Poesie preferite da Giulio Pintus

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Scritta da: margherita1

L'amica dell'amico

Passeggiamo a notte tarda
i nostri passi rimbombano
nel buio che ci segue.
Sono ore che parli di lei,
e soro ore che ti consolo.
Dispenso consigli sul da farsi,
ti assecondo nel tuo farneticare,
asciugo le tue lacrime
che bruciano in me
come piombo fuso.
Sei in collera con lei,
arrabbiato con te stesso.
Cerco di mettere pace
tra i litigi d'innamorati.
I tuoi passi veloci
mi lasciano indietro,
ti rincorro mentre parli.
Lo squillo nella tua tasca
squarci l'aria
nella strada deserta.
Ora ridi, piangi, dici:
Si, si, si amore!
Mi mando un bacio
con la mano mentre
ti allontani felice.
Sulle tue labbra leggo
'sei un'amicà!
Sì sono tua amica
che mai sarà tua amica.
Prendo il cuore e lo getto
nel cassonetto aperto.
A che mi serve ormai?
Composta mercoledì 27 giugno 2012
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    Scritta da: DANA

    Il bambino con tre anime

    Ho conosciuto Dio un giorno qualunque
    Non si è annunciato in modo spettacolare
    Aveva gli occhi pieni di speranza di una coppia di mezza età
    Ma io vedevo un unico grande amore
    e seduto che mi guardava un bambino fortunato con tre anime

    Ho conosciuto Dio un giorno qualunque
    l'ho visto nell'accoglienza che mi avete offerto
    a me perfetta sconosciuta capitata li per caso
    Mi avete aperto la vostra casa e regalato le emozioni di una vita
    e il bambino con tre anime mi ha sorriso

    Ho conosciuto Dio un giorno qualunque
    Nel toccare il vostro amore così profondo
    Nel vedere i vostri occhi sorridere ad un racconto che mi ha devastata
    Come madre non voglio immaginare il dolore, la perdita di un figlio
    e il bambino con tre anime giocava sereno

    Ho conosciuto Dio un giorno qualunque
    quando mi avete mostrato le foto dei vostri due bellissimi figli
    quando li avete chiamati angeli la vostra forza mi ha contagiato
    erano bellissimi nelle vesti umane ora lo saranno ancor di più
    e il bambino con tre anime mi ha mostrato un suo disegno

    Ho conosciuto Dio un giorno speciale
    Avete cancellato il disagio che mi aveva invasa
    Con un onda calda di spontaneità, e non c'era nessun fine
    e non vi ringrazierò mai abbastanza
    Per avermi fatto conoscere il vostro unico figlio
    Il bambino con tre anime mi ha dato un bacio.
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      Scritta da: margherita1

      Il rumore del silenzio

      Sshhh!... non parlare.
      Lascia questo silenzio
      sospeso tra noi.
      Fermalo solo un attimo.
      Fa che io possa riempirlo
      di mille pensieri,
      inventare un amore,
      dargli il significato
      che sento.
      Lo senti questo silenzio?
      Solo il mio battito
      lo disturba.
      È così perfetto
      il tuo volto immobile,
      la tua bocca che
      ancora deve schiudersi,
      mi fa immaginare
      di sentire le parole
      che vorrei.
      I tuoi occhi ancora chiusi
      mi fanno sperare
      che quando si apriranno
      vedranno il mio viso
      specchiato d'amore.
      Ancora un attimo
      e l'incanto si spezza.
      Il silenzio si riempe
      di mille rumori.
      Poggio un dito
      sulle tue labbra.
      Sshh!... non parlare
      se non puoi dirmi
      ciò che voglio sentire,
      allora sarò io a parlare
      e ti racconterò
      la storia di un amore
      nato nel silenzio
      che non può più tacere.
      Composta giovedì 24 maggio 2012
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        A mia madre

        Mi manca il pane di mia madre
        Il suo caffè
        La sua carezza
        Che cresce con la mia infanzia
        Giorno dopo giorno
        Amo la vita
        Perché se morissi
        Non sopporterei il pianto di mia madre!

        Accoglimi se un giorno diventerò
        Mascara per le tue ciglia
        E coprimi le ossa di erbe
        Portate dal tuo candido seno
        E stringimi forte
        Con una ciocca dei tuoi capelli
        Con un filo del tuo abito
        Sperando di diventare un dio
        Diventerò un dio...
        Quando toccherò in fondo al tuo cuore

        E quando tornerò, usami come combustibile
        Per rischiarare il fuoco
        Come filo da bucato sul terrazzo di casa
        Perché non posso resistere senza la preghiera dei tuoi giorni
        Sono invecchiato
        Ridammi le stelle dell'infanzia
        Perché possa condividere coi giovani uccelli
        La strada del ritorno
        Verso il nido della tua attesa!
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          Scritta da: margherita1

