Poesie inserite da Francesca Zangrandi

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Scritta da: Francesca Zangrandi
Ti avevo detto "saremo di due mondi diversi allora"
tu con occhi tristi per quella verità già compresa mi avevi detto "già, è così".
In un attimo mi ritornano in mente le tue parole, amica ferita.
"Sono due le cose:
o ti andrà bene o sarai infelice.
E mi dispiace."
Ma io penso
"Non c'è un modo per avvicinare i nostri due mondi?
La penserà diversamente da me ma il cuore nostro batte all'unisono.
Mi ama e io lo amo.
Entrambi proviamo emozioni.
Perché l'uomo si crea una mentalità?
Perché è così fissato con le conferme?
Perché deve dire questo è giusto e questo no...
Dare solo il bianco e il nero delle cose?
Io credo che se aprissimo la nostra mente, annullassimo le nostre certezze e ci avvicinassimo agli altri
il mondo riuscirebbe a convivere serenamente.
Ma poi chi ha deciso che andrà male?
Le leggi dell'uomo che non tenta mai veramente né di modificarsi e né di modificare questo mondo?
Si potrebbe iniziare da piccole cose come noi due e arrivare a tutto il resto e far capire che in realtà di mondo c'è né uno
e che il nostro rapporto come altri può funzionare..."
Composta lunedì 1 febbraio 2010
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    Scritta da: Francesca Zangrandi

    Distruzione

    Sei tu che mi permetti di agire,
    di scrivere.
    Ho aperto la mia porta velocemente un'altra volta
    e ancora ho incontrato il mio carnefice.
    La fiducia che do è immensa e ancora
    mi ritrovo con troppe bugie nel cuore,
    ancora provo l'abbandono, ancora piango;
    non per amore ma perché è così.
    Io non amo ora,
    ma pur non amando i pugnali entrano nella mia carne e felici del
    loro lavoro incidono le iniziali.
    Non sono una carcassa da pugnalare
    ne uno svago
    non sono la bambolina paziente
    buona
    no
    non lo sono più!
    Chi entra non si siederà più nelle poltroncine comode
    con il drink in mano
    no!
    Sono stanca di fare feste per poi restare sola
    a raccogliere quello che gli altri buttano
    per terra
    sono stanca...
    Distruzione, così si intitola questa riflessione.
    Distruzione...
    Per la prima volta il titolo non riguarda quello che gli altri fanno a me, ma di quello che farò io...
    Gioisco in questo...
    Composta sabato 10 gennaio 2009
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      Scritta da: Francesca Zangrandi

