Poesie inserite da GIUSEPPE BARTOLOMEO

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Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
Siamo come la creta in mano del vasaio
diceva tempo fa un gran profeta d'israele
quando gli uomini in ginocchio pregavano
al buon Dio raccontando le loro tristi pene.

Oggi i vasai lavorano con nuove macchine
ma il bel ritocco artistico è delle loro mani
dove l'estro costruisce ciò che vede dentro
prima ancora che l'opera sbocci all'esterno.

Siamo uomini che spesso dimentichiamo
di essere figli di un unico artista supremo
che modellò con la pura creta adamo ed eva:
iniziando la nostra storia con caino e abele.

Bello e brutto, il bene e il male, amore e odio
sono opposti che fanno parte di noi mortali.
Il cammino del giardino tracciato dal signore
dobbiamo lavorarlo e adornarlo con il cuore.
Composta venerdì 30 novembre 2018
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    Camminano le ombre dietro l'uomo
    inciampando come lui sul selciato
    mentre il sole penetra nel duomo
    dove Cristo si trova abbandonato.

    Luce e ombre compagne d'avventura
    s'infiltrano nel cuore di noi passanti
    dove si annidano amori e tanti timori
    perché nell'aria svolazzano malanni.

    Ogni giorno ci chiedono sulla strada
    un piccolo aiuto per poter mangiare.
    La moneta cadendo nelle povere mani
    è rugiada che allegra la loro giornata.

    Camminiamo tutti con il capo chino
    per non guardare il volto della miseria
    che ci ringrazia con i suoi occhi tristi
    per uccidere la fame che lo rattrista.
    Composta martedì 28 maggio 2019
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      Una luce tenue nel mattino appena sveglio
      mi saluta allegro con squilli di vari uccelli.
      Volano nel mio giardino passeri e pensieri
      liberi e contenti di giocare allegri nel cielo.

      Non si muove una foglia in questa aurora
      piena di misteri rubati alla notte di aprile
      ricca di messaggi umani e domande divine:
      inizia la settimana della passione di Cristo.

      Chi parte per vacanze marine o montanare
      chi in altri continenti o lontani dalla casa.
      Altri restano per le tante sacre processioni
      vestiti da penitenti o per chiedere perdono.

      È la settimana sacra più bella per i cristiani
      perché solo un Dio fattosi uomo come noi
      poteva scuotere la mente e il cuore umano
      per dare allegria e gioia a noi poveri mortali.
      Composta sabato 13 aprile 2019
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        Un giorno tranquillo pieno di luce
        inizia questa domenica delle palme
        ricordando il trionfo su un asinello
        del re del mondo in gerusalemme.

        Rami di palme dal color giallo chiaro
        vanno ondulando allegre nel corteo
        dove uomini e donne incappucciati
        pregano e cantano al Dio incarnato.

        È la fine poco umana dell'avventura
        del figlio di Dio nato da una vergine
        che ci ha aperto a noi uomini mortali
        le porte del paradiso chiuse da adamo.

        Processioni, folclore, tamburi e croci
        sono il pio ricordo di persone buone
        che per le strade di una spagna sacra
        ricorda ai credenti la nostra ora di grazia.
        Composta venerdì 19 aprile 2019
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          La storia umana è passata per fasi:
          come primitivi si dormiva in caverne
          dipingendo animali, uomini e mani,
          dopo capanne di pali e erba sul tetto.

          Case di pietra e strade geometriche
          diedero vita a villaggi su collinette.
          Ma le guerre fraticide fecero scempio
          di donne, bambini e poveri vecchi.

          Poi arrivarono armi di ferro e spari
          uccidendo animali e uomini lontani.
          Le città ammuragliate e loro castelli
          finirono bombardati nelle tante guerre.

          È stata la storia fratricida di noi mortali
          che oggi bevono, ridono e mangiano
          seduti alla stessa mensa con il pane
          e domani si uccidono come animali.

          Sono entrato in una chiesa gotica
          dove lo scempio di una guerra civile
          ha distrutto il loro stesso patrimonio
          con tanto odio contro Dio e i morti.