          La lacrima

          Piangevo quel giorno,
          era uno di quei giorni
          che non dovrebbero
          vedere la luce del sole.
          Invece non ho potuto fermarlo,
          mi si è scagliato addosso
          e io senza riparo
          ho alzato le mani
          in segno di resa.
          Ma eccola lì
          la lacrima maledetta,
          quella che doveva
          rimanere al suo posto,
          invece si è catapultata fuori
          sfacciata e prepotente.
          Abbiamo lottato a lungo
          ma ero così debole!
          E lei si è tuffata di testa
          dentro al mio male.
          Non sono riuscita
          a prenderla al volo
          per scagliarla contro il muro.
          Anzi ancora più gagliarda
          proseguiva la sua corsa.
          Poi la tua mano
          l'ha raccolta sul cadere
          e lei intimorita
          si è acquattata nel tuo palmo.
          Si è spalmata liquida e salata
          tra le dita.
          Pentita del suo danno
          e ravveduta, ci ha guardato.
          La sua lucida trasparenza
          ha preso colore,
          poi un leggero brillio
          e infine sazia d'amore
          ci è esplosa tra le mani
          lanciando in aria
          coriandoli di luce.
          Abbiamo intrecciato le dita
          imprigionandola
          per non farla scappare.
          Lei quieta si è addormentata
          cullata dal  mormorio
          delle nostre voci.
          Composta giovedì 31 maggio 2012
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            Scritta da: Antonio Prencipe

            I sassi si sgretolano nel vento

            La gente pensa che il tempo
            guarisca il dolore.
            Si sbaglia, il tempo anestetizza il dolore,
            lo fa sembrare meno amaro e lacerante
            di quel che è...
            Niente passa, tutto si nasconde dietro
            un graffio, un livido grande
            quanto un sole nascosto nelle lacrime
            di catrame che ho gettato, ho perso
            ed ora mi rendo conto di non averle più,
            le ultime le ho perse nel sale
            mischiato al sudore e alla sabbia.
            Ricorderò gli schiaffi,
            le unghie cadute da due mani giunte,
            le ciglia prendere fuoco nella pioggia,
            i sassi gridare per poi sgretolarsi nel vento,
            i petali di rosa sulle bare bianche,
            i silenzi di due amanti abbracciati
            come se la notte non finisse mai.
            Ma quale amore,
            io voglio soltanto fumare e bere vino
            a mezzanotte immerso nei ricordi
            e nella notte mia unica madre.
            Soffrire per amore ma chi me lo fa fare
            preferisco affogare nei sorrisi
            che il diavolo seduto sopra il mio
            cuore riesce a donarmi sussurrando speranza
            alle orecchie sorde della mia anima guerriera.
            Sono uscito di casa ed ho visto
            cadere il mare dentro un vento spento.
            Voglio essere libero in questa
            prigione che la gente comune chiama libertà.
            Donerei gli anni miei a coloro
            che di fame muoiono in Africa
            o in un cartone dimenticato da Dio.
            Mi strapperei gli occhi e li donerei
            a tutti coloro che non hanno mai
            visto una farfalla squarciare un fiore.
            Si muore due volte e si rinasce
            solo una volta dentro un diamante sommerso
            da una strana polvere malinconica.
            Siamo destinati ad un unico grande amore,
            il mio l'ho già perso assieme al cuore.
            Composta mercoledì 23 maggio 2012
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              Scritta da: margherita1

              La stazione

              La stazione tace di voci
              a quest'ora della notte.
              La luce fioca tra i binari
              mi nasconde alla vista
              dei viaggiatori assonnati.
              Quanta vita ci può stare
              dentro una valigia?
              Ieri era pesante di speranza
              stanotte è leggera  come una piuma.
              Ho  ho lasciato tutto lì
              non voglio altre zavorre.
              Nulla che possa ricordare
              una giornata da dimenticare.
              Laggiù nella città che dorme
              dormi anche tu accanto
              ad un posto vuoto.
              Lo stridere dei freni,
              il treno spalanca le sue porte
              mi spaventano come occhi bui.
              Ancora uno sguardo indietro.
              Ora scorrono veloci le luci,
              dal finestrino pezzi di case,
              ritagli di strade , campi deserti.
              Tutto tace eppure ti sento
              dormire tra lo sferragliare
              del treno.
              Composta venerdì 11 maggio 2012
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                Scritta da: margherita1

                Mattino a casa mia

                L'alba si intrufola tra i rami scarni,
                la nebbia si attarda nell'aria fredda
                nascondendo alla vista i fossi.
                Le scarpe bagnate di rugiada
                accompagnano i miei passi
                sul terreno erboso e umido.
                Ancora in fondo macchie di neve
                si impigriscono al pallido sole
                che lotta per bucare le nuvole.
                Abbracciata alla sciarpa colorata
                che macchia il grigio intorno.
                La visione d'insieme è sorella
                del mio sentire.
                Allora muta aspetto guardando il cielo
                indeciso se scoppiare in un triste pianto.
                Torno a casa, accendo il fuoco,
                calore e colore si diffondono,
                la tazza calda del caffè scalda
                i miei guanti rossi e pian piano
                come abbraccio di madre
                anche la mia anima malata
                ne trae ristoro.
                Anche il sole si è deciso.
                Un raggio tiepido e appena sfumato
                si appoggia al davanzale della finestra
                accennando un timido sorriso.
                Composta giovedì 3 maggio 2012
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