Poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz
Rimbalzano
I pensieri
Li sento
Ingarbugliarsi
Svolazzare
Come foglie morte

Svelta
Li rinchiudo
Dentro me

Non voglio
Che frughino
Nella mia mente
Nei miei ricordi
Nei miei scampoli di vita

Nessuno
Deve conoscere
Quei recinti spinati
Le zone pericolose
I miei artigli da selvaggia…

Non posso raccontare
D'amori virtuali
Immaginari
Di fantasie proibite
In cui mi rifugiavo
Per far battere un cuore
Ormai moribondo

Non posso sopportare
Che quello sguardo
Che oggi è d'amore
Diventi accusatore
Che quella mano
Pronta a sostenermi
Mi allontani

Di te
Alimento ogni sogno
E sopravvivo.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    Lentamente sale e riempie l'anima mia
    di una dolcezza struggente che toglie il respiro;
    sale il canto di chi vuole provare a volare
    lasciando al suolo l'involucro freddo
    di un'esistenza senza colore.
    Penso alla gioia del semplice gioire
    dello sguardo amico di chi ti vuol bene
    e lascio il fardello per riprendere il cammino
    con la leggerezza del vivere anni sereni,
    tenendomi stretta la mia veste buona.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      È tempo

      È tempo
      Di andare...
      Amare...
      Volare;

      è tempo
      di fuggire
      dalle cose impossibili
      e aprire nuove porte,
      nuovi sogni ci aspettano;

      è tempo
      di guardare avanti,
      non avere paura di niente,
      non scoraggiarsi
      e abbracciare il mondo
      senza illusioni,
      senza dubbi,
      senza chiedersi troppi perché;

      è tempo
      di ascoltare
      i propri sentimenti,
      ognuno è libero
      di esprimere i propri pensieri,

      Dio ha creato
      Menti diverse,

      siamo liberi!

      È tempo
      Di seguire il proprio cuore,
      le proprie emozioni
      senza ostacoli!

      La vita è nostra
      Nessuno può governarla!

      Seguiamo la nostra strada
      Senza fermarci!

      È tempo...

      È tempo di riflettere
      E di vedere oltre questa realtà!
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        Come tanto tempo fa
        c'è un grillo nella stanza,
        tu mi dicevi che portava fortuna...
        Ricordi nonno,
        nel campo di grano mi tenevi per mano
        e insieme guardavamo quella distesa di sole.
        Poi sono arrivati gli aerei,
        quegli aerei sopra di noi
        e la gente ha cominciato a scappare,
        a gridare.
        La campagna moriva,
        niente più alberi,
        niente più erba... nemmeno l'aria
        era più la stessa.
        Non ero che una bimba e non capivo,
        ti ero vicino, ma non potevo aiutarti.
        Caro nonno, volevo consolarti e farti coraggio,
        io non ti avrei mai lasciato solo,
        ma le cantine erano sempre più piene,
        stavamo uno addosso all'altro,
        togliendoci l'aria,
        rubandoci il pane...
        ... e quel Dio, che sembrava essersi dimenticato di noi.
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          Miei quarant'anni

          I miei quarant'anni...
          tra le mie mani di ragazzo.
          E voi non datemi un posto tra le vostre cronologie temporali...
          ho solo giocato con la farina se ho dei capelli bianchi...
          ho solo corrugato il viso per farti una smorfia...
          non è certo una ruga quella che vedi.
          I miei quarant'anni...
          spettinati in un maglione che mi fece mia madre...
          contati come soldatini...
          mangiucchiati... sputati...
          I miei quarant'anni ...
          che giocano coi tuoi seni ...
          che girano in tondo nella stanza
          ubriachi di dolore e di nostalgia...
          I mie quarant'anni...
          simili alle gocce che ora rigano i vetri...
          cosi tanti e cosi pochi...
          con la tua anima a decidere
          se ha diluviato...
          o se è stata solo pioggia sottile...
          quella che scende...
          senza far male.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            È l'alba, un nuovo giorno nasce
            porta con se gli incubi notturni...
            e... le dolci parole sussurrate

            porta anche me in questo nuovo giorno
            senza che io le avessi chiesto niente
            sarà un regalo o giusta punizione
            vivere ancora un giorno in questo "orrore"

            ed impotente vivo queste ore
            pensando a tutto ciò che non è stato
            alle promesse che mi sono fatto
            a quante infine... non ho mantenuto

            ed a te penso fanciullo sorridente
            che nella vita muovi i primi passi
            ti chiedo scusa per ciò che non ho fatto

