Poesie preferite da Giulio Pintus

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Scritta da: Elena Piccinini

Il Veliero

Vorrei dedicarti una poesia
per illuminare il tuo viso
e vederti felice.
Aspettare il tramonto più sereno
e la notte più solenne
per disegnarti un veliero
nel cielo stellato.
Vorrei ridarti gli anni perduti
e sussurrarti che domani
sarà un giorno diverso.
Chiudi gli occhi, ti regalo un istante.
Il veliero nel cielo spiegherà le sue vele
e ogni stella che incontrerai
sarà il mio pensiero per te
Anima mia.
Composta mercoledì 4 marzo 1998
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    Scritta da: Nello Maruca

    VIII

    Cheta tuo pianto, Maria, io son risorto
    ma asceso ancora non sono in Casa
    augusta e or, che tu di tanto persuasa,
    dona di tuo sapere agli altri apporto.

    Corre la Santa Vergine ver l'orto
    ma di brillanza nobil Figura invasa,
    a passo lesto ed andatura decisa
    appare vivo e non con viso morto.

    Abbraccia Mamma con affetto il Figlio,
    stringe lo Figlio al petto la sua Mamma
    indi Giovanni cinge Madre e Figlio.

    Tornate o Voi cari ai vostri affari,
    Io salgo lesto da Colui che infiamma
    e che bontate spande senza pari.

    Piange la Santa Vergine e s'affligge
    e tra le sante braccia Egli la regge:
    Vai santa Donna, ritorna a tua arte;
    lo sai, non son di qui, ma d'altra parte.

    Il Padre mio m'attende in alto Loco,
    non posso rimaner nemmanco un poco,
    presto sarò di nuovo in questo luogo
    onde lenir l'umano dal suo giogo.
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      Non aver premura

      Perché hai premura?
      Fermati un istante
      Ascolta il verso delle cicale
      In una notte d'estate
      Perché hai premura?
      Fermati ad osservare
      i passi lenti di una tartaruga
      Perché hai premura?
      Prova ad odorare il profumo della zagara
      Nel giardino dei tuoi ricordi
      Mentre guardi il cielo stellato
      Perché hai premura?
      Ascolta il mormorio del mare
      in una notte d'agosto
      il suo profumo il suo silenzio
      Perché hai premura?
      Ritorna ad ascoltare
      l'eco delle ninne nanne
      Le carezze della mamma
      La voce rauca del papà
      Perché hai premura?
      Fermati ad ogni stazione
      Che ti conduce a casa
      Mentre ascolti il fischio del treno antico
      Affacciati al finestrino e fatti
      Sporcare di fumo nero in galleria
      Perché hai premura?
      Impara ad ascoltare il cinguettio
      D'uccelli in un bosco al fiorir dell'alba
      Perché hai premura?
      Guarda negli occhi un piccolo bambino
      Nelle corsie delle speranze
      Che sorridente ed ignaro
      Forse Domani non c'è più
      Perché hai premura?
      Impara ad osservare lentamente
      il sipario di un teatro
      quando si chiude
      Questa volta però
      non battere le mani
      Sorridi.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Dalla spiaggia

        C'è sopra il mare tutto abbonacciato
        il tremolare quasi d'una maglia:
        in fondo in fondo un ermo colonnato,
        nivee colonne d'un candor che abbaglia:
        una rovina bianca e solitaria,
        là dove azzurra è l'acqua come l'aria:
        il mare nella calma dell'estate
        ne canta tra le sue larghe sorsate.
        O bianco tempio che credei vedere
        nel chiaro giorno, dove sei vanito?
        Due barche stanno immobilmente nere,
        due barche in panna in mezzo all'infinito.
        E le due barche sembrano due bare
        smarrite in mezzo all'infinito mare;
        e piano il mare scivola alla riva
        e ne sospira nella calma estiva.
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