Poesie preferite da Giulio Pintus

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Scritta da: rainbow

Bolla de sapone

Lo sai ched'è la Bolla de Sapone?
l'astuccio trasparente d'un sospiro.
Uscita da la canna vola in giro,
sballottolata senza direzzione,
pe' fasse cunnalà come se sia
dall'aria stessa che la porta via.

Una farfalla bianca, un certo giorno,
ner vede quela palla cristallina
che rispecchiava come una vetrina
tutta la robba che ciaveva intorno,
j'agnede incontro e la chiamò: - Sorella,
fammete rimirà! Quanto sei bella!

Er celo, er mare, l'arberi, li fiori
pare che t'accompagnino ner volo:
e mentre rubbi, in un momento solo,
tutte le luci e tutti li colori,
te godi er monno e te ne vai tranquilla
ner sole che sbrilluccica e sfavilla.-

La bolla de Sapone je rispose:
- So' bella, sì, ma duro troppo poco.
La vita mia, che nasce per un gioco
come la maggior parte de le cose,
sta chiusa in una goccia... Tutto quanto
finisce in una lagrima de pianto.
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Vivi

    Non ci sono sogni irrealizzabili,
    ma solo sogni non realizzati
    Non ci sono obbiettivi non raggiungibili,
    ma solo obbiettivi non raggiunti
    Non esistono amori impossibili,
    ma solo amori non conquistati.
    Non esistono gli avvenimenti che accadono.
    Ma siamo noi a crearli.
    Corri dietro ai tuoi sogni, raggiungi i tuoi obbiettivi.
    Conquista i tuoi amori
    Non subire la vita... vivi.
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      Scritta da: Gaetano Toffali

      Lettera per una domanda di perdono

      L'esperienza ci ha strappati
      l'uno dall'altra, amore;
      l'esperienza ci ha rattristati
      l'uno nell'altra, amore;
      e il mio "tu" e il tuo "tu"
      si perdono nel vento:
      quale furtiva foglia
      asciugherà il pianto del rubinetto?
      Quale cotone assorbirà
      il mio canto?
      Io nudo come il cielo;
      tu troppo densa, troppo carica,
      troppo, troppo.
      Sbaglio le parole e suono
      come un peccato, come una percossa,
      come un tradimento, come una pazzia.
      E tu, se mi disegni a lungo,
      mi perdi. Ritrovami
      nel giuramento della sera:
      io sono
      il demone del dramma e della catarsi.
      Ma per raggiungerti in purezza
      dovrò mangiarmi le mani?
      La tua bocca mi guarda e io svanisco,
      insano dentro una perla
      umida di nebbia.
      Le tue mani mi dividono
      e io scivolo
      in un tempo di zanzare.
      Resta solo di me il bicchiere
      di questo seme sparso sul cuscino;
      le radici di questa barba
      che abbrutisce il cuore;
      il grido di questa gola
      che nessuna pastiglia addolcisce
      e questa rovina che assapora
      tutto il pudore che mi resta,
      tutta la malizia che ho consumato
      e tutto il canto.
      Vieni, e credi di nuovo
      che il mio corpo, sposo del tuo;
      che il mio silenzio, padre del tuo;
      che il mio canto, fratello
      della tua amarezza
      raggiunga il dio nel tutto che supplichi
      e s'allontana.
      Non ci sono più ossa, ma rose;
      non ci sono più muri ma strade;
      non ci sono più inverni, non ci sono:
      tra poco è marzo, vieni,
      camminiamo.
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        Scritta da: Debora Guerriero

        PARASSITI

        Ci sono sogni che ci inseguono
        in ogni attimo di silenzio,
        in ogni pausa della vita.
        Sono quei sogni che sono sfuggiti
        come scarafaggi al bagliore della luce

        Quei sogni che vivono di feccia e di illusioni,
        di debolezze e aridità.

        Sono insetti infidi che si annidano nelle crepe
        di una vita sempre in guerra... sempre all'erta.

        Sono sogni in errore...

        Sogni travestiti da farfalle
        che corrodono come tarli la mente
        che teme il futuro più del passato.

        Sono parassiti di una casa...
        dove le ragnatele sono amiche
        più del vento del cambiamento.
        Composta domenica 19 agosto 2012
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          Scritta da: Francesca Zangrandi
          Ho visto un signore con un bambino.
          Mi sono emozionata perché pensavo che anche mio nonno mi teneva la mano e mi aiutava a camminare.
          Sono passati anni ma in un modo o nell'altro oggi come non mai sento l'assenza di quella mano.
          Io oggi sento che quella mano contava.
          Non hai mai fatto vedere molto dei tuoi sentimenti e io non so perché ora conta questo.
          Sono passati anni ma io sto male adesso.
          Non ti ho pianto.
          Non ho pianto.

