Poesie inserite da GIUSEPPE BARTOLOMEO

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Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
Una domenica come poche
in cerca di preghiera
ci ha spinti lontano
nella bassa agreste aragona
dove ancora si conservano
le trincee d'una guerra incivile
tra spagnoli che si assassinarono tra fratelli.
Perdette la vita gente innocente
e tanti poveri anziani
finirono in fauci assassine
di belve dal volto umano.

Guerra incivile assurda piena di odio
e tanti rancori
si uccisero tra loro gruppi fanatici
di sinistra e destra,
atei contro cristiani,
distruggendo chiese e conventi
preti, vescovi, suore,
tanti cittadini sinceri e innocenti.
Alcuni sepolti ancora vivi
in fosse con calce bianca...
che ancora oggi gridano
pregando insieme ai santi.

Quando l'odio entra nei cuori
senza Dio e senza pietà
noi uomini siamo feroci
peggio dei lupi e bestie feroci
distruggendo tutto il messaggio
della storia passata:
opere d'arte, cultura, biblioteche
e sogni di vera pace.
La guerra porta solitudine,
rancore e lutto nel cuore:
il tempo è trascorso, ma si nota
ancora l'odio e poco amore.

Oggi siamo entrati in un monastero
di suore di clausura
dove l'inciviltà umana distrusse,
rubò opere d'arte e pietà.
Oggi ci sono resti rotti,
muri senza affreschi e senza echi
di molte anime sante
che per secoli cantarono tanti salmi.
Oggi una ventina di giovani suore
pregano in varie lingue
affinché il Signore ci doni la Sua pace
oggi e domani.
Composta venerdì 30 novembre 2018
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    I cactus con le spine pungono questo giorno
    appeso al sole su una ringhiera di balcone
    dove occhi indiscreti spiano il loro giorno
    racchiuso in fiori rossi con un bacio d'amore.

    Spine e fiori sono i sogni di una ragazza sola
    in attesa che sbocci il bozzolo della sua rosa
    dove sono racchiusi i suoi sogni di giovinezza
    trafitti da spine di disillusione nel suo cuore.

    I fiori dei cactus sono belli e molto passeggeri:
    la loro bellezza racchiude i colori del cielo
    la fragranza degli altri fiori che purifica l'aria
    i sospiri di una gioventù che sogna di amare.

    Fiori e spine sono lacci che ci legano alla terra
    dove il corpo e l'anima crescono in bellezza
    in attesa che s'illumini la vita con dei bambini
    che sono i futuri fiori di una mamma che sorride.
    Composta giovedì 30 novembre 2017
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      Quando i nostri bambini giocano soli
      il mondo di noi adulti sorride sognando.
      La nostra infanzia piena di piccoli ricordi
      ha lasciato tracce nel cuore che sogna.

      Da piccoli il tempo non pesa nel cuore
      perché si gioca con la fantasia pulita
      senza limiti racchiusi nella memoria
      di una vita ripiena di giochi e di luna.

      Lasciamo che i bambini inventino il domani
      dove loro saranno padroni di se stessi.
      Giocheranno ad essere adulti senza zavorre
      di giorni vissuti dipingendo il loro mondo.

      La nostra terra è bella per i sorrisi dei bambini
      per l'allegria di genitori che abbracciano la vita
      rinata come un fiore da un intimo bacio d'amore.
      I bambini sono il sorriso del futuro che sboccia.
      Composta giovedì 30 novembre 2017
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        Con la rugiada ancora sotto i piedi
        di una notte fredda appena a due gradi
        cammino aspettando l'amica aurora
        spuntare sull'orizzonte del mio domani.

        Su rami gelidi di pioppi senza foglie
        si richiamano stormi di uccelli
        beccando la luce che si sveglia
        su gocce appese a fili di corrente.

        Ascolto i passi del giorno che avanza
        nel silenzio ripieno di suoni sonnolenti
        mentre decine di cicogne in volo
        si dirigono al fiume seguendo il vento.

