Poesie inserite da Renzo Mazzetti

Questo utente ha inserito contributi anche in Frasi & Aforismi, in Racconti, in Frasi per ogni occasione e in Diario.

Scritta da: Renzo Mazzetti

Anni diciannove

L'allarme mette in attività l'équipe. La sala è pronta, ognuno è al suo posto. L'attesa non è inoperosa: gli operatori mettono a punto le attrezzature di competenza, il chirurgo con gli aiuti valuta le eventualità, l'anestesista domanda all'infermiera la fornitura. All'improvviso la porta si spalanca: un gruppo di persone è attorno alla barella che avanza veloce. A cavalcioni del corpo sanguinante una operatrice pratica il massaggio cardiaco mentre, con voce forte e chiara, scandisce i numeri. Ecco si vede la barra di ferro del tutto estratta. Tutti la guardano, il silenzio è subentrato profondo. No, non era possibile.
Nei socchiusi occhi come profonda nottilucénte
serena immensa distesa misteriosa
sorpresa accettata ingrata ineluttabile
la morte vince la giovane vita.
Era proprio il destino già segnato
e la contrarietà non manifesta
nella persona segno alcuno
pur nell'immobilità scolpita.
Perché accettare così nel corpo
bianco lattato ricomposto bello
la stroncata diciannovenne età
precipitata nel cortile all'Isolotto?
Senza i fiori dei morti
la salma come corona è adorna
nella luce festeggia la partenza
ma sgomenta è Firenze con lacrime è Milano.
Da vivente qui eri sconosciuto
nei numerosi drammi riconosciuto
per sempre rimani ricordo
fratello sul lavoro caduto.
Dio!
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Renzo Mazzetti

    Ignominia

    Lo straniero non sapeva tutto
    di quei monti e di quelle colline
    non sapeva tutto di quelle pianure.
    Lo straniero si smarriva
    nei labirinti dei centri antichi
    non trovava gli sperduti paesini.
    Lo straniero non conosceva quel sentiero
    né il sicuro nascondiglio
    dove bambini giocarono e ragazzi si uccisero.
    Il fascio littorio
    Salò e le camicie nere
    furono barbarie e distruzione.
    Antigone salvò quei neri cadaveri
    dalla furia dei perseguitati assassini
    nell'aldilà dove non si perdona.
    L'eterna oscurità detenga le spie
    e i servitori dei tiranni dannati
    nell'infernale pozzo dei traditori.
    Nessun civile perdono sia concesso
    al morto non uguale al morto
    solo rigoroso ricordo.
    Ancora sanguinano innocenti ferite
    e cumuli di coscienze tremanti
    testimonianze perenni
    per non ricadere nell'ignominia.
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Renzo Mazzetti

      Vecchiano di marzo

      Il mare boscaiolo
      rumoreggia cupo
      inondando il territorio.
      Scomparsa è la spiaggia
      ricoperta di legname
      pare foresta rovinata.
      La nostra passata presenza
      nel selvaggio paesaggio
      risuona forte ricordo.
      Continuo è il vento
      bacia il salmastro
      sul viso resta umido.
      Il Serchio rinverdisce
      sugli argini ortiche
      gialle e bianche margherite.
      Raccolgo scultura lignea
      medioevale rocca turrita
      di servi schiacciati vestigia.
      Mistura di fango e ceneri
      fluttuando in solidi trasformati
      di antracite fondamenta diventati.
      Assorbo realtà originali
      leggero come quei gabbiani
      con elementi artistici simbiosi.
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Renzo Mazzetti

        Davanti ai miei occhi

        Davanti ai miei occhi stupiti
        ci sono le sbarre
        e il paesaggio del mondo
        con le fitte ombre verticali
        continua a vivere
        per il battito di infiniti cuori.
        Gli aguzzi denti
        sorridono ad altri denti
        mentre l'acqua limpida degli occhi
        scende per l'altra acqua
        e dentro le membra
        risuona lo scricchiolio delle ossa.
        Delle calde labbra
        e le sensazioni animali
        umane vette della felicità
        vivono sopra un guanciale.
        Vita!
        Correre
        ma le gambe ferme
        lasciano andare i nervi
        e nelle orecchie
        risuonano parole stanche.
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Renzo Mazzetti
          La società recidiva
          senza occhi
          senza voce
          senza orecchie
          reprime immensità di nuova vita
          in metafore di vista, di urli, di udito.
          La compagine povera che soffre
          percepisce ciò che nessun potente
          potrà mai imitare o soffocare.
          Una nuova èra avanza
          nell'aria e nel sangue
          già volteggia e pulsa.
          Nel sapere di chi non sa
          l'alba e il tramonto
          è ancora alba e tramonto.
          Ma se il tramonto
          si chiamasse alba?
          E se l'alba
          si chiamasse tramonto?
          E se la morte della ricchezza
          si chiamasse vita?
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Renzo Mazzetti

            A mio padre

            C'è ancora quella strada
            ch'è sempre nuova
            all'occhio estraneo e al cuore
            che non percepisce quel monotono strazio.
            Quante e quante volte percorresti
            quattro volte al giorno
            quella strada consumata e là lasciavi
            di volta in volta la tua vita.
            Nel lavoro trovavi la battaglia
            perenne dell'operaio
            che si ribella
            per la conoscenza
            di una vita nuova
            migliore nella fatica.
            Ma la macchina
            ancora nemica dell'uomo
            aiutata dall'ambiente insano
            carpì la tua vita
            straziando il tuo corpo.
            A te fin dai giorni giovani
            rinnovai la mia lotta cercando la sicurezza
            la dignità, la fratellanza
            che tu volevi nel lavoro
            e nella vita che più non è.
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Renzo Mazzetti

              Grazie vento

              Per i rumori
              che questa notte ascolto
              ti ringrazio
              vento.
              Sarei stato
              ancora più triste
              nel silenzio-silenzio
              nell'ascoltare solo me stesso.
              Invece nell'irrequieto
              dell'aria smossa violentemente
              i rumori sordi-fruscianti
              sembrano parlarmi sapidamente.
              E m'appaiono miliardi di parole
              in figurate immagini
              e lampi supersonici
              illuminano suggestioni.
              Nel vedere con l'orecchie
              questi "rumori-illustrati"
              gli umori dell'intimo
              rimescolandosi galleggiano
              e labirinti misteriosi
              vorticano a mò di pianeta.
              In una galassia sconosciuta
              vedo "gente" che m'assomiglia:
              tanti vanno e vengono
              lasciando ombre d'iride
              o contorni d'ombre vuote.
              Mentre la prima luce naturale
              filtra tra le persiane
              forse m'addormento
              forse mi sveglio
              ed è pace.
              Vota la poesia: Commenta