Ci sono delle volte in cui un temporale inumidisce le tue giornate e non basta un ombrello colorato per camminare in mezzo alla pioggia, e pozzanghere e acqua continuano ad inzuppare le tue scarpe, le tue vecchie scarpe... poi una nuvola più chiara si fa spazio tra nubi colorate di metallo, ma la pioggia ancora cade e cerchi un riparo per il tuo viso e per le tue mani, e poi, e poi guardi il tuo ombrello è aperto e la pioggia ha lucidato i suoi colori, è bagnato si, ti ha in qualche modo riparato si, e mentre lo guardi ti accorgi che non è più sulla tua testa e che la pioggia non è altro che una vita per una nuova vita, e che il temporale con tutto il suo rumore vuole solo ricordarti che sei vivo.
Ricordo ali di cigno e denti di giaguaro nelle stesse ali, un cavallo leggero in compagnia di un coniglio, un fiore dal lungo stelo aggrapparsi alla prua di una vecchia barca, e lunghi fili e trecce di capelli in una scia senza inizio, montagne sospese e grotte arcane, pesci e aquile volteggiare insieme,
e un profilo e un volto enigmatico nella trasformazione di una foglia, e poi... una nuvola una semplice nuvola a raccontarmi di essere solo tale nella sua molteplice bellezza.
Capricciosa... lunatica... romantica... colorata e tenue... accompagnata da un vento sottile e da profumi impalpabili... con quel carattere sfuggente e amabile, con quella sua puntualità datata ma imprecisa si è fatta spazio la primavera!
Nello zampettare di un merlo oggi ho acellerato la mia fantasia nel volo alto di una chiacchierona cornacchia ho spezzato tristi pensieri, un piccolo pezzo di cioccolato nero da condividere con una coppia di piccioni dal collo viola, una sigaretta lenta per osservare rami tratteggiati di verde appena nato, le punte dei miei stivali come frecce segnaletiche ad indicare un ciuffo di viole dove l'indaco prende potere, e pensieri rossi a circondarmi la mente di domande e risposte senza fatica, e le mani per dirmi che sentono e toccano chiavi già mie, di una porta già aperta dove l'atrio che si intravede è di un pavimento lucido e scale da salire bianche da scrivere... e io mentre rientro per la mia via osservo tram di poche persone, un altra sigaretta più veloce, un tappeto amaranto sente i miei tacchi prima di fare rumore nella mia porta, apro sono a casa, è domenica, è nuvolo, forse pioverà... e ripenso all'atrio alle scale bianche... e i rossi pensieri sono veri!
Le prime farfalle di marzo oggi le ho viste. Ombre alla rinfusa sulle pagine di un libro aperto un libro che parla a chi vorrà parlare senza forse usare suoni, volavano a due, nere e rosse nelle ali, forse giocavano ad amarsi, forse giocavano con un sole che come loro è ancora fragile... il libro nelle mie mani e gli occhi in quel volo, le mie gambe nell'erba e marzo che porta note di vento trasparente...
Perché le lacrime non sono solo pianto perché il pianto non è fatto di sole lacrime e perché gli occhi bagnati a volte sorridono. E anche troppo sole fa lacrimare... e anche un piccolo raggio inumidisce dietro gli occhiali scuri... e perché occhi arrossati da gocce salate a volte sono il preludio della rugiada del mattino.
Quando arrivi al punto in cui non credi più a niente... fermati! Siediti un attimo e guardati attorno... prendi le tue mani e sentile mentre le passi sul tuo viso... forse piangerai forse urlerai e griderai chiedendo un perché... forse respingerai una mano amica forse tu per primo ti dirai che hai sbagliato tutto e forse passeranno giorni ed intere notti di un vuoto immenso arriverai forse a non vedere nessun colore e arriverai a chiedere e a provare di essere diverso da ciò che sei sempre stato... ma fermati! Sentirai pian piano la voglia di muovere un primo passo su una strada che nemmeno pensavi esistesse avrai paura... camminerai e spesso ti fermerai, ritornerai su i tuoi passi con mille domande senza la risposta di nessuno, ma cammina! Si cammina! Non te ne renderai conto subito, eppure ti accorgerai di percorrere una strada nuova e nello stesso momento di attraversare proprio ciò che ti aveva portato a non credere più a niente! Ci sono ponti sospesi tra profondi precepizi, e c'è un cielo che a volte ci sembra troppo lontano eppure tutto si può attraversare e tutto è più intorno e dentro di noi più di quello che noi stessi possiamo sentire e abbracciare.
Oggi ho poco da dire... penso sì penso molto, a volte troppo oggi è uno del mese uno... un inizio... fuori silenzio interrotto da qualche tram che sferragliando tranquillo passa con nessun viaggiatore... solo chi guida c'è sul tram... e io curiosa continuo a guardare e a pensare... il pino di fronte la mia finestra è leggermente imbiancato dalla polvere di neve caduta sta notte... guardo uno dei miei gatti che silenzioso osserva e forse ancora si sta chiedendo cos'è stato tutto quel rumore di boati e lampeggi colorati... gli altri due dormono abbracciati sul divano... e penso e ascolto questo inizio di ciclo, questo numero uno che è già un passo in più per camminare nei sogni in cui credo, senza conoscerne la meta ma nello stesso tempo imparando dalle stesse orme che lascio...
Nonostante il mio "lavoro" sia decisamente pesante, lo amo molto, non potrei rinunciarci mai, il mio lavoro è semplicemente una parte di ciò che sono. Ci sono giorni in cui mi chiedo quanto ancora io sia in grado di portarlo veramente avanti e giorni in cui mi domando se effettivamente tutto ciò che faccio sia abbastanza o se potevo fare ancora di più... amo si il mio lavoro, le persone mi dicono grazie eppure sono io che dico grazie a loro... ogni volta mi insegnano e mi donano un passo in più. Ho imparato una cosa grande, ho imparato che l'umiltà sta nel riconoscere e sentire veramente che tutti abbiamo bisogno di tutti. Che non esistono gradi superiori ma che anche un bimbo di due anni può insegnare a un uomo di novanta... l'umiltà è capire che non si arriva mai, perché il giorno che credi di essere arrivato cadrai da un momento all'altro... umiltà è capire di volere migliorare ogni giorno di più per il bene di se stessi e degli altri. Al mio lavoro dico grazie per dire un profondo grazie a tutte le persone che ho incontrato e conosciuto e che mi hanno insegnato di sperare di rimanere un eterna allieva! Un abbraccio stretto e... una piuma per tutti voi.
Come posso fare... come farti sentire le vibrazioni di questa nuova melodia. Note che cantano al fuoco... e l'aria che le porta in una spirale fatta d'acqua e di terra... come posso fare... affidarle ad un cervo viaggiatore che segue il suo sentiero consapevole della sua differenza... o affidarle all'ombra del gufo che ama la tua notte... le senti?... anche il mare si è increspato ora... le senti? Come posso nella spirale del tempo fermare queste note e nello stesso tempo che non esiste, avere fede nel fuoco. Le note continuano il loro canto e io vorrei essere loro, con loro per assaporare ogni cosa e per donarti una piuma...