Poesie preferite da Giulio Pintus

Questo utente ha frasi preferite anche in Frasi & Aforismi, in Frasi di Film, in Umorismo, in Racconti, in Leggi di Murphy, in Frasi per ogni occasione e in Proverbi.

Scritta da: margherita1

Amore di more amare

Guardo il solo che sa di sale
mi sento sola in questa sala.
Che vuoto!
Vola laggiù la vela
penso a quel vile che niente vale
Che pena!
Gli diedi la mia rosa
in un mano di raso, lui me la rese
facendo tabula rasa.
Che scema!
Eppure ancora lo sento
mi appellerei ad ogni Santo
farei preghiera di questo sunto.
Che illusa!
Ma ancora spero in questo
amore che al cuore spara.
Che male!
Composta venerdì 4 maggio 2012
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO

    Le stagioni dell'amore

    Un cuore ferito da una freccia
    su tronco bianco di pioppo
    ci richiama la giovinezza:
    amore dolce di primavera.

    Insieme su spiagge tropicali
    camminiamo sotto il sole
    bruciando l'estate e i furori.
    Innamorati e carichi d'anni
    guardiamo passare i calendari
    marcati con i passi dei figli.

    Siamo sempre due sotto il cielo
    aspettando la pioggia e le stelle.
    Cadono le foglie, l'albero è spoglio,
    è arrivato anche il nostro autunno.

    Il sipario si apre su orizzonti
    dove noi due siamo le ombre.
    Noi camminiamo ancora insieme
    come l'edera che ricopre il muro.
    Insieme abbiamo creato un giardino
    pieno di rose, crisantemi e rosmarino.

    Finalmente è arrivata anche la neve:
    tutto è pulito come il silenzio,
    i nostri baci sono carezze dell'anima,
    i nostri occhi lo specchio del tempo,
    le nostre mani ceste di offerte.
    È arrivato anche il nostro inverno.

    I furori ormai sono onde tranquille,
    il cuore è maturato con gli anni
    nel giardino è sbocciato l'amore.
    che cresce con le stagioni
    e matura solo quando si muore.
    Composta mercoledì 23 novembre 2011
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Antonio Prencipe

      La figlia della nebbia

      Lui non si vergogna...
      Brava piccola conta fino a dieci
      che papà ti porta in campagna
      a guardare i cavalli che in quei
      giorni ingordi ti strappavano un sorriso.
      Mamma ingoia la verità
      in grazia di Dio se ne andato,
      nella fossa scaveremo piano
      l'incesto gesto...
      Piccola continua a giocare...
      Rincorri l'ingenuità papà
      arriverà a passi lievi come un incubo
      nascosto sotto il cuscino.
      Mamma non credeva alle parole
      di una figlia straziata, umiliata.
      Negli occhi della gente pareva
      un uomo distinto il tuo papà...
      Mamma non voleva vedere i passi
      assordanti dirigersi pian piano
      nella cameretta dorata...
      Brava bambina fai la donna,
      soffri in silenzio con un nodo
      all'anima e un cuore deturpato...
      Nascondi i tuoi occhi al sole
      il buio tuo unico amico nel letto
      ti coprirà come un fratello...
      La luce del tempo ti regalerà
      di nuovo quella purezza portata via
      d'avanti ad un crocifisso...
      Hai chiuso a chiave te stessa.
      Portavi margherite alla maestra strappavi
      i petali per fargli capire cosa significa
      essere figli della nebbia.
      Si faceva troppo presto sera.
      Ti sfondava il corpo, teneva larghe le gambe,
      il sangue macchiava le lenzuola bianche...
      E in quei lordi momenti morivi
      dentro una lacrima...
      Dodici anni la luna caduta accanto al capo,
      il sangue consumato dal vento.
      Piangere è impossibile
      una margherita decapitata sulla lapide muta
      in ricordo della nebbia che offuscava
      gli anni morti assieme lui.
      Si cresce e la meta è ancora lontana...
      E chissà se un giorno si potrà
      urlare con accanto un arcobaleno
      da osservare: "Vita io ti difendo non ti cambio".
      Si sta così bene nella rabbia che perdonare
      diventa impossibile.
      Niente ricopriva il tuo corpo
      solo un sorriso in onore del tuo aguzzino.
      Composta venerdì 16 dicembre 2011
      Vota la poesia: Commenta
        Il dono tuo, il quaderno, è dentro la mia mente
        scritto tutto in memoria imperitura,
        che assai più durerà di quelle vuote pagine,
        oltre ogni termine, fino all'eternità.
        O almeno fino a che la mente e il cuore
        avranno da natura la facoltà di esistere,
        finché al labile oblio non daran la lor parte
        di te, il tuo ricordo non potrà cancellarsi;
        quei miseri appunti non potrebbero tanto contenere
        né mi occorre un registro per segnare il tuo amore;
        per questo ho osato dar via il tuo quaderno,
        fidando invece in quello che meglio ti riceve.
        Il tenere un qualcosa che serva a ricordarti
        equivarrebbe a ammettere ch'io so dimenticarti.
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Marco Giannetti

