Poesie preferite da Giulio Pintus

Questo utente ha frasi preferite anche in Frasi & Aforismi, in Frasi di Film, in Umorismo, in Racconti, in Leggi di Murphy, in Frasi per ogni occasione e in Proverbi.

Scritta da: Gianluca Cristadoro

Insieme

Ieri sera hai giocato con me,
col tuo papà.
Alla maniera che eri solita usare
da più piccina.

Era tempo che non lo facevi,
era tempo che non lo facevamo,
insieme.

Sintonie che si avvertono dal profondo.

Occhi illuminati
sgravati di quella diffidenza
che a volte il tuo sguardo rivela.

E la mia gioia rinasce
quando ti mostri
per quello che sei.

Una bambina.
In cerca di sé,
della donna che sarai,
di una roccia forte e sicura,
che ti protegga,
che ti sappia amare,
che con te navighi
il fiume delle emozioni.

Con te, insieme.
Composta lunedì 18 novembre 2013
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Scritta da: mor-joy

Come ti si dovrebbe baciare

Quando ti bacio
non è solo la tua bocca
non è solo il tuo ombellico
... non è solo il tuo grembo
che bacio
Io bacio anche le tue domande
e i tuoi desideri
bacio il tuo riflettere
i tuoi dubbi
e il tuo coraggio.

Il tuo amore per me
e la tua libertà da me
il tuo piede
che è giunto qui
e che di nuovo se ne va
io bacio te
così come sei
e come sarai
domani e oltre
e quando il mio tempo sarà trascorso.
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Scritta da: mor-joy

Soltanto non...

La vita
sarebbe
forse più facile
se io
non ti avessi mai incontrata.

Meno tristezza
ogni volta
che dobbiamo separarci,
meno paura
della prossima separazione
e di quella che ancora verrà.

E anche poco
di quella nostalgia impotente, che quando non ci sei
vuole l"impossibile
e subito,
fra un istante
e che poi
poiché non è possibile,
resta turbata
e respira a fatica.

La vita
sarebbe forse
più facile
se io
non ti avessi incontrata.

Soltanto
non sarebbe
la mia vita.
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L'ora dell'aperitivo velenoso

È per sentito dire
che so della tua vita,
certo ne parlano
per farmi stare male.
Sai come sono gli amici,
spesso tutto fuorché amici.
Sembra che prendano la mira
quando mi vedono apparire,
sembra che armino le lingue
per poi sparare.
Sparare parole che feriscono ogni volta
ma feriscono soltanto.
Non si può far morire
chi ci fa un po' divertire.
E c'è chi gioca
a fare finta di non sapere
e ripete di nuovo
il - come va -
della volta prima.
C'è poi chi se la gode
del mio gran soffrire
e ride soddisfatto
guardando in viso il suo bicchiere.
Qualcuno parla meno
come se non gli importasse
ma aspetta solamente
"la prossima occasione"
l'occasione giusta
per il colpo di frusta.
Contribuiscono tutti quanti,
ognuno a modo suo,
al mio soffrire.
Ma solo quando mi volto
si fanno i complimenti.
Davanti alla mia faccia
sono pieni di premure.
Non perdono occasione
per farmi ricordare
che ancora esisti
e che stai bene,
che io non ho perso niente.
A parte "tutto"
penso io.
Ma era un tutto così nascosto
e solo da parte mia
che neppure so dov'era
se c'era,
adesso dove sia.
Ed anche per stasera
ho già pagato il prezzo per la compagnia.
Volto le spalle a tutti
ed esco a capo basso,
ed ai richiami per restare
scuoto la testa
come i cani dai lunotti delle auto
e faccio no-no con l'indice su dritto.
E non mi volto non per non lo fare
ma solamente per non far vedere
che anche stasera hanno mirato giusto,
parlato agli occhi per farli lacrimare.
E penso dentro me:
- schifosi amici buona notte,
adesso fate un giro di bicchieri
alla salute della battuta più cattiva.
E datevi appuntamento per domani,
tanto è sicuro che ritornerò
a farvi divertire,
a farmi schifo,
a stare
come solo si sente
chi come me
non ha la forza per cambiare,
ed in quel tutto che ha perduto
ha al primo posto la dignità
e poi l'onore.
Composta sabato 20 luglio 2013
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Ritorno alla periferia del mare