        Ascolto la poesia silenziosa della luce
        nascosta nei colori del mattino a colori
        racchiusi in nuvole che coprono la notte
        dando passo al giorno che galoppa.
        Composta giovedì 30 novembre 2017
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          È arrivato iI freddo di un inverno tardio
          la neve è rimasta sui monti lontani
          il suo candore si è rifugiato nei miei occhi
          mentre sognavo i fiocchi
          cadere nelle mie mani.

          Non so se il mese di gennaio ha due volti
          forse quattro gli si addicono meglio
          essendo il padre di tutti i mesi dell'anno
          il custode di tutte le porte aperte o chiuse
          il padre di tutti gli dei italici
          la porta d'entrata di ogni calendario.

          Giano ribattezzato gennaio
          apre tutte le umane porte del nostro futuro
          lavato da purissima candida neve
          seppellendo il passato bruciato nelle vene.
          È il mese dove il fuoco arde sempre nel camino
          mentre le fiamme purificano
          il fumo della nostalgia.

          Le castagne della vita le abbrustoliamo
          al suo fuoco che brucia nelle case
          mentre i sogni passeggiano sui vari ponti
          che uniscono il passato e il presente
          dove Giano custodisce l'entrata e l'uscita
          di tutti i meandri della nostra vita.
          Composta giovedì 30 novembre 2017
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            Ho aperto il fiore dell'aurora
            odorando il suo profumo notturno
            mentre i miei occhi s'aprivano alla luce
            racchiusa nei suoi riccioli biondi.

            Cadevano lacrime di rugiada
            sulle foglie ingiallite di platani aperti nel cielo.
            Le prime note degli uccelli
            si annidavano ancora nei miei sogni
            appesi ai raggi del primo sole
            che apriva il suo ventaglio
            con raggi d'oro.

            Svegliarsi quando l'aurora ti parla
            significa aprire le porte
            alla speranza
            affacciarsi al balcone della vita
            con mani pulite
            racchiudendo nei propri occhi
            il vagito del nuovo giorno
            che nasce.

            È la madre natura che ci bacia
            richiamandoci all'innocenza primordiale
            eliminando le ombre
            racchiuse nei nostri occhi
            mentre la natura si sveglia
            cantando nel silenzio della luce
            l'inno di ringraziando
            alla vita.
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              Serpeggia nell'aria di una società
              di falso benessere
              la putredine di un cancro
              che puzza da lontano.
              Oggi molte menti umane
              hanno perso l'orizzonte
              hanno imparato solo a sommare,
              mai a dividere.
              Sono cellule scomposte
              ai margini della pazzia
              la fantasia malata si frantuma in ipocrisia.

              Noi non siamo come gli animali
              che per mangiare
              hanno bisogno di sbranare
              lottare per non perdere il cibo del giorno.
              Non ci animalizziamo uccidendo donne
              respingendo gli innocenti nascituri.
              Non siamo stati creati
              per vivere come bestie.

              Ringraziamo la vita che ci ha donato l'amore
              amiamo la sapienza che ci arricchisce il cuore.
              Siamo liberi creatori della vita sociale
              dobbiamo crescere sempre insieme
              per vivere in famiglie ed essere umani.
              Eliminiamo il cancro dalle nostre cellule
              per forgiare un mondo senza guai.

              Solo una società malata, con paura e guerre
              porta alla distruzione del passato e del presente.
              Il futuro dobbiamo costruirlo con il cuore
              con la sapienza e umana intelligenza.
              Lasciamo nelle tane dell'orrore e delle bestie
              la lotta, la paura e la ricchezza.
              Amiamoci tutti come fratelli
              dello stesso sangue
              perché la vita è breve
              e l'Universo celeste è grande.
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                Bruceremo il freddo con il calore del cuore
                quando il cielo è cupo e il vento ci sbatte
                come foglie schiaffeggiate nell'aria gelida
                dove le vecchie arpie giocano allegre.

