Poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

A mio padre

Tu che nemeno mi conosci,
ti sei preso solo la briga
di farmi mettere al mondo
ti sei mai chiesto di come
ha passato tutti questi anni
tua figlia? Senza nemeno
pronuciare una sola volta
la parola papà che tristezza
nel mio cuore è solo pensandoti
le lacrime bagnano il mio viso.
Ormai non ci sei più, è non
ho potuto nemeno conoscerti,
ma sappi che tua figlia ti ha
perdonato è adesso stai lassù
è sarà Dio a giudicare te adesso
ti dico solo papà perché lo hai fatto
avevo tanto bisogno di te adesso posso
solo pregare per te.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    Tanti anni insieme
    Sono quasi... anta,
    il tempo non ha cancellato
    ciò che felicemente è passato
    sempre con tenacia fremente.
    Ogni ora,
    ogni attimo
    ha rinverdito i giorni,
    gli anni
    insieme trascorsi
    senza patèmi o rimorsi
    giacché lo rifaremmo divertiti.
    Tutto cercato, voluto
    tutto fatto con ardore,
    tutto quel creato
    per questa famiglia
    è stata con immensa passione.
    Oggi,
    che tempo è passato,
    ci si guarda intorno felici,
    la tavola ha ora bisogno,
    ho capito,
    di altro posto
    per nipotino ultimo nato.
    Felici siamo
    d'aver costruito
    una unione perfetta,
    felici perché cercata, amata
    perché da noi
    sognata lo è sempre stata.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      Tu
      Che mi donavi il cuore
      Mentre io lo spezzavo
      E tu
      Che mi dicevi "ti voglio bene"
      Mentre io lo ignoravo
      E tu
      Che mi chiamavi con i nomi più teneri
      Mentre io li cancellavo
      E tu che senza conoscermi già ti piacevo
      Mentre io ne dubitavo

      Tu, sempre tu
      Che senza pretendere nulla
      Volevi aiutare, dare consigli
      Ma io non li ascoltavo
      Tu, sempre tu
      Che vedevi il buono nella nostra amicizia
      Che vedevi il sole filtrare dalle mie tenebre
      Che puntavi il dito sui miei pregi non sui difetti
      Che sapendomi triste, telefonavi mandavi messaggi
      Che usi la poesia per esprimere la dolcezza dell'anima
      Che usi i colori e ne fai un'arte
      Che senza timori fotografi la vita per regalarla a chi sente di averla perduta

      Tu…tu
      Che tante volte ti ho deluso
      Amareggiato
      Reso triste
      Con i miei assurdi atteggiamenti
      Tu…
      Che per anni mi volevi guardare, abbracciare
      Tu
      Che sei venuto fin qui
      Che mai ti sei arreso al mio "muro"

      Tu…sempre tu
      Che ho tenuto a distanza
      Per non farti vedere il mio cuore
      Per paura di conoscere ciò che domani non avrei potuto avere
      Per timore di amare…come mai non potevo amare….

      Tu
      Che allo stremo delle forze
      Hai detto "BASTA"
      Credendo di aver capito tutto
      Di aver giudicato
      Di aver visto e sentito abbastanza…….
      Tu…
      Non sai quanto ancora mi manchi
      Quanto avrei voluto darti un bacio, stringerti la mano, abbracciarti...
      Tu non sai quale fatica mi è costata
      Non cercarti, non chiamarti
      Fingere indifferenza
      Cancellare anche il numero di telefono
      Per non cadere in tentazione…
      Quando invece avrei voluto essere l'amica che sognavi
      E ti aspettavi.

