Poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz
There's been a Death, in the Opposite House,
As lately as Today -
I know it, by the numb look
Such Houses have - alway -
The Neighbors rustle in and out -
The Doctor - drives away -
A Window opens like a Pod -
Abrupt - mechanically -

Somebody flings a Mattrass out -
The Children hurry by -
They wonder if it died - on that -
I used to - when a Boy -

The Minister - goes stiffly in -
As if the House were His -
And He owned all the Mourners - now -
And little Boys - besides -

And then the Milliner - and the Man
Of the Appalling Trade -
To take the measure of the House -

There'll be that Dark Parade -

Of Tassels - and of Coaches - soon -
It's easy as a Sign -
The Intuition of the News -
In just a Country Town -.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    Take your Heaven further on -
    This - to Heaven divine Has gone -
    Had You earlier blundered in
    Possibly, e'en You had seen
    An Eternity - put on -
    Now - to ring a Door beyond
    Is the utmost of Your Hand -
    To the Skies - apologize -
    Nearer to Your Courtesies
    Than this Sufferer polite -
    Dressed to meet You -
    See - in White!
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      Answer July -
      Where is the Bee -
      Where is the Blush -
      Where is the Hay?
      Ah, said July -
      Where is the Seed -
      Where is the Bud -
      Where is the May -
      Answer Thee - Me -

      Nay - said the May -
      Show me the Snow -
      Show me the Bells -
      Show me the Jay!

      Quibbled the Jay -
      Where be the Maize -
      Where be the Haze -
      Where be the Bur?
      Here - said the Year.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        Nessuna Ruota può torturarmi -
        L'Anima - in Libertà -
        Dietro quest'Ossatura mortale
        Ne è saldata Una più vigorosa -
        Non si può forare con la sega -
        Né trafiggere con la Scimitarra -
        Due Corpi - dunque vi sono -
        Legane Uno - L'Altro vola -

        L'Aquila del suo Nido
        Non si libera più facilmente -
        E guadagna il Cielo
        Di quanto puoi Tu -

        A meno che Tu stesso sia
        Il tuo Nemico -
        Prigione è la Coscienza -
        Così come è Libertà.
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          Autunno veneziano

          L'alito freddo e umido m'assale
          di Venezia autunnale.
          Adesso che l'estate,
          sudaticcia e sciroccosa,
          d'incanto se n'è andata,
          una rigida luna settembrina
          risplende, piena di funesti presagi,
          sulla città d'acque e di pietre
          che rivela il suo volto di medusa
          contagiosa e malefica.
          Morto è il silenzio dei canali fetidi,
          sotto la luna acquosa,
          in ciascuno dei quali
          par che dorma il cadavere d'Ofelia:
          tombe sparse di fiori
          marci e d'altre immondizie vegetali,
          dove passa sciacquando
          il fantasma del gondoliere.
          O notti veneziane,
          senza canto di galli,
          senza voci di fontane,
          tetre notti lagunari
          cui nessun tenero bisbiglio anima,
          case torve, gelose,
          a picco sui canali,
          dormenti senza respiro,
          io v'ho sul cuore adesso più che mai.
          Qui non i venti impetuosi e funebri
          del settembre montanino,
          non odor di vendemmia, non lavacri
          di piogge lacrimose,
          non fragore di foglie che cadono.
          Un ciuffo d'erba che ingiallisce e muore
          su un davanzale
          è tutto l'autunno veneziano.

          Così a Venezia le stagioni delirano.

          Pei suoi campi di marmo e i suoi canali
          non son che luci smarrite,
          luci che sognano la buona terra
          odorosa e fruttifera.
          Solo il naufragio invernale conviene
          a questa città che non vive,
          che non fiorisce,
          se non quale una nave in fondo al mare.
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