Nelle sere d'estate andrò per i sentieri, pizzicato dal grano, pestando i fili d'erba; ne sentirò, sognante, il fresco sotto i piedi. E al vento lascerò bagnare la mia testa.
Non dirò più parole, non farò più pensieri: ma un amore infinito mi salirà nel petto, e andrò molto lontano, sarò come uno zingaro, come con una donna per i campi contento.
Tutti i corpi che ho toccato, che ho visto, che ho preso, che ho sognato, tutti addensati nel tuo corpo. O, tu carnale Diotima nel gran simposio dei Greci. Se ne sono andate le flautiste, se ne sono andati filosofi e poeti. I begli efebi dormono già lontano, nei dormitori della luna. Tu sei sola nella mia preghiera innalzata. Un sandalo bianco dai lunghi lacci bianchi è legato alla gamba della sedia. Sei l'oblio assoluto: sei il ricordo assoluto. Sei la non incrinata fragilità. Fa giorno. Fichidindia carnosi scagliati dalle rocce. Un sole rosa immobile sul mare di Monemvasià. La nostra duplice ombra si dissolve alla luce sul pavimento di marmo pieno di cicche calpestate, coi mazzetti di gelsomini infilati negli aghi di pino. O, carnale Diotima, tu che mi hai partorito e che ho partorito, è ora che partoriamo azioni e poesie, che usciamo nel mondo. Davvero, non scordare quando vai al mercato di comprare mele in abbondanza, non quelle d'oro delle Esperidi, ma quelle grosse e rosse che quando affondi nella polpa croccante i tuoi splendidi denti resta impresso, come l'eternità sui libri, pieno di vita il tuo sorriso.
Può darsi ch'io scordi, Signora, il vostro divino profilo d'uccello e che strappi la mia pazzia come se balzassi in un cerchio, ma al soffitto del mio capo i vostri occhi, fulgidi lumi, brilleranno.
Uno sparo, il volto sfregiato, la notte calata tra noi ragazzi, No! Aspetta! La notte ancora non c'è, sebbene sia vicina; Per ora è solo l'imbrunire... ma, tu continua a vivere; La tua giornata, quel percorso disegnato, ieri, sul muro della nostra stanza non apparteneva già al passato... esprimeva un tracciato di ciò, che sarebbe stato. Tu! l'incoscienza del futuro m'hai in quel momento abbracciato e, dato un bacio; mi hai inserito nel tuo dipinto, colorato fino all'inverosimile, quando poi, terminato con il tramonto l'hai firmato... e disteso su di un piano, nell'attesa, che il primo raggio di luce illuminasse i contorni di questa meravigliosa fotografia. Arcobaleno Ho camminato... Vento, Nell'aria fiori Tende su! Occhi aperti Lungo la mia strada. Lavori in corso Una società Metteva paletti, Poche luci Anime giù Una "A" Un alfabeto che comincia Questa strada di periferia. Braccia aperte Su! Arcobaleno: Colori dispersi Illuminano i persi Di tante menti deserte. Autunno Foglie gialle cadono Capelli bianchi nascono Fuori, L'autunno alle porte Bussa forte. La chioma dei capelli Dal vento smossa, Un giorno pieno di colore, Una notte è ¦scossa Di dolore; Il colore dei tuoi occhi I colori di un disegno Un dipinto, e In quel Mi sono intinto.
Io amo te come terra straniera un ponte e la scogliera come romita sera che sa di libri cammino verso di te nel mondo sotto le atmosfere tra due luci il mio pensiero scolpito e te.
L'ombra, mentre s'estende, segue il real suo oggetto, ovunque il piè lo scorge, o lungi, o presso: et io faccio l'istesso con voi, segno perfetto e centro del mio core, fatto linea amorosa, ombra d'Amore.
La mia parte di patria comune: finestre, le posseggo da solo: macchine, gente, una parete grigia e una striscia di cielo, diverse son le cose da osservare e da ascoltare quando è giorno nel mondo.