Le migliori poesie inserite da Elisabetta

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Scritta da: Elisabetta

Per scoprire...

Per scoprire il valore di un anno,
chiedi a uno studente che è stato bocciato all'esame finale.
Per scoprire il valore di un mese,
chiedi a una madre che ha messo al mondo un bambino troppo presto.
Per scoprire il valore di una settimana,
chiedi all'editore di una rivista settimanale.
Per scoprire il valore di un'ora,
chiedi agli innamorati che stanno aspettando di vedersi.
Per scoprire il valore di un minuto,
chiedi a qualcuno che ha appena perso il treno, il bus o l'aereo.
Per scoprire il valore di un secondo,
chiedi a qualcuno che è sopravvissuto a un incidente.
Per scoprire il valore di un millisecondo,
chiedi ad un atleta che alle Olimpiadi
ha vinto la medaglia d'argento.
Il tempo non aspetta nessuno.
Raccogli ogni momento che ti rimane, perché ha un grande valore.
Condividilo con una persona speciale, e diventerà ancora più importante.
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    Scritta da: Elisabetta

    Er ministro novo

    Guardelo quant'è bello! Dar saluto
    pare che sia una vittima e che dica:
    - Io veramente nun ciambivo mica;
    è stato proprio el Re che l'ha voluto! -

    Che faccia tosta, Dio lo benedica!
    Mó dà la corpa ar Re, ma s'è saputo
    quanto ha intrigato, quanto ha combattuto...
    Je n'è costata poca de fatica!

    Mó va gonfio, impettito, a panza avanti:
    nun pare più, dar modo che cammina,
    ch'ha dovuto inchinasse a tanti e tanti...

    Inchini e inchini: ha fatto sempre un'arte!
    Che novità sarà pe' quela schina
    de sentisse piegà dall'antra parte!
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      Scritta da: Elisabetta

      Er compagno scompagno

      Un Gatto, che faceva er socialista
      solo a lo scopo d'arivà in un posto,
      se stava lavoranno un pollo arosto
      ne la cucina d'un capitalista.

      Quanno da un finestrino su per aria
      s'affacciò un antro Gatto: - Amico mio,
      pensa - je disse - che ce so' pur'io
      ch'appartengo a la classe proletaria!

      Io che conosco bene l'idee tue
      so' certo che quer pollo che te magni,
      se vengo giù, sarà diviso in due:
      mezzo a te, mezzo a me... Semo compagni!

      - No, no: - rispose er Gatto senza core
      io nun divido gnente co' nessuno:
      fo er socialista quanno sto a diggiuno,
      ma quanno magno so' conservatore!
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        Scritta da: Elisabetta

        Natale de guerra

        Ammalappena che s'è fatto giorno
        la prima luce è entrata ne la stalla
        e er Bambinello s'è guardato intorno.
        - Che freddo, mamma mia! Chi m'aripara?
        Che freddo, mamma mia! Chi m'ariscalla?

        - Fijo, la legna è diventata rara
        e costa troppo cara pè compralla...
        - E l'asinello mio dov'è finito?
        - Trasporta la mitraja
        sur campo de battaja: è requisito.
        - Er bove? - Pure quello...
        fu mannato ar macello.

        - Ma li Re Maggi arriveno? - È impossibbile
        perché nun c'è la stella che li guida;
        la stella nun vò uscì: poco se fida
        pè paura de quarche diriggibbile... -

        Er Bambinello ha chiesto: - Indove stanno
        tutti li campagnoli che l'antr'anno
        portaveno la robba ne la grotta?
        Nun c'è neppuro un sacco de polenta,
        nemmanco una frocella de ricotta...

        - Fijo, li campagnoli stanno in guerra,
        tutti ar campo e combatteno. La mano
        che seminava er grano
        e che serviva pè vangà la terra
        adesso viè addoprata unicamente per ammazzà la gente...
        Guarda, laggiù, li lampi
        de li bombardamenti!
        Li senti, Dio ce scampi,
        li quattrocentoventi
        che spaccheno li campi? -

        Ner dì così la Madre der Signore
        s'è stretta er Fijo ar core
        e s'è asciugata l'occhi cò le fasce.
        Una lagrima amara pè chi nasce,
        una lagrima dòrce pè chi more.
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          Scritta da: Elisabetta

          Oh, se potessi!

          Oh, se potessi,
          Gesù Bambino,
          farti dormire
          nel mio lettino!
          Da questa grotta
          portarti via
          là nel calduccio
          di casa mia.
          Io di dormire
          sarei contento
          sopra una sedia
          sul pavimento,
          purché sapessi
          che tu, mio Re,
          dormi e riposi
          meglio di me.
          Ma la maestra
          mi ha detto a scuola
          che tu domandi una cosa sola:
          non la mia casa,
          non il mio letto,
          ma solo un cuore pieno d'affetto.
          Se questo chiedi,
          questo ti dono:
          con lo promessa di essere buono.
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            Scritta da: Elisabetta

            Er presepio

            Ve ringrazio de core, brava gente,
            pé 'sti presepi che me preparate,
            ma che li fate a fa? Si poi v'odiate,
            si de st'amore non capite gnente...

            Pé st'amore sò nato e ce sò morto,
            da secoli lo spargo dalla croce,
            ma la parola mia pare 'na voce
            sperduta ner deserto, senza ascolto.

