Poesie inserite da Rosarita De Martino

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Scritta da: Rosarita De Martino

La palma

Da tempo lontano
troneggia nel mio giardino
lussureggiante palma
e gli uccelli v'intrecciano
liete canzoni.
Ma oggi percepisco
un inquietante,
continuo scricchiolio:
lento, sonoro, sibilante,
simile a vento di tempesta.
Mi avvio inquieta
verso la mia luce di verde,
ma improvviso schianto rumoroso
mi ferma.
Impotente, attonita
guardo l'immane scempio:
la mia palma amica
giace inerte
e non sorride più
la ricca chioma.
Ora cinguettii d'uccelli
formano corona
intonando per lei
l'ultimo canto d'amore.
Io, con volo di pensiero,
l'abbraccio e premurosa
depongo
nel giardino del mio cuore
la sua verdeggiante bellezza.
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    Scritta da: Rosarita De Martino

    Santa Maria, Vergine della notte.

    Santa Maria, Vergine della notte,
    noi t'imploriamo di starci vicino
    quando incombe il dolore,
    irrompe la prova,
    sibila il vento della disperazione,
    e sovrastano sulla nostra esistenza
    il cielo nero degli affanni,
    o il freddo delle delusioni
    o l'ala severa della morte.

    Liberaci dai brividi delle tenebre.

    Nell'ora del nostro calvario,
    Tu, che hai sperimentato l'eclissi del sole,
    stendi il tuo manto su di noi,
    sicché, fasciati dal tuo respiro,
    ci sia più sopportabile
    la lunga attesa della libertà.

    Alleggerisci con carezze di Madre
    la sofferenza dei malati.

    Riempi di presenze amiche e discrete
    il tempo amaro di chi è solo.
    Spegni i focolai di nostalgia
    nel cuore dei naviganti,
    e offri loro la spalla,
    perché vi poggino il capo.

    Preserva da ogni male i nostri cari
    che faticano in terre lontane e conforta,
    col baleno struggente degli occhi,
    chi ha perso la fiducia nella vita.

    Ripeti ancora oggi
    la canzone del Magnificat,
    e annuncia straripamenti di giustizia
    a tutti gli oppressi della terra.

    Non ci lasciare soli nella notte
    a salmodiare le nostre paure.
    Anzi, se nei momenti dell'oscurità
    ti metterai vicino a noi
    e ci sussurrerai che anche Tu,
    Vergine dell'Avvento,
    stai aspettando la luce,
    le sorgenti del pianto
    si disseccheranno sul nostro volto.

    E sveglieremo insieme l'aurora.

    Così sia.
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      Scritta da: Rosarita De Martino
      Il nostro antico
      sentiero dell'amore
      oggi è infestato
      da spine di lontananze,
      ma io ricerco ancora
      la collina dorata
      dal sole della gioia.
      Riparto
      In tormentoso travaglio
      verso la mia casa dell'amore.
      Attraverso
      valli solitarie
      Ed ecco, d'incanto,
      ritrovo il ferreo portone.
      Mi accosto,
      lo spingo,
      ma non si apre.
      Incerta mi fermo
      stringendo
      fra le frementi dita
      la mia chiave,
      che nella toppa inutilmente stride.
      Manto d'insignificanza
      smorza la mia voce,
      che afona non penetra più
      nei meandri del tuo cuore.
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        Scritta da: Rosarita De Martino

        Acicastello

        Imponente, scuro
        appare il castello
        rischiarato dall'azzurro
        del cielo e del mare.
        Colombi insieme
        volano leggeri.
        Nella balconata circolare
        noi tre insieme
        esprimiamo palpiti di vita.
        Giù le onde,
        tumultuose come i pensieri,
        vanno e vengono
        si infrangono nell'alta scogliera
        ritornano
        e infine si placano perdendosi
        in un "mare" di bianca spuma.
        Il cuore, finalmente placato,
        spazia in onde luminose
        di preghiera.
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          Scritta da: Rosarita De Martino

          La casa dell'amore

          Lascio la sterpaglia di
          solitudine,
          mi allontano dalla pietraia di
          egoismo
          e trepida ricerco
          la casa dell'amore.
          La trovo, infine,
          decisa ne spingo
          il portone misterioso.
          Cigola, ma si apre,
          mi addentro
          m'afferra l'amore,
          profumo d'intesa!
          Ora, rivestita solo di gioia,
          nuda scendo dal letto.
          I tuoi occhi, resi pudichi
          dal fiore candido
          di mia innocenza,
          s'impegnano nel ricoprirmi
          di candidi fili d'amore!
          Ma nel prato della vita
          mi raggiunge
          impietosa
          l'ala del tempo,
          che disegna ricami
          sul mio viso
          e m'imbianca di fili d'argento.
          Mi alzo ancora e,
          in giovinezza di pensiero,
          raggiungo la casa dell'amore.
          Ora mi guardi, tu amore,
          sorriso d'intesa.
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