      Ai normali

      Sto lavorando con delle persone chiamate "pazze", persone che vengono derise dalla comunità.
      Sto lavorando a stretto contatto con persone che vedono cose che nella realtà non esistono, che hanno tentato di uccidere loro stessi e gli altri per la bugia della loro mente.
      Sto lavorando con loro e ogni giorno mi domando: qual è il confine tra loro e me! Dov'è che finisce la normalità e inizia la pazzia?
      Cos'è accaduto alla loro anima per arrivare a ciò?
      C'era un ragazzo, mi ha guardata e nei suoi occhi ho visto il mondo, autistico e tanto altro quel ragazzo conosceva il mondo più di quanto lo conosca io; e so il perché... perché lui lo brama, lui vuole conoscerlo, e io che posso non lo osservo, lo do per scontato. Noi non siamo più abituati ad aprire la nostra anima alla vita, ad apprezzarla. Ho sentito le loro storie di vita e ho imparato che sono state le persone che chiamiamo normali a rendere loro malati, è stata la crudeltà nostra ad aver obbligato la loro mente a contorcersi per difesa.
      Sto lavorando con persone che chiamiamo pazzi solo perché cercano amore e protezione come le altre persone.
      Allora perché li chiamiamo così? Io lo so, perché cercano amore e protezione da noi che, ormai, siamo aridi dentro.
      Composta martedì 26 gennaio 2010
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        Scritta da: Francesca Zangrandi
        E in quell'attimo mi domando cosa è quella cosa che fa del corpo una finzione?
        Un teatrino dove a ballare sono solo scope?
        Molte volte il nostro corpo ci parla.
        Lo so perché ha parlato anche a me.
        Ma da te vuole scomparire ingannando la tua mente di esserci ancora.
        Non lo hai scelto, è vero, ma la tua anima ha bisogno di qualcosa, ha sofferto, e te lo sta dicendo.
        In questo momento mi hai detto la tua finzione e io ho paura, paura che sia una faccenda più grande di te e che io non riesca a starti vicina.
        Siamo qua tutte e tre, amiche da anni.
        Sono preoccupata e senza volere vi ho risposto male, amiche mie, poi sono stata in silenzio per un po'.
        Mi sono alzata e ho detto "Ciao io vado a casa".
        Ho commesso un errore.
        Composta mercoledì 13 gennaio 2010
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          Scritta da: Francesca Zangrandi
          Ero sull'autobus e vicino a me c'era un pazzo che continuava a piangere e urlare.
          Sentendolo ho pensato "Se ora iniziassi a piangere e urlare, renderei pazza me o più normale lui?
          Forse saremo pazzi allo stesso modo.
          Ma se tutte le persone in questo bus iniziassero a piangere e urlare allora sarebbe tutto normale?"
          Ero sull'autobus e vicino a me c'era un signore che continuava a piangere e urlare.
          Composta martedì 12 gennaio 2010
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            Scritta da: Francesca Zangrandi
            Insignificante ombra di un Sole che splendendo illumina tutto tranne te.
            Ti senti un nulla pieno di gelo senza riposo.
            Fino a che delle rocce fatte di movimenti non entrano nella tua oscurità, sudate e stufe di quel calore, e in quel momento ti senti unica, potente.
            Allora guardi quel Sole e sorridendo pensi:
            "Tu, insignificante Sole che riscaldi tutti per poi bruciarli.
            Piegati al mio oscuro raffreddamento di queste rocce che non sono né carne né ossa".
            Composta mercoledì 6 gennaio 2010
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              Scritta da: Francesca Zangrandi
              Sento che si avvicina qualcosa, ha colore, è caldo e non ha lame.
              Sento che ora il puzzle si sta sistemando e prende vita.
              Sento un velo che mi sfiora lasciandomi una sensazione di fresco e di pulito.
              Sento che il cuore si sta riprendendo, sento la mai voglia di ridere.
              Sento l'amaro in bocca e sento che non è più il centro di tutti i miei pensieri...
              Composta martedì 5 gennaio 2010
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                Scritta da: Francesca Zangrandi
                Sei sempre stata brava a disegnare i cuori,
                così perfetti.
                Io provavo a farli come i tuoi ma non mi venivano così belli.
                Ora chissà se li disegni ancora, chissà se scrivi un nome e poi metti tanti di quei cuoricini perfetti.
                Chissà se ti emozioni ancora.
                Non so perché scrivo su di te, non so perché ancora penso a te.
                So che stavo disegnando un cuore e non era perfetto.
                Non so disegnare un cuore ma so dare il mio, so mettere un'emozione su un foglio, so dare me stessa alle persone.
                Ma ora penso a quel cuore... così brutto, come la mia scrittura.
                So esprimere le mie emozioni ma non so dare una bella figura a esse.
                Ma penso che nella vita non sia la figura la cosa più importante ma quello che contiene.
                Credo che in quei cuori, deformati e brutti, io sappia mettere tutto il mio amore.
                Credo che nelle parole scritte male e brutte, ci siano i miei valori e verità.
                Sei sempre stata brava a disegnare i cuori, anche a scrivere, ma cara mia... le tue erano solo figure.
                Composta martedì 5 gennaio 2010
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                  Scritta da: Francesca Zangrandi
                  Abbiamo un incessante bisogno di ricerca.
                  Non siamo mai contenti di ciò che abbiamo, vogliamo sempre di più.
                  La vita non ti da tutto ciò che vuoi.
                  Tu morirai, già questo ti dimostra che le cose tendono a finire.
                  Non abbiamo tempo per avere tutto quello che vogliamo, dobbiamo scegliere le cose importanti.
                  La vita ti porta a desiderare...
                  La morte a scegliere.
                  Composta martedì 5 gennaio 2010
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                    Scritta da: Francesca Zangrandi
                    Fasi, Dio della prova, vedendo tutti quelli innamorati volle capire se per gli uomini era più importante amare o essere amati.
                    Dunque disse a un bambino: "Puoi scegliere tra due cose: tra amare e essere amato".
                    Il bimbo scelse la seconda.
                    Per anni il bimbo venne amato, coccolato, anche un po' viziato; ma lui non provava nulla, non sentiva nulla.
                    Il bimbo crebbe e divenuto adolescente il Dio gli disse: "Ora hai scoperto cosa vuol dire essere amato, da adesso in poi tu amerai."
                    L'adolescente ora provava tutto, ogni sentimento, sentiva il calore umano, sentiva il cuore battere più veloce... ora lui amava;
                    ma soffriva perché intorno a lui nessuno provava sentimenti, erano come pietre.
                    Divenuto adulto si presentò dinanzi a Fasi e egli gli disse: "Ora che hai provato entrambi i sentimenti, dimmi... Quale scegli per sempre?"
                    L'adulto lo guardò e disse: "Ho provato ad amare chi non poteva amarmi e sono stato amato da chi non potevo amare... Ora Dio... Rinuncio ad entrambi se non posso averli insieme."
                    Composta mercoledì 30 dicembre 2009
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