            La gente fa er presepe e nun me sente;
            cerca sempre de fallo più sfarzoso,
            però cià er core freddo e indifferente
            e nun capisce che senza l'amore
            è cianfrusaja che nun cià valore.
            Composta venerdì 27 dicembre 2013
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              Scritta da: Elisabetta

              Io sono comunista

              Io sono comunista
              Perché non vedo una economia migliore nel mondo che il comunismo.
              Io sono comunista
              Perché soffro nel vedere le persone soffrire.
              Io sono comunista
              Perché credo fermamente nell'utopia d'una società giusta.
              Io sono comunista
              Perché ognuno deve avere ciò di cui ha bisogno e dare ciò che può.
              Io sono comunista
              Perché credo fermamente che la felicità dell'uomo sia nella solidarietà.
              Io sono comunista
              Perché credo che tutte le persone abbiano diritto a una casa, alla salute, all'istruzione, ad un lavoro dignitoso, alla pensione.
              Io sono comunista
              Perché non credo in nessun dio.
              Io sono comunista
              Perché nessuno ha ancora trovato un'idea migliore.
              Io sono comunista
              Perché credo negli esseri umani.
              Io sono comunista
              Perché spero che un giorno tutta l'umanità sia comunista.
              Io sono comunista
              Perché molte delle persone migliori del mondo erano e sono comuniste.
              Io sono comunista
              Perché detesto l'ipocrisia e amo la verità.
              Io sono comunista
              Perché non c'è nessuna distinzione tra me e gli altri.
              Io sono comunista
              Perché sono contro il libero mercato.
              Io sono comunista
              Perché desidero lottare tutta la vita per il bene dell'umanità.
              Io sono comunista
              Perché il popolo unito non sarà mai vinto.
              Io sono comunista
              Perché si può sbagliare, ma non fino al punto di essere capitalista.
              Io sono comunista
              Perché amo la vita e lotto al suo fianco.
              Io sono comunista
              Perché troppe poche persone sono comuniste.
              Io sono comunista
              Perché c'è chi dice di essere comunista e non lo è.
              Io sono comunista
              Perché lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo esiste perché non c'è il comunismo.
              Io sono comunista
              Perché la mia mente e il mio cuore sono comunisti.
              Io sono comunista
              Perché mi critico tutti i giorni.
              Io sono comunista
              Perché la cooperazione tra i popoli è l'unica via di pace tra gli uomini.
              Io sono comunista
              Perché la responsabilità di tanta miseria nell'umanità è di tutti coloro che non sono comunisti.
              Io sono comunista
              Perché non voglio potere personale, voglio il potere del popolo.
              Io sono comunista
              Perché nessuno è mai riuscito a convincermi di non esserlo.
              Composta domenica 23 dicembre 2007
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                Scritta da: Elisabetta

                Stella cadente

                Quanno me godo da la loggia mia
                quele sere d'agosto tanto belle
                ch'er celo troppo carico de stelle
                se pija er lusso de buttalle via,
                a ognuna che ne casca penso spesso
                a le speranze che se porta appresso.

                Perché la gente immaggina sur serio
                che chi se sbriga a chiede quarche cosa
                finché la striscia resta luminosa,
                la stella je soddisfa er desiderio;
                ma, se se smorza prima, bonanotte:
                la speranzella se ne va a fa' fotte.

                Jersera, ar Pincio, in via d'esperimento,
                guardai la stella e chiesi: — Bramerei
                de ritrovamme a tuppertù co' lei
                come trent'anni fa: per un momento.
                Come starà Lullù? dov'è finita
                la donna ch'ho più amato ne la vita? —

                Allora chiusi l'occhi e ripensai
                a le gioje, a le pene, a li rimorsi,
                ar primo giorno quanno ce discorsi,
                a quela sera che ce liticai...
                E rivedevo tutto a mano a mano,
                in un nebbione piucchemmai lontano.

                Ma ner ricordo debbole e confuso
                ecco che m'è riapparsa la biondina
                quanno venne da me quela matina,
                giovene, bella, dritta come un fuso,
                che me diceva sottovoce: — È tanto
                che sospiravo de tornatte accanto! —

                Er fatto me pareva così vero
                che feci fra de me: — Questa è la prova
                che la gioja passata se ritrova
                solo nel labirinto der pensiero.
                Qualunquesia speranza è un brutto tiro
                de l'illusione che ce pija in giro. —

                Però ce fu la mano der Destino:
                perché, doppo nemmanco un quarto d'ora,
                giro la testa e vedo una signora
                ch'annava a spasso con un cagnolino.
                Una de quele bionde ossiggenate
                che perloppiù ricicceno d' estate.

                — Chissà — pensai — che pure 'sta grassona
                co' quer po' po' de robba che je balla
                nun sia stata carina? — E ner guardalla
                trovai ch'assommava a 'na persona...
                Speciarmente er nasino pe' l'insù
                me ricordava quello de Lullù...

                Era lei? Nu' lo so. Da certe mosse,
                da la maniera de guarda la gente,
                avrei detto: — È Lullù, sicuramente... —
                Ma ner dubbio che fosse o che nun fosse
                richiusi l'occhi e ritornai da quella
                ch'avevo combinato co' la stella.
                Composta sabato 10 agosto 2013
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                  Scritta da: Elisabetta

                  L'onestà de mi' nonna

                  Quanno che nonna mia pijò marito
                  nun fece mica come tante e tante
                  che doppo un po' se troveno l'amante...
                  Lei, in cinquant'anni, nu' l'ha mai tradito!

                  Dice che un giorno un vecchio impreciuttito
                  che je voleva fa' lo spasimante
                  je disse: - V'arigalo 'sto brillante
                  se venite a pijavvelo in un sito. -

                  Un'antra, ar posto suo, come succede,
                  j'avrebbe detto subbito: - So' pronta.
                  Ma nonna, ch'era onesta, nun ciagnede;

                  anzi je disse: - Stattene lontano... -
                  Tanto ch'adesso, quanno l'aricconta,
                  ancora ce se mozzica le mano!
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