Poesie inserite da Rosita Matera

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Scritta da: Rosita Matera

Vuoi catturare le nuvole?

Oggi i rami
confabulano storie
e trattengono le nuvole
tra i loro sottili pensieri.
Non vogliono più
lasciarle andare
quelle bianche e sospese barche
che sembrano trattenute da ancore invisibili.
"Ma le nuvole appartengono a me"
sembra mormorare il cielo
al ramo che le trattiene con tutte le sue forze,
bizzoso bambino che non vuole saperne.
E il vento, incurante,
trascina le nuvole dove vuole,
su e giù, per le onde di un cielo invernale.
Così le nuvole, libere, riprendono il loro viaggio,
poiché nulla, qui in terra, potrà mai trattenere
ciò che per natura
non gli può appartenere.
Composta martedì 9 gennaio 2018
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    Scritta da: Rosita Matera

    Bianco

    Bianco,
    come nuvole
    che si confondono coi miei pensieri,
    onde mutevoli
    sul piano del cielo.

    Bianco,
    come la pace
    nel frullo schietto della colomba,
    che seppe osare oltre i confini
    che tu costruisti
    col filo spinato della tua rabbia.

    Bianco,
    come il fiore di loto
    che emerge dal fango delle avversità
    più forte del vento che spira contrario,
    tenace perché profuma di vita.

    Bianco,
    come il marmo
    su cui ho scritto solo ciò
    che ho scolpito col fuoco sacro dei sogni.

    Bianco,
    come ali
    che non ho voluto perdere,
    quelle e a cui tu non credesti
    solo perché non potevi vederle.

    Bianco,
    come il foglio su cui
    non si disegna, né si scrive lasciando a Dio
    opera e parola.

    Bianco,
    come neve
    che si scioglie pian piano
    sulle colline delle mia ferite
    da cui ora fluisce
    un fiume bianco.
    Composta giovedì 28 dicembre 2017
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      Scritta da: Rosita Matera

      La più grande ricchezza

      Mi chiedi, bambino, perché esiste la pioggia...
      perché anche il cielo ha diritto di piangere,
      come fai tu
      ogni volta che stringi il fazzoletto dei tuoi capricci.

      Mi chiedi, bambino, perché esiste la notte...
      perché anche il giorno ha diritto al riposo,
      come fai tu
      ogni volta che ti addormenti teneramente
      tra le mie braccia.

      Mi chiedi, bambino, perché esiste vento e tempesta...

      perché anche il tempo ha diritto
      ai suoi malumori,
      come fai tu
      con le tue grida vivaci
      ogni volta che vuoi esser cullato.

      Mi chiedi ragazzo perché esiste la guerra, la tristezza, il dolore, la disuguaglianza...
      forse perché ogni uomo ha il diritto
      di scegliere tra il Bene e il Male:
      questa è la tua più grande ricchezza.
      Anche tu dovrai scegliere,
      ogni giorno che viene
      perché questo mondo è tuo,
      ti appartiene.
      Composta sabato 19 agosto 2017
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        Scritta da: Rosita Matera

        La peonia

        La peonia nel vaso d'ambra
        scioglie il vermiglio in miscellanee forme
        acquerellate in rossi diversi,
        il ciliegia, il borgogna, il porpora intenso
        persino l'arancio col suo artiglio fugace
        ma è il rosso rubino
        che squilla più vivo
        come è vivo,
        e ancora vibrante,
        il giovane spirito del fiore reciso.

        E nel vetro in cui s'adagia come una sposa
        l'acqua l'avvolge,
        ne avviluppa la forma, lo spirito, il profumo e il colore,
        e ne sostiene il cuore, caduco e fragile
        perché nel suo trionfale splendore
        la peonia già si sfa
        nelle luci del meriggio
        in questo silenzioso ed eterno cascame,
        ma tornerà di nuovo
        ad adornare la primavera
        quando l'acqua nel vaso d'ambra
        palpiterà d'attesa.
        Composta sabato 9 dicembre 2017
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          Scritta da: Rosita Matera