      E se oggi ho pensato a te
      Non è un capriccio di un attimo
      Non è neanche per biasimare la tua scelta
      È solo per dirti che in me ci sei
      E rimarrai in eterno
      Che mai ti ho dimenticato.
      E se ti ho ferito
      Ricorda che ho ferito prima me stessa
      Privandomi di un tesoro
      Che porta il tuo nome.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Il tuo segreto

        Seduti vicino al camino
        in compagnia della fiamma
        l'uno difronte all'altra
        sentivo il calore delle tue mani

        dalla vetrata il tempo pioveva

        avevi vergogna per quel che provavi
        prima una lacrima, poi
        un pianto a dirotto

        singhiozzando, adagio,
        con parole di rabbia
        mi portavi frastornato
        alla dura verità

        tutto questo tempo hai portato il tuo segreto
        prigioniero delle tue paure infondo nel tuo cuore

        ti lasciavo una mano,
        ti asciugavo gli occhi rossi,
        ti stringevo forte in un abbraccio
        quasi per proteggerti, da che cosa

        ti sussurravo nell'orecchio
        parole di conforto
        e tu le apprezzavi molto

        intanto un timido raggio di sole
        filtrava dalla vetrata
        oramai la pioggia era passata
        non c'erano più lacrime sul tuo viso
        con gli occhi bassi e un po' di vergogna
        ti lasciavi andare in un sorriso

        libera oramai
        da quel peso maledetto
        il tuo cuore
        chiuso da troppo tempo
        finalmente si era aperto

        tuo padre era morto.
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          Mv Etireno

          10 anni
          gli occhi venduti
          tra lo squittire della cambusa
          e come mozzo il tuo aguzzino
          e come mozzo il nostro silenzio "capitale"
          Etireno
          vapore di (dis)umana vergogna
          per i tuoi pirati mercanti
          che scaricano il respiro virgulto
          come carne da vermi
          per la bilancia pingue
          della puttana opulenza
          9 anni
          le pupille staccate dal corpo
          piovono a terra immobili come salme
          nell'olio della sala macchine
          ghiacciati dalla lama
          di un futuro di strade a lampione
          Etireno
          vapore di (dis)umana vergogna
          per i tuoi negrieri
          e il nostro silenzio "capitale"
          11 anni
          occhi di petrolio
          500 franchi di vita
          la morte con la bava della fame
          sulla piroga
          e il nostro silenzio "capitale"
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            Dentro un bicchiere

            Dentro il vetro del bicchiere
            mamma
            le onde delle vene
            hanno ancora il sapore dei tuoi vent'anni
            i lividi sembrano scomparsi
            mentre bevi questo fottuto goccio di vita
            e ti perdi nell'illusione del veleno.
            Torni la piccola principessa
            col mondo tra le unghie
            e il futuro nelle labbra di un poeta.
            È il vetro scheggiato
            mamma
            che ti plana nell'inferno
            e tremi come fumo di sigaretta
            mentre racconti sempre la stessa storia
            con la passione del tuo fiato spento
            ferita dal rantolo di un singhiozzo.
            Dentro il vetro del bicchiere
            mamma
            brucio la fiducia
            che tutto abbia un senso.
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              Scritta da: Silvana Stremiz

              Improvvisamente...

              Forse in un'altra vita ti ho incontrata
              Forse nei miei pensieri ti ho immaginata
              Forse nel mio cuore ti ho sempre tenuta...

              I tuoi silenzi mi fanno compagnia
              I tuoi sorrisi mi danno gioia di vivere
              le tue parole mi danno fiducia... emozioni... affetto...

              Senza troppi ma, se, però...
              ho spalancato le porte del mio cuore mostrandoti
              fin da subito il buoio che mi portavo dentro...

              Con te ogni giorno si cresce
              ogni giorno si è pronti a fare i conti con se stessi
              ogni giorno si affronta la vita con amore e decisione...

              Improvvisamente...
              Le nostre vite si sono incontrate per caso
              ed io ho scelto te... perché sapevo... immaginavo... speravo...
              tu fossi diversa da tutti... semplicemente speciale...

              Sei più di questo... sei più delle mie speranze...
              sei più dei miei pensieri...
              Sei quel sole che oggi padroneggia nel
              mio cuore rendendolo ricco e felice.
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                Scritta da: Silvana Stremiz

                Quanto piú puoi

                Farla non puoi, la vita,
                come vorresti? Almeno questo tenta
                quanto piú puoi: non la svilire troppo
                nell'assiduo contatto della gente,
                nell'assiduo gestire e nelle ciance.

                Non la svilire a furia di recarla
                cosí sovente in giro, e con l'esporla
                alla dissennatezza quotidiana
                di commerci e rapporti,
                sin che divenga una straniera uggiosa.
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