le tue scritte "ti amo"
con le tante o fino alla fine del muro
seguite da i suoi
"davvero?" con i punti interrogativi
fino alla fine del muro
sono state quasi cancellate
da mille spruzzi di mare,
dall'acqua delle piante annaffiate,
dalla pioggia
o dalle pallonate al muro fattosi porta
date da ragazzi diventati mai grandi,
cresciuti soltanto in stupidità,
senza alun rispetto per l'amore a parole,
quello fatto di vernice sui muri.
Il cortile è lo stesso,
biciclette appoggiate,
una miseria diversa
una miseria straniera
che non ha cancellato la nostra,
due miserie convivono.
Come del resto i padroni,
i ladroni.
I capelli hanno cambiato colore,
la testa ha cambiato mille volte bandiera,
il cuore no.
I tatuaggi sul corpo sono anch'essi segni sbiaditi,
nessuno li ha mai annaffiati o colpiti,
piccoli fili caduti.
Le ferite che hai dentro
quelle si sono solchi profondi,
se ci infili il dito lo tiri su rosso e bagnato.
Ed ogni tanto ti riappare alla vista
non sai neanche dove,
ne come,
l'unica traccia rimasta delle scritte sui muri,
quel punto interrogativo,
unica certezza.
Composta giovedì 9 maggio 2013
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un “venticinque” anni fa

Tu
in cucina,
i capelli scomposti,
un grembiule allegro
come il tuo viso di festa,
profumo di spezie straniere
pentole al fuoco.
Un pranzo speciale,
il pranzo di natale.
Per me un natale,
per te ancora
un giorno da festeggiare.
Il tavolo pronto,
ogni cosa al suo posto,
il senso di casa.
Il futuro ancora fuori dalla porta,
al freddo,
non avrebbe mai bussato.
Composta venerdì 10 maggio 2013
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Vengo spesso a trovarti

Attraverso il tuo corpo
ma non lascio tracce,
lo attraverso quando lui ti stringe,
quando sei triste e piangi.
Quando ti siedi e leggi
resto accucciato sulle tue ginocchia,
tanto non ho peso.
Ti tengo stretta
anche se non mi senti,
sono niente.
Ti sto sul collo col mio fiato
che non esiste,
è filo d'aria dalla finestra.
Capita che per rabbia
graffi la tua pelle
ma non lascio segni.
Sento i tuoi sfoghi quando parli sola,
quando ti spogli godo del tuo corpo
e se lo fai per lui
godo dell'esser stato il primo.
Sfioro l'anello che ti misi al dito,
quando lo togli per far l'amore
e mi domando se è davvero amore
o solamente senso del dovere
verso il tuo corpo da appagare.
Forse potrei chiederlo al tuo cuore,
e lo farò in un momento migliore,
quando si sarà davvero
messo in pace
come diceva la tua voce
forte,
quando sbattei in faccia a te
e a me
tutte le cose
e tutte le porte
e me ne andai,
non come pensavi tu
a viver meglio chissà dove,
ma ad affrontare l'ultima delle prove
quella più dura
quella che si perde sempre,
quella che trasforma la vita fino a ieri in un passato
senza presente
senza più futuro
tre metri sotto terra o dentro un muro.
Composta lunedì 17 giugno 2013
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I portici di Bologna

Il tuo telefono continua a squillare,
arrivano messaggi.
Il tuo telefono trasmette la rabbia,
il dolore di chi ti perde.
Noi siamo in tre,
quattro col telefono.
Tu ti senti vincitrice,
io non partecipo alla tua vittoria.
Mi sento perdente,
come chi continua a chiamarti
a cercarti.
So che se scappo
mi rincorrerà
il tuo urlo di disprezzo.
So che se resto
fra un po' sarò io
quello che è lui adesso.
L'uomo che ti chiama,
quello che ti cerca,
che ti serve
perché tu possa far vedere alla prossima vittima di turno
quanto è fortunato
ad entrare nella lista,
a soffrire per te.
Composta sabato 27 luglio 2013
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