Poesie inserite da GIUSEPPE BARTOLOMEO

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Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
La vitalità dei bambini è l'allegria di Dio
che si manifesta nella gioia innocente
di chi ancora non conosce la malizia
ma vive di stupore sotto la pioggia
sotto il sole o in aiuole piene di fiori.

I bambini sono l'innocenza fatta carne
in un amplesso amoroso dei genitori.
Quando il cuore trabocca di vero amore
il sorriso paterno di Dio fa germogliare
in noi esseri umani il soffio della vita.

I bambini sono il futuro del nostro mondo
la semplicità fatta carne e sogni germogliati
su questa terra ricca di sorprese e dolori
ma tutto si dimentica quando l'amore canta
e nella cuna di una casa germoglia l'amore.

Cantiamo il nostro inno più bello alla vita
mentre abbiamo ancora la forza per cantare
insieme ai bambini che giocano al girotondo
dove il mondo diventa un gioco di fantasia
e la fantasia la più bella cosa del mondo.
Composta giovedì 28 febbraio 2019
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    L'umida nebbia ci ha nascosto l'orizzonte
    per aiutarci a meditare un po' su noi stessi
    sotto la cappa bianca di intimo puro pudore
    lavandoci di dentro e di fuori le apparenze:
    eliminando così timori, rancori e falsi colori.

    In piedi senza le lunghe ombre che ci spiano
    possiamo captare nei vari respiri della gente
    la tristezza, il malumore, l'affetto e l'amicizia
    che ognuno di noi ci nascondiamo dentro.

    Spesso i lontani orizzonti sono inaccessibili
    perché ci riempiono gli occhi di colori ardenti
    mentre se captiamo nel silenzio un messaggio
    il cuore lo matura e lo fa sbocciare in un fiore.

    La nebbia ci invita a scoprirci così come siamo
    senza pezze a colori per coprire amare illusioni.
    Nella solitudine e nel cielo umido che ci copre
    le buone idee sbocciano come stelle nella notte.

    Cerchiamo di capire prima di tutto noi stessi
    chiamati a essere onesti, sinceri e servizievoli.
    L'umanità con nebbia negli occhi ogni giorno
    sarebbe come vivere senza luna e senza sole.
    Composta martedì 16 aprile 2019
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      Mi hanno dato una batosta nel cuore
      mentre gironzolavo con i miei ricordi
      su un sentiero che mi portava in collina
      dove da ragazzo cacciavo piccoli uccelli
      cercando sotto le foglie funghi freschi.

      Giovinezza e vecchiaia oggi giocano
      in un'altalena che mi portano lontano
      su monti lucani con querce maestose
      ruscelli che cantano il loro ritornello
      insieme ai granchi che mi guardavano.

      Allora ero un ragazzino a servizio di altri:
      appresi a studiare, lavorare e sognare
      crescendo in età e a chiudere gli occhi
      su cose che restano appese nel cuore
      come i soldi che i devoti appendevano
      al santo patrono durante la processione.

      Adesso sono sotto l'arco della vecchiaia
      leggendo il mio diario vissuto non scritto
      incollato nella mia memoria che non muore
      perché tutte le cose brutte e belle feriscono
      e gioiscono ma non escono mai dal cuore.
      Composta domenica 31 marzo 2019
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        Camminare soli sull'orlo di un grande precipizio
        dove l'abisso nasconde dei volti senza nome
        vuol dire che siamo in cerca di echi umani
        che pendono dai fili di ragnatele ancestrali.

        Gli abissi sono variazioni di posizioni di vista:
        siamo in alto e guardiamo giù nella profondità
        se siamo in basso guardiamo in su alle vette.
        Saliamo e scendiamo la montagna della vita.

        La vallata e i monti, il cielo e la terra, su e giù:
        gli estremi della nostra umana e celeste natura
        salendo e scendendo scale ripide dell'esistenza.
        Continuiamo a giocare sull'altalena della vita.

        Ammiriamo con gli occhi la tavolozza dei colori
        nascosti nell'aria che continuamente baciamo
        inspirando ed espirando con i nostri polmoni
        mentre il cuore segue il suo ritmo per amore.
        Composta venerdì 15 febbraio 2019
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          Dopo quasi settant'anni vissuti
          sognando sempre di vivere libera
          senza briglie in mani di cavaliere
          si scopre che è duro essere sola:

          Non è facile stare sempre al sole
          essere un cavallo di pura razza
          saltellare come api di fiore in fiore
          preparare ghirlande di illusioni
          per un futuro che arriva presto
          ma non preso in considerazione.

          La gioventù sparisce senza avvisarci
          le rughe dell'età scalfiscono il viso
          si arriva rapido all'ultima stazione
          si scende dal treno della vita, soli.

          Si sono bruciate tutte le cartucce
          insieme ai fiori freschi di primavera.
          L'estate libera e senza lavorare
          è moribonda nei tuoi occhi stanchi.
          La vita può essere una commedia
          o una solitaria, amara triste tragedia.

