Poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz
Come fare per dimenticare!
Ma potrebbe insegnarlo?
Si dice sia tra le arti la più facile
quando si impara il metodo.

Cuori duri son morti
nell'acquisirla, eppure
il sacrificio per la scienza adesso
è piuttosto comune.

Sono andata anche a scuola
ma non ne son uscita più informata -
il mappamondo non lo può insegnare
e non serve a niente il logaritmo.

"Come dimenticare"!
Venga qualche filosofo a spiegarmelo!
Ah, essere eruditi
quanto basta asaperlo!

C'è scritto in qualche libro?
In questo caso io potrei comprarlo -
È simile a un pianeta?
I telescopi potrebbero scoprirlo -

Se invece è un'invenzione
deve avere un brevetto.
E tu, dimmi, lo sai,
rabbi del libro saggio?
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    So la strada e la neve, so in che casa
    abitata da sempre troveranno
    un riparo luminoso nell'anno
    del gran freddo le miti ossa, l'invasa

    d'oscura dolcezza anima. Si fanno
    scorte, di schegge per la stufa è rasa
    la cantina, di sopra si travasa
    farina gialla e riso. Senza affanno

    si cerca sulle onde corte la voce
    antidiluviana che rassicura
    gracchiando, sì, è finita la paura,

    interrotta causa neve l'atroce
    partita, l'interminabile, stanca
    corsa del tempo. Più nessuno manca.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Ho veduto solo una volta

      Ho veduto solo una volta
      un sole così insanguinato.
      E poi mai più.
      Scendeva funesto sull'orizzonte
      e sembrava
      che qualcuno avesse sfondato la porta
      dell'inferno.
      Ho domandato alla specola
      e ora so il perché.

      L'inferno lo conosciamo, è dappertutto
      e cammina su due gambe.
      Ma il paradiso?
      Può darsi che il paradiso non sia
      null'altro
      che un sorriso
      atteso per lungo tempo,
      e labbra
      che bisbigliano il nostro nome.
      E poi quel breve vertiginoso momento
      quando ci è concesso di dimenticare
      velocemente
      quell'inferno.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        Mi serve per mangiare
        la uso per lavarmi,
        tant'altro posso fare
        cos'altro può servirmi?

        Il saggio riflettendo
        alla risposta arguta,
        pensò che a questo mondo
        questa è cosa saputa!

        Lui domandò di nuovo
        a te ti basta questo ?
        Risponderti io provo
        anche se non son lesto.

        Cosa devo cercare
        nella vita di bello,
        io mi so accontentare
        mi sento un menestrello.

        Il saggio ripensò
        alla sua vita intera,
        infine meditò
        che era cosa vera.

        Tutti in vita cerchiamo
        solo cose venali,
        però non ci accorgiamo
        di quanto son banali!

        Cercando la morale
        di questa storia corta,
        che per non viver male
        accontentarsi importa!!
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