          Paesaggio d'inverno

          Foglio di carta il cielo,
          dove il sole disegna le case
          con la sua penna d'oro e di neve.
          Sulle montagne sorride
          e si frantuma in gocce d'acqua,
          ognuna diversa e con un'anima di ghiaccio,
          cristalli rilucenti sugli aghi fitti degli abeti.
          Nel bianco candore, il cuore della terra
          arde e si copre per sua timida fattezza,
          e corre, va giù, per ritrovare ristoro e
          poter scorrere nelle vene lignee e tumultuose degli ulivi.
          E corre, va su, come giuliva fonte d'acqua per respirare ancora, libera ed impetuosa,
          nel bacio d'oro del sole
          che soffia appena, alitando cerchi
          sul filo azzurro del lago addormentato.
          Composta giovedì 7 dicembre 2017
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            Scritta da: Rosita Matera

            Gesù, Luce del mondo

            D'un tratto una Luce
            trafigge la notte,
            incendia le stelle
            e ne fa una sola.
            Il silenzio scende come manna dal cielo
            e si stende su tutta la Terra.
            Ora l'occhio del mondo è limpido, non piange più,
            perché dalla sua pupilla è sgorgata una Luce,
            da cui nasce un giorno che tramonto non ha.
            Composta sabato 2 dicembre 2017
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              Scritta da: Rosita Matera

              "Mi è nata una rosa nel cuore" disse la Terra

              "Mi è nata una rosa nel cuore" disse la Terra
              mentre la osservava incredula e assorta.
              Le sbocciò all'improvviso
              quando sembrava che tutto appassisse,
              persino la sua prodiga mano,
              ora inafferabile, fragile e tremula.
              "Mi è nata una rosa nel cuore"
              ripetè la Terra
              mentre cercava di capirne il motivo
              ed annaspava tra nebbie autunnali
              come un viandante che cerca la strada.
              "Mi è nata una rosa nel cuore"
              mormorò la Terra al Cielo,
              con la sua voce
              ormai flebile e stanca.
              E il Cielo comprese
              che quella rosa era sbocciata
              perché la Terra di lui s'era innamorata.
              Così il Cielo
              versò se stesso in quella rosa
              che si tinse di albe e di tramonti,
              e di quell'Amore
              che rende tutto immortale,
              persino la Terra,
              con la sua caduca mano,
              fra le fitte nebbie
              di un gelido autunno.
              Composta mercoledì 29 novembre 2017
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                Scritta da: Rosita Matera

                Sapemmo solo tenerci per mano

                Persi non fummo,
                perché siamo foglie al vento
                dello stesso ramo,
                sale sparso
                sulla spiaggia bianca,
                scintille
                di un'unica stella...

                persi non fummo,
                come quelle pagine
                che tu strappasti
                e ricomponesti
                nel libro che ci vide scrivere al buio
                parole eterne

                persi non fummo,
                come fuochi di paglia
                che si disperdono nel vento
                e si confondono col crepuscolo
                senza lasciare traccia tra le pieghe della terra

                persi non fummo mai,
                perché sapemmo perdonarci i limiti
                i fremiti, le parole dette e non dette
                rimaste a metà tra le mani,
                e per questo fanno rumore

                persi non fummo,
                perché ci sapemmo incrociare,
                come quei rami che toccano il cielo
                fiorendosi accanto senza mai appassire

                persi non fummo,
                e come dadi gettati per caso
                cademmo sempre nel modo giusto

                persi non fummo
                perché tra la fretta convulsa del mondo
                sapemmo solo tenerci per mano.
                Composta sabato 25 novembre 2017
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                  Scritta da: Rosita Matera

                  Perché non vale dire

                  Oppure cantare, solamente cantare!
                  Dire che sei tu
                  il senso sconosciuto delle cose,
                  questa nostra coscienza:
                  amore celato nei nostri amori
                  voce del vento, e il silenzio
                  che fascia le galassie,
                  o improvviso, rapito gemito
                  di fronde sul limitare
                  appena della selva.

                  Cantare suoni
                  che non siano più parole.

                  Forse è la musica, il suono
                  puro che ti conviene:
                  cantare con voce sempre nuova
                  perché sempre "altro" tu sei;
                  cantare con libera voce
                  e lasciare i salmi tumultuosi
                  perché non vale dire
                  quanto di te soffersi...
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