza
per decidere di cessare questa mattanza,
e quanto caos ancora bisogna fare,
per convincere i locali che qualcosa deve cambiare.
Ecco perché Tu leggi questo messaggio,
perché sei il primo che devi avere il coraggio,
di iniziare a consigliare cioccolate,
invece di vendere alcol a tonnellate.
Sotto la doccia, ed ancora senti l'odore,
di quelle sporche mani, che ti hanno fatto male,
fragile il tuo corpo, grande il tuo dolore,
vittima di una violenza che non puoi dimenticare.
Gocce sul tuo viso,
lacrime un po' amare,
l'odore ancora addosso,
e una vita da rifare.
Quel vicolo un po' buio,
il silenzio sulla strada,
trascinata in un rifugio
trafitta da una spada.
Un altra doccia ancora,
un corpo da lavare,
per togliere uno sporco
che non riesci a cancellare.
Luci soffuse sulla china di un Poeta,
la ragione bussa alla porta,
ma la stanza tace, e l'ignora.
Una fiamma traballa,
ed unica testimone silente,
pare commossa d'un pianto di cera.
Come può fermarsi la mano,
di un cuor che cavalca
un'anima in tempesta?
Forse la fermerà il sonno,
che calerà profondo,
in una delle tante notti
che hanno fatto glorioso un uomo.
Chi ama a piedi nudi, ama col cuore!
Chi fa l'amore a piedi nudi non ha fretta di amare!
L'amore a piedi nudi ci ha dato la vita!
L'amore vero è quello a piedi nudi!
Non fidarti mai di chi dice d'amarti, e non lo fa a piedi nudi!
Come dopo la tempesta, sorge l'arcobaleno
così dopo il terremoto sorge la vita,
e anche se fragile per natura, cresce coraggiosa,
madre di una terra scossa dal profondo dell'anima,
figlia di un popolo fiero d'essere nato in Abruzzo.
Tenda spoglia, priva d'ogni lussuria,
che riparte da niente, per ritrovare il valore
delle piccole cose.
Per conservare dentro ad un oggetto rimasto,
il ricordo di un passato sepolto fra le macerie.
Ancora ribelle torna a tremare la terra,
ma non riuscirà a scalfire il sorriso,
di chi ha già perso tutto,
e non si arrende,
pur vivendo sotto le tende.
Ogni sera quando l'Aquila tace,
dalla branda un pensiero alla croce,
porta in cielo, con le anime scomparse
le preghiere di persone diverse,
ma legate insieme a memoria
da un evento che resterà nella storia,
di una terra che ha inghiottito i suoi figli,
ma dal suo fango, nella pasqua, ha risorto dei gigli.
Padre mio,
perdonerò tutte le tue mancanze
perché nonostante le inadempienze,
su di tutto
resta la mia vita
e la gioia d'essere padre.
Triste invito ti ha fatto, una vita ingrata,
tanto da spingerti così in basso,
da non saper capire, la differenza,
fra vivere o morire.
Ti ha regalato emozioni,
così dolci e care,
per poi rubartele all'improvviso,
e lasciarti solo col tuo dolore.
E proprio il suo ricordo, del viso suo piccino
svaniva con il vuoto, accanto a quel camino,
ripensando al suo sorriso, che presto ti ha lasciato
trafitto dal rimorso di ciò che non ti ha dato.
Oggi per la prima volta, ripensando a quei momenti
con un brivido che ti assale, li rivivi tutti quanti,
quando per lasciarti andare, valutavi ad una ad una,
quale arma utilizzare per dire basta alla tua sfortuna.
Se scrivere una lettera, per farla ritrovare,
lasciando il tuo saluto, per farti perdonare,
oppure andare via, senza pensare a niente,
restando indifferente, a tutta quella gente,
chiudendo la tua porta, abbandonando la partita,
lasciando con coraggio, la morsa fra le dita,
rinunciando alle vittorie che ti ha offerto il tuo destino,
per l'impazienza di aspettarle, rifugiandoti nel vino.
Ma poi d'un tratto, tornando sui tuoi passi,
voltasti pagina, lasciando a terra i sassi,
che appesantivano il tuo orgoglio da leone,
e ti portavano sul fondo di un burrone.
Forse è per questo, pensando al tuo domani,
che hai tolto il capio, con le tue stesse mani
e ti sei fermato ad un passo dal destino,
che avrebbe arrestato di colpo il tuo cammino.
O forse è il suo sorriso, che ti ha salvato ancora,
perché non era arrivata, ancora la tua ora,
ed oggi come allora un brivido ti assale,
mentre leggi queste parole che ti ha voluto dare,
e credimi non importa
se non lo saprà mai,
perché quello che oggi conta,
è che adesso tu lo sai!