Poesie inserite da Francesca Zangrandi

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Scritta da: Francesca Zangrandi
Ho conosciuto una donna che aveva un figlio handicappato, il marito con un tumore e un figlio morto.
Ho accompagnato questa donna davanti alla tomba di suo figlio.
Non la ho mai sentita lamentarsi, non ho mai percepito un briciolo di rabbia in lei.
Ho conosciuto una donna nel periodo in cui mi tagliavo e quel giorno mi ha cambiato la vita.
È passato più di un anno e io non mi taglio più.
Quella donna mi ha fatto capire il valore della vita, e oggi l'unica tristezza che ho è che è dovuta servire la sua sofferenza a cambiare la mia.
Immagino i suoi perché, i perché di tutto quel male!
Eppure ogni persona che la sfiora non rimane immune alla sua vita.
Dio ha creato una santa sulla terra, una santa che purtroppo deve soffrire per trasmettere qualcosa a questo mondo.
Io volevo parlare di questa donna e magari rispondere ai suoi perché.
Io ora ho capito che ogni cosa ha un senso anche la sua sofferenza; perché magari a lei può sembrare ingiusta mentre intorno ha salvato anime più deboli dell'immensa donna che è.
Composta lunedì 19 ottobre 2009
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    Scritta da: Francesca Zangrandi
    Ti ho amato come ho amato il sangue
    ho voluto assaporarti e viverti come ho assaporato e vissuto il sangue
    Ti ho desiderato come ho desiderato il sangue
    Ti ho odiato come ho odiato il sangue
    ma poi sono tornata sempre...
    dipendente da te come d'altronde dipendente dal sangue
    Vi stavo dicendo addio perché eravate illusioni
    Il sangue non scorre più, ho vinto!
    Ho vinto il desiderio e la tentazione ma con te...
    amo perdere con te.
    Eri un'illusione ma ora sei una bella realtà da vivere.
    Hai odiato i miei tagli, i miei polsi e il piacere che mi davano.
    Hai odiato il sangue che per rispetto non hai mai visto, hai odiato e odii le mie cicatrici.
    Ma amore sii felice che ho abbandonato loro e non te.
    Composta mercoledì 28 novembre 2007
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      Scritta da: Francesca Zangrandi

      A mio padre

      Ho avuto un supereroe da bambina.
      Il mio supereroe era grande, bravo, non si arrabbiava mai, era forte ed era il mio Papocio.
      Ora sono grande e parlare di lui mi commuove.
      Per molti anni ho avuto un supereroe ma poi ho visto la realtà.
      Il mio Papocio si ammala, si arrabbia e sì, lo ho anche visto fragile.
      Il mio Papocio non ha sempre ragione e spesso il nostro rapporto è solo litigio.
      Io che urlo e lui che tace oppure lui che urla e io che taccio.
      Non ama le discussioni, è lunatico e iperattivo.
      C'è stato un giorno che non dimenticherò mai,
      il mio supereroe è stato male, non ferite fisiche, ma lacrime dell'anima.
      La sua fragilità ha ferito nel profondo la mia.
      Il mio eroe che piangeva?
      Soffrii tanto perché ho sempre avuto un senso di protezione verso di lui, ma in quel momento non potevo fare nulla.
      La visione di mio padre crollò in quegli anni e io ho sofferto per questo;
      ma ora, a tre giorni dal mio diciottesimo compleanno ho capito.
      In questo mondo già è difficile considerarsi uomini e donne figuriamoci supereroi.
      Ho avuto un supereroe da bambina e crescendo ho avuto un uomo come padre.
      Composta lunedì 9 marzo 2009
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        Scritta da: Francesca Zangrandi
        Sprofondo...
        io sono nata per sprofondare
        per conoscere del tutto questo immenso burrone.
        C'è chi nasce per parlare di trucchi, di vestiti, di poitica e di cose terrene.
        E c'è chi nasce per parlare di felicità,
        chi nasce per dipingere colori.
        Chi per sognare e basta.
        Io sono questo, sono nata per esporre a voi ogni angolo possibile del dolore.
        Sono nata per lamentarmi, per rimuginare, per dipingere sangue.
        Sono nata triste e bugiarda.
        Io sono nata maschera.
        E sapete cosa vi dico...
        sprofondo... nella luce.
        Composta mercoledì 24 giugno 2009
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