          Angoli di cielo

          In questa notte di estate incontro il tuo sguardo,
          lontano,
          in un angolo di cielo.
          Un posto dove nessuno parla,
          dove nessuno spia,
          dove nessuno ascolta.
          In un angolo di cielo
          ci sono stelle ruffiane,
          illuminano il buio,
          con confidenza,
          senza avarizia e,
          non romanzano solo i belli,
          Le stelle son mute,
          son fate turchine,
          fanno splendere il mondo.
          Illuminano i cuori,
          fanno svanire l'amarezza.
          Le stelle più belle asciugano lacrime
          che nessuno vede,
          che nessuno comprende-
          Il sorriso del cielo dà solo amore,
          amore senza inganno.
          basta saperlo incontrare
          Basta saperlo guardare
          Tutto accade, nelle notti più buie.
          Composta martedì 2 agosto 2011
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Marilena Aiello
            Ho scritto una poesia per te e tu non lo sai
            ho pregato per te e tu non lo sai
            ti ho cercato sui fogli del mondo e tu non lo sai.
            Ho aperto la finestra e l'ho detto sottovoce
            con gli occhi persi nella luce nuova di primavera.
            Un garofano, in una gabbia a forma di vaso, mi ha sentito
            e al pettirosso lì in sosta l'ha raccontato.
            Così piccolo, così ingenuo, lui al vento l'ha cantato.
            Ad un gabbiano il motivo è piaciuto
            e per miglia di mare l'ha fischiettato.
            L'ha udito una volpe, un falco e un riccio
            e per cento alberi è riecheggiato.
            Di ramo in ramo, di fiore in cespuglio
            di ape in picchio, di orso in marmotta
            tutti a cantare un unico suono d'amore.
            Non so chi sulla tua spalla s'è posato,
            non posso indovinare quale canto hai udito,
            so solo che il telefono ha squillato
            e la tua voce, dopo anni, ho risentito.
            Composta venerdì 23 marzo 2012
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Nello Maruca

              V

              In croce al posto di essere spergiuro
              Quei ch'affossar pote mondo sotterra,
              umil soggiace a man crudel che sferra
              frusta su corpo gentil, docile e puro.

              E tutt'intorno annerisce: È scuro.
              Assordante boato scote la terra
              qual più mille cannon tonanti in guerra
              e squarcio corre per lo cielo oscuro.

              Ed Ei spirò, e l'Alma da Suo petto
              uscio; trema lo Cielo ed è tremor
              di terra. Centuria tutta è terror.

              Centurione, pur ei, ghiaccio da timor
              destra man porta su gelido petto
              e per malvagità di pria mostra terror.
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: Sir Jo Black

                Sul piazzale

                Guardo il vuoto intorno.

                Sento il silenzio lasciato dalle auto
                che passano.

                Sento il silenzio lasciato dalle persone
                che passano.

                Osservo le attese...
                Io non attendo.

                Non attendo in questa piazza
                piena di vuoto.

                Vorrei rubare sorrisi
                per metterli sul viso:
                triste.

                Vorrei lasciare sorrisi
                agli occhi di chi attende
                nel vuoto,
                ma non ne ho più.

                Vorrei regalare speranze
                a chi attende nel vuoto,
                ma le mie sono sabbia.

                Sabbia
                che il vento spande,
                inutile sulla piazza.

                Nessuno che regali:
                un sorriso
                una speranza?
                Vota la poesia: Commenta