Poesie inserite da sintagma

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Scritta da: sintagma
Certi amori sono
figli ripudiati:
partoriti al buio,
per terra,
da madri
con le mani legate
e una benda
sulla bocca per
soffocare
le grida.
Restano
per terra,
in una pozza di sangue di placenta
e amnios,
luridi di sangue di placenta
e amnios,
dentro una culla
di sangue di placenta
e amnios,
coi pugni
mobili
contro il buio a
urlare
perché
nacquero soltanto per
morire.
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    Scritta da: sintagma

    Sogno

    Sei arrivata da me su un carro pieno di sonagli,
    carico dei frutti più polposi della terra.
    C'erano le fragole di maggio, il ribes schietto,
    le piccole more cresciute dolcissime
    timide tra cespugli di spine.
    E c'era l'uva nera. E tu eri nel mezzo.
    Col piede nudo calpestando le frutta,
    immersa in quel sangue aromatico
    di terra, tendevi verso me le
    mani aperte, perché da quel
    bulbo di carne io potessi bere.
    Sei arrivata da me come un vento d'oriente
    speziato di cedro e di cannella,
    corteccia di mirra,
    miele di zenzero,
    bronzo d'Egitto,
    caldo seno d'odalisca,
    vapore di samovar.
    Sei arrivata da me, giusto
    il tempo di capire,
    che nient'altro eri
    che il sogno ad occhi aperti
    di un'intensa notte d'estate
    brillante di stelle.
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      Scritta da: sintagma

      Ode alla mia sultana

      Quando il buon Dio
      creò l'universo
      mise il cuore nel palmo
      e rimase a guardarlo palpitare
      in silenzio.
      Poi il buon Dio
      racchiuse tutto
      l'universo in
      un uovo
      prese la mia sultana
      e glielo mise nel petto.
      Così ogni volta che
      la mia sultana
      ama
      si schiude l'universo come
      in quel primo giorno
      in cui fu creato
      il tempo
      il sole
      il cielo
      le stelle
      la luna
      il fiore e
      la mia sultana.
      Che è la prima
      di tutte le donne
      non perché nacque
      prima di tutte le donne
      prima perfino a Eva
      ma perché tutte le donne
      contiene
      nel grembo
      perché la mia sultana
      è madre
      è terra
      è un fiume di lava
      che tutto travolge
      che tutto fonde
      che avanza lento e
      infuocato
      che vuoi
      toccare ma
      le mani da
      preservare
      sono un ostacolo
      funesto
      funesto.
      La mia sultana sta
      ai piedi della croce
      con gli occhi più
      appassionati
      della terra
      raccoglie le lagrime
      di Gesù che
      muore e
      non si accorge
      di me
      che tolgo
      la corona
      di spine.
      La mia sultana è
      un pettirosso sulla
      spalla di un
      poeta
      un colibrì ch beve
      nettare
      da un fiore
      un'abbazia
      imponente
      in cima a
      un monte.
      Percorro l'erta
      arrancando
      e mi sorprende
      il profumo
      dell'estate
      che è il profumo
      della mia
      sultana
      odore di
      ginestra
      odore di
      roccia
      odore di erba
      selvatica cresciuta
      tra le rocce.
      Come un asino
      procedo
      in silenzio
      col capo
      chino.
      E nel mio sogno
      d'amore
      senza fine
      porto
      la mia sultana
      sulla groppa
      con un fascio
      di rose
      tra le braccia e
      una corona di
      ciliegio
      intorno alle
      tempie.
      E la mia sultana
      è sultana
      tra i fiori.
      E si schiude
      il mio cuore
      come quel primo
      giorno in cui
      fu creato
      il tempo
      il sole
      il cielo
      le stelle
      la luna
      il fiore e
      la mia sultana.
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