          Ho visto un signore con un bimbo
          e mi sei mancato.
          Composta giovedì 30 agosto 2012
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            Scritta da: Gaetano Toffali

            Gli innamorati sono come te

            Gli innamorati sono come me
            Che volano parole al cielo
            Ai tuoi occhi alla tua bocca
            Che non sanno trattenere
            Il dirsi "ti amo"
            Ad ogni minuto e ancora
            Che chiamano al telefono
            Per sentirti ancora un poco
            Che vogliono e rivogliono
            Sapere che ci sei

            Gli innamorati sono come me
            Che hanno paura adesso
            a dire le parole
            Dopo che il pianto
            li ha sconfitti tanto
            Che sentono dentro
            La voglia di tornare
            E hanno le parole
            avare nella bocca

            Gli innamorati sono come me
            Che scrivono più facilmente
            Che a dirlo amore
            Che non sanno parlare
            di fronte ai tuoi occhi
            ed è un dolce strano
            Il dirtelo dentro che ti amo.
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              Scritta da: margherita1

              Non ci sei mai stato

              Si racconta ciò che si conosce
              ed io di te non so nulla,
              eppure potrei parlare di te
              per ore e ore,
              inventando vocaboli nuovi
              creati nella mia mente malata
              solo per raccontare di te,
              potrei ritagliare come piccole foto
              ogni tua espressione
              e farne un'album da sfogliare
              per non perdere ogni sfumatura
              di quell'emozione che non sai,
              e poi per non perderti nel tempo
              seguirti in quei luoghi dove tu sei
              e che non vedrò mai,
              ma basterà sentire un luogo un nome
              ed io accoccolata nel ricordo che svanisce
              sfogliando il tempo passato
              tornerò là dove ancora sei.
              Composta lunedì 19 dicembre 2011
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                Scritta da: Mimmo Scoglio

                Il Buio

                Il buio
                è sceso su di me ,
                come bestia affamata.
                Sento le sue zanne,
                affondare dentro il mio corpo,
                approfittando della mia debolezza.
                Il dolore scaturire dal più profondo,
                che sempre più lancinante
                mi rende inerme.
                Belva rabbiosa,
                priva di sentimenti di pietà,
                brandisce incessantemente le mie carni.
                Ingorda vuole ingoiare il mio spirito,
                annullare la mia anima,
                prevalere sulla mia ragione.
                Il buio
                mi circonda
                sta avendo ragione di me.
                Eccomi
                irriconoscibile a me stesso,
                perso nella mia stessa ragione.
                Offuscato dagli attacchi dell’oscuro predatore,
                rigato in viso
                da sangue e lacrime.
                Mi guardo allo specchio,
                tento di fissare il mio viso ormai sfigurato,
                scoprendo solo ora,
                la mia umana figura!
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                  Scritta da: margherita1

                  Amiche Rondini.

                  Garriscono le rondini nel cielo
                  disegnando un arco perfetto
                  tra le nuvole della sera.
                  Con il naso in sù le seguo
                  voltando la testa.
                  Poi d'istinto apro le braccia
                  e volo lassù con loro.
                  Mi accolgono amiche
                  con le loro lucide piume,
                  m'insegnano  a planare,
                  a cavalcare le correnti
                  che il vesto sospinge.
                  Quassù l'aria è tersa,
                  il cielo si scruta da vicino
                  simile ad un grande mare
                  in cui è impossibile pescare.
                  Mi accerchiano festose,
                  con le dita sfioro le loro ali
                  che si inclinano ad ogni soffio,
                  laggiù il mondo annoiato
                  è  ignaro di tanta gioia.
                  Piccole cose, piccole case,
                  sfrecciano tra le cime degli alberi.
                  Io volo e le seguo
                  senza chiedere dove andranno,
                  loro sembrano saperlo
                  mentre io non saprei dove andare.
                  Una di loro si accosta a me
                  posa un'ala sul mio capo
                  come un bacio leggero,
                  m'invita ad una virata.
                  Saliamo più in alto
                  mentre il cuore scoppia senz'aria.
                  Compagne di volo
                  come aviatori provetti puntiamo
                  verso mete sconosciute
                  dove ci attendono
                  Nuove Primavere.
                  Composta lunedì 16 luglio 2012
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