Poesie preferite da Nadia De Luca

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Quando tu sarai vecchia, bimba (Ronsard già te lo disse),
ricorderai quei versi che io recitavo.
Avrai i seni tristi d'aver cresciuto i figli,
gli ultimi germogli della tua vita vuota...
Io sarò così lungi che le tue mani di cera
areranno il ricordo delle mie rovine nude.
Comprenderai che può nevicare in Primavera
e che in Primavera le nevi son più crude.
Io sarò così lungi che l'amore e la pena
che prima vuotai nella tua vita come un'anfora piena
saranno condannati a morire tra le mie mani...
E sarà tardi perché se n'è andata la mia adolescenza,
tardi perché i fiori una volta danno essenza
e perché anche se mi chiamerai io sarò così lungi.
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    Di fronte all'Africa

    Aver casa è un bene
    dolce il sonno sotto il proprio tetto
    figli, giardino e cane.
    Ma certo appena ti sei riposato dall'ultimo viaggio

    la lontananza t'insegue con nuove lusinghe.
    Meglio è patire di nostalgia di casa
    e sotto le alte stelle, solo,
    riposare con la propria melanconia.

    Avere e riposare può soltanto,
    chi ha il cuore tranquillo,
    mentre il viandante sopporta fatiche e difficoltà
    con sempre delusa speranza.

    In vero più lieve è il tormento di andare,
    più lieve che trovar pace nelle valli di casa,
    dove tra le gioie e le solite cure
    solo il saggio sa costruire la propria felicità.

    Per me è meglio cercare e mai trovare
    che legarmi, caldo e stretto a quanto mi è accanto,
    perché anche nel bene, su questa terra
    sono solo ospite, mai cittadino.
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      Scritta da: Celeste Fiore
      Da domani sarò triste,
      da domani.
      Ma oggi sarò contenta:
      a che serve essere tristi,
      a che serve?
      Perché soffia un vento cattivo?
      Perché dovrei dolermi oggi,
      del domani?
      Forse il domani è buono,
      forse il domani è chiaro,
      forse domani splenderà ancora il sole.
      E non vi sarà ragione di tristezza.
      Da domani sarò triste,
      da domani.
      Ma oggi,
      oggi sarò contenta;
      e ad ogni amaro giorno dirò:
      da domani sarò triste.
      Oggi no!
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO

        Un cantastorie

        Corde di chitarra africana
        sostengono il peso dei ricordi
        di un cantastorie senza nome
        e una filastrocca da sogno.

        Scende lungo il fiume
        con la canoa al vento.
        La voce l'ascoltano coccodrilli
        e ippopotami sonnolenti.

        È un uomo nato nella notte.
        È un canto di millenni.
        È un libro senza pagine
        con molte cose dentro.

        Scende insieme al fiume
        lungo la sua storia,
        con la chitarra al collo
        e lo sguardo sul tramonto.

        Chitarra africana a due corde,
        una zucca piena di echi,
        una nenia in lontananza,
        un dolore fatto canto.

        Addio uomo della chitarra
        con le tese due corde:
        una con radici nel cuore
        l'altra nella mia memoria.
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          Scritta da: Federico

          L'uomo e il mare

          Sempre il mare, uomo libero, amerai!
          Perché il mare è il tuo specchio; tu contempli
          nell'infinito svolgersi dell'onda
          l'anima tua, e un abisso è il tuo spirito
          non meno amaro. Godi nel tuffarti
          in seno alla tua immagine; l'abbracci
          con gli occhi e con le braccia, e a volte il cuore
          si distrae dal suo suono al suon di questo
          selvaggio ed indomabile lamento.
          Discreti e tenebrosi ambedue siete:
          uomo, nessuno ha mai sondato il fondo
          dei tuoi abissi; nessuno ha conosciuto,
          mare, le tue più intime ricchezze,
          tanto gelosi siete d'ogni vostro
          segreto. Ma da secoli infiniti
          senza rimorso né pietà lottate
          fra voi, talmente grande è il vostro amore
          per la strage e la morte, o lottatori
          eterni, o implacabili fratelli!
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            Senza peccato

            Senza peccato
            Non trovo aiuti, consigli,
            in mille specchi di spiriti.

            Le mie parole non trovano certezze,
            in fonti di saggezza.

            Domande,
            domande senza risposte.

            Non conosco il peccato d'amore,
            non capisco come potrei peccare
            donando la mia anima,
            i miei pensieri, la mia carne.

            In una gioia scoperta,
            nel parto di un'emozione,
            nella fiamma di un sentimento,
            in un desiderio della tua luce.

            Non capisco...

            Peccato?

            Cercami Peccato, spiegami,
            fammi comprendere
            come l'amore possa esserlo.

            L'anima, la gioia, l'amore,
            se le fiamme eterne le bruceranno,
            saranno cenere senza peccato.
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              Scritta da: R. Parisi

              I miei incantesimi sono infranti

              I miei incantesimi sono infranti.
              La penna mi cade, impotente, dalla mano tremante.
              Se il mio libro è il tuo caro nome, per quanto mi preghi,
              non posso più scrivere. Non posso pensare, né parlare,
              ahimè non posso sentire più nulla,
              poiché non è nemmeno un'emozione,
              questo immobile arrestarsi sulla dorata
              soglia del cancello spalancato dei sogni,
              fissando in estasi lo splendido scorcio,
              e fremendo nel vedere, a destra
              e a sinistra, e per tutto il viale,
              fra purpurei vapori, lontano
              dove termina il panorama nient'altro che Te.
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