                Siamo esseri nati nelle quattro stagioni.
                Ognuno di noi ha la sua dea madrina
                che ha stampato il suo sigillo a fuoco
                nella nostra mente e nel nostro destino:
                Il ghiaccio e la bianca neve dell'inverno
                fiori e profumo della giovane primavera
                azzurro, sole e riposo dell'allegra estate
                colori e foglie della maturità nell'autunno.

                Siamo nati nel ciclo di una terra che matura
                seguendo il programma del grande Architetto.
                Il Suo progetto?
                Esplosione della massa madre.
                L'opera sarà conclusa. Quando?
                Solo Lui lo sa.
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                  Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                  Un violino che suona è la voce del giorno
                  aperta al sole che illumina i fiori
                  copre le stelle della notte
                  per semplice pudore.
                  Dà forza ai rettili per strisciare
                  sulla nuda terra
                  fortifica l'uva appesa ai tralci
                  per un vino delicioso
                  allontanando il freddo dalle mani
                  e dal nostro cuore.

                  Musica e sole sono due gemme preziose:
                  la prima c'innalza ad occhi chiusi
                  per perderci nell'infinito senza peso
                  con sogni che fioriscono nel cuore.
                  Il sole ci guida puntuale nei nostri giorni
                  maturandoci come la spiga di grano
                  la frutta che pende dai rami
                  in attesa che qualcuno la raccolga
                  o cade a terra e muore per risuscitare
                  in una piccola pianta nuova.

                  Vita e morte, sole e luna, freddo e calore
                  quanti binomi vivono sotto il sole:
                  la donna e l'uomo ne sono i signori.
                  Tocca a noi vivere con amore
                  continuando ad abbellire la terra
                  nostra intima dimora,
                  senza esserne padroni.
                  Composta giovedì 30 novembre 2017
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                    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                    In questa tarda sera senza la luce della luna
                    cammino sotto il cielo stellato
                    che brilla come fosse un campo di diamanti.
                    Mi inoltro nella bellezza che mi circonda.
                    Vorrei toccare quelle piccole luci a intermittenza
                    che mi raggiungono chissà da quanti anni di viaggio
                    nella viva oscurità del cielo notturno
                    in continuo movimento che non sentiamo.

                    Mi fermo su un muretto diroccato
                    osservando la volta celeste che mi copre:
                    mi penetra dentro la solitudine
                    che rode dentro ma non si sente.
                    Mi piacerebbe osservare da vicino
                    quel ricamo di luci che ci osservano
                    passeggiare sui grandi pianeti
                    come da anni faccio sulla Terra.

                    La mia fantasia si veste di illusioni nuove:
                    se un domani non ci sono guerre
                    i terrestri diventeranno uomini celesti.
                    Si siederanno a osservare altri cieli
                    altre stelle di luci a colori nuovi.

                    Oggi io sono seduto su un muretto
                    accompagnerò il frinire dei grilli
                    il gracidio di rane in calore
                    in questa culla tomba d'amore.

                    Il futuro è sempre in una fase di gravidanza
                    come il cielo misterioso che ci accarezza
                    le stelle che ci salutano di notte
                    gli astronauti che hanno casa nel cielo.
                    Arriverà il giorno che i nostri figli o nipoti
                    saranno uomini e donne di altri cieli
                    sperando che non portino pure là in alto
                    guerre fratricide e cuori infranti.

                    La fantasia è la migliore amica della vita
                    senza pagare ti porta lontano
                    regalandoci illusioni nuove
                    trasformandoli in realtà.
                    A noi tocca maturare su questa nostra terra
                    piena di incanti, amori, tristezza e visioni.
                    L'essenziale è maturare come persone
                    con la coscienza pulita
                    in attesa di un futuro
                    migliore.
                    Composta giovedì 30 novembre 2017
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