          La vita è una barca in balia del vento
          ci vogliono dei remi o un buon motore
          per salpare le onde o le dure tempeste.
          Da giovane ti portano sul baldacchino
          da vecchia ti trovi vestita da Arlecchino.
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            Daremo presto l'addio alle giornate invernali
            quando il freddo si nasconde nei miei guanti
            dove i geloni piangono perdendo il loro colore
            morto all'apparire del precoce e caldo bel sole.

            Le timide ombre nascoste dietro dei venti gelidi
            si rintanano silenziose sotto boschi con ombre
            dove giocano foglie secche, uccelli e nidi nuovi
            al calore dei corti tramonti e delle colorate aurore.

            Anche gli arzilli vecchietti poggiati al loro bastone
            si avviano lenti ma contenti al loro banco amico
            verniciato con colori nuovi sotto il cielo azzurro
            che loro trattengono con gioia in attesa del volo.

            Diamo l'addio al corto inverno con molta neve
            caduta sulle catene di alti monti con piste piene.
            Le belle colline sono rimaste senza veli di sposa
            per salutare la giovane primavera ricca di tanti fiori.
            Composta domenica 10 marzo 2019
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              Nelle fiabe di quando ero bambino
              sentivo vibrare delle forze nuove
              che riempivano il cuore di orizzonti
              pieni di colori e messaggi nuovi.
              Cenerentola e il brutto anatroccolo
              due sogni del brutto e del bello
              racchiusi nel cuore pulito della gente
              apriva le porte del futuro allegro
              vicino al focolare dal fuoco ardente.

              La visione dell'infanzia marcava il cammino
              illuminato dalla fiamma del vecchio camino
              da visioni di animali strani che parlavano
              immaginando lupi, draghi, fate e streghe
              gironzolare nell'ombra di boschi strani.
              Favole popolari che vecchi e mamme
              raccontavano con amore e illusione
              facendo rivivere sullo schermo del cuore
              gli archetipi della bellezza e dell'amore.

              Da vecchio rivedo il messaggio delle fiabe
              con occhi pieni di qualche lacrima che cade
              quando vicino al focolare ancora acceso
              non vedo bambini né mamme raccontare
              i sogni che fanno fiorire il futuro del mondo.
              Le favole sono la base umana della storia
              con una visione che ci spinge a meditare
              incontrando il propio volto riflesso nell'acqua
              di un mondo nuovo senza paura e tanto affetto.
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                Brillano i camini delle case
                sotto la luce del giorno che gioca
                specchiandosi nel cappello metallico
                del comignolo che gira nel vento.

                La luce riflette anche nei miei occhi
                azzurri come il cielo che gioca
                con gli uccelli e le onde sonore
                che avvolgono l'universo.

                Vagano in cerca di persone
                con un cuore che batte
                o esseri che ascoltano
                il battito vivente dell'universo.

                Viaggiamo anche noi esseri viventi
                maturando nell'immensità senza confini
                di mondi che ci girano intorno
                ignari che siamo anche noi
                passeggeri in un treno
                con un biglietto di ritorno.
                Composta giovedì 28 febbraio 2019
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                  Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                  Il mattino si è incappucciato di nebbia
                  mentre i passeri volavano lontano
                  dove il sole giocava con le ombre
                  mentre il cielo piangeva nel silenzio
                  con lacrime di rugiada.

                  Sentivo il bisbiglio di voci umane
                  cadere nell'aria fredda mattutina
                  dove il risveglio del nuovo giorno
                  si apriva a versi appesi alle foglie
                  nati nella notte senza volto.

                  I passi della luce del giorno avanzano
                  su davanzali di finestre socchiuse
                  il tepore della placida notte
                  si spande soave in voci di bimbi
                  che sognano appesi alla luna.

                  Notte, giorno, nebbia e bambini
                  camminano lenti verso la tenue luce
                  captata nelle stelle liquefatte
                  nella nebbia sotto un cielo grigio
                  ricco di sogni chiusi in un pugno.
                  Composta giovedì 28 febbraio 2019
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                    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                    Ho respirato l'aria fresca di questo mattino
                    camminando su bei prati bianchi di rugiada
                    dove la notte ha lasciato il suo soffio vitale
                    trasformato in veli bianchi caduti dalle stelle.

                    Sento il mattino che si sveglia insieme al sole
                    sbirciando dietro nuvolette color rosa pallido.
                    La madre natura attenta, diligente e amorosa
                    apre i suoi occhi abbracciando uccelli e fiori.

                    I miei occhi si riempiono di luce e di bisbigli
                    i passerotti iniziano il loro richiamo mattutino
                    le cicogne si dirigono a schiere verso il fiume
                    mentre un coniglietto mi spia dalla sua tana.

                    Cammino meditando al bordo del mio sentiero
                    che m'ispira ogni mattina un'umana preghiera.
                    Terra e Cielo nostra patria da vivi e da morti
                    ci sorregge in piedi maturando i nostri ricordi.
                    Composta giovedì 28 febbraio 2019
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