          Quanto tempo dobbiamo aspettare
          per diventare persone civilizzate
          rispettando gli animali e la natura
          formando una vera famiglia umana?
          Composta venerdì 30 novembre 2018
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            Il vento ci spazza la memoria con il lento passare del tempo. La mia vecchiaia cammina lenta ma sento i suoi passi pesanti il respiro che galoppa leggero mentre i piedi sono fissi a terra.
            Il tempo scorre veloce sui calendari ma è perenne nei suoi movimenti. Ammiriamo i suoi lenti passi sui selciati della storia umana, sulle torri di vecchi castelli sulle facciate di antiche cattedrali.
            Il tempo sorride allegro coi bambini gioca a carte scoperte con i giovani bacia sorridendo i novelli sposi marca le rughe del viso degli adulti si fissa negli occhi dei moribondi ma non compete mai con l'eterno.
            Lasciamo viaggiare la nostra cenere con il vento che spazza volti e tempo. Tra il sole, la pioggia, neve e freddo maturiamo come uomini sulla terra. Lasciamo alla famiglia la memoria a Dio il resoconto dei nostri giorni.
            Composta venerdì 30 novembre 2018
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              Su un selciato di lastre rosse del giardino
              spuntano margherite bianche e fiori gialli
              nelle tante fessure con poca terra e arena
              che lungo vari anni il tempo ha germinato.

              È un labirinto di viuzze che si intrecciano
              formando enigmatici disegni geometrici
              dove le formiche scavano piccole gallerie
              per i loro depositi di cereali e semi strani.

              Spesso mi fermo a osservare l'esercito
              ben formato di formiche nere lavoratrici
              che non sbagliano il loro sentiero pulito
              e non ritornano mai con le pinze vuote.

              Quanto dobbiamo apprendere noi umani
              da queste minuscole creature organizzate
              dove la disciplina è molto simile ai militari
              rispettando per tradizione la loro casa reale.
              Composta venerdì 30 novembre 2018
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                Un dolce incontro all'ora del tramonto
                un bel sorriso di bimbo a mezzanotte
                un grande sogno all'alba del giorno
                un consiglio umano del vecchio nonno.

                Il giorno spinge a nuove avventure
                le ore passano balbettando suoni
                mentre i pensieri si accavallano muti
                in attesa che sbocci il fiore della fortuna.

                Quasi bendati camminiamo nella vita
                leggendo gli angoli oscuri del giorno.
                Le ore passano lente chiuse negli occhi
                sperando di cavalcare nella notte fonda.

                Così mezzo addormentato con occhi aperti
                leggo le voci del giorno che nasce e muore.
                Ma nel percorso diario della vita che scorre
                vedo passare le ombre mute di uomini sordi.
                Composta venerdì 30 novembre 2018
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                  Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                  Grigio è il giorno di questa primavera
                  vestita per la festa con troppo anticipo
                  con papaveri e altri bei fiori campestri
                  compagni di avventura con la pioggia
                  e il sole che fa capolino tra le nuvole.

                  Sul color grigio si parla sempre male
                  eccetto in alta moda e tanti funerali.
                  È colore scialbo senza grinta vitale.
                  Non conosco fiori di questo colore
                  eccetto se sono di plastica riciclata.

                  Eppure il cielo grigio è un gran regalo:
                  la terra l'ama, l'abbraccia e lo bacia,
                  il contadino l'aspetta come il pane,
                  i grandi boschi si vestono di gala
                  le savane aspettano lacrime del cielo,
                  per vestirsi di verde e salutare le fiere.
                  Composta venerdì 30 novembre 2018
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                    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                    Quando l'inverno si veste di primavera pensiamo che il freddo non brontoli invece ritorna quanto meno si aspetta perché le stagioni sempre si rispettano.
                    Quest'anno ha nevicato forte in aprile perché il vento del polo così lo ha deciso. La bianca neve non ci visita ogni anno: lei è molto libera sceglie come e quando.
                    Noi non siamo mai padroni delle stagioni anche se abbiamo sempre un calendario: madre natura segue sempre le sue leggi tocca ai mortali saperle amare e rispettare.
                    La natura umiliata e ferita ha diritto a punirci dandoci uno schiaffo, un uragano o tempesta. L'essenziale è stare sempre vigilanti e pronti: siamo suoi custodi ma non padroni distruttori.
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