            volevo prepararti... un... mondo migliore
            con tanta presunzione ci ho provato
            e solo quando guardo nei tuoi occhi
            mi dico bravo... si... ci sei riuscito.
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              È l'alba, un nuovo giorno nasce
              porta con se gli incubi notturni...
              e... le dolci parole sussurrate

              porta anche me in questo nuovo giorno
              senza che io le avessi chiesto niente
              sarà un regalo o giusta punizione
              vivere ancora un giorno in questo "orrore"

              ed impotente vivo queste ore
              pensando a tutto ciò che non è stato
              alle promesse che mi sono fatto
              a quante infine... non ho mantenuto

              ed a te penso fanciullo sorridente
              che nella vita muovi i primi passi
              ti chiedo scusa per ciò che non ho fatto

              volevo prepararti... un... mondo migliore
              con tanta presunzione ci ho provato
              e solo quando guardo nei tuoi occhi
              mi dico bravo... si... ci sei riuscito.
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                Scritta da: Silvana Stremiz
                S'aprono i sipari
                sulle ardenti giornate
                giocate
                dalle corse nevrotiche
                della gente
                illusa di tornare
                alla normalità.

                Quale normalità?
                Crediamo veramente
                che agitarsi e smaniare
                sia un vivere quotidiano?
                Crediamo davvero
                che tornando a casa
                possiamo essere sereni?

                Quante tossine accumuliamo
                durante le nostre giornate
                "serene" di stress?
                Quale felicità
                ha il colore del sangue?
                Guardando la nostra società
                sembra normale.

                Quesiti irrisolti…

                Con le parole
                tutti alzano i toni,
                non si rendono conto
                della vuotezza
                del loro essere.

                Parole accomunate
                alla pochezza
                che inneggia
                orde barbariche
                annunciando
                lo sgretolio del mondo
                delle idee.

                Forse è proprio così
                é una società barbara
                la nostra
                occultata dall'ombra di simboli,
                di parole vuote
                prive di realizzazioni.

                Esistono parole
                di azioni concrete
                almeno così ci pare –
                effigi della Società
                ad alti livelli
                con termini ridondanti
                che riempiono le bocche,
                di difficile comprensione…
                e di pronuncia
                per conferire un crescendo
                a questa inconsistente vita.

                Qui nasce il problema:
                vivere d'immagine.

                Abbiamo smarrito
                il senso della realtà
                già oggi
                tutti credono di conoscerne
                il significato
                ma nessuno osa pronunciarsi.

                Non aiuta a nessuno
                essere ciò che non si è,
                ma è più comodo.
                Possiamo nasconderci
                senza ascoltare
                la nostra coscienza.

                Termini come Etica e Morale
                diventano una favoletta per bambini.
                Si genera il pensiero
                d'inutilità pubblica:
                a concretizzare la nostra vita
                ci vuole ben altro.

                Ma cosa?
                nessuno mai
                lo ha ancora
                scoperto…

                Così nascono i mostri
                dentro di noi:
                il lato oscuro dell'uomo.

                Vien da rabbrividire
                quando si scorgono persone
                meravigliate
                nel leggere la cronaca nera.

                Ecco presentarsi
                innanzi ai loro occhi
                la cruda realtà
                della società in cui viviamo:
                dove vivono
                queste persone?

                Noi generiamo cultura
                tanto quanto la uccidiamo.

                Se qualcuno mi chiedesse
                di dar definizione
                del genere umano
                potrei solo dire:
                "è un'anima contraddittoria".

                È difficile comprendere
                il genere umano
                che è tanto attaccato alla vita
                al punto d'amarla
                tanto intensamente
                da compier la folle gesta
                d'interromperla bruscamente.

                Ovunque andiamo
                non tolleriamo
                i nostri simili
                eppur noi
                vogliamo essere tollerati.
                È questo che vuol dir tolleranza?

                Spero che non siamo confusi
                fino a codesta maniera!

                In ogni società
                si nascondono spiriti buoni.

                È una gioia
                accorgersi
                che potenzialmente
                siamo tutti buoni…
                quando siamo soli.

                Il dover apparire
                ad ogni costo
                ed in ogni situazione
                minimizza
                la nostra essenza
                fin quasi a farla scomparire.

                Se avessimo il coraggio
                d'essere introspettivi
                leggeremmo talune faccende
                che non ci piacerebbero affatto.

                Eppur siamo tutti criticoni,
                polemici e sentenziatori,
                se solo ne avessimo sentore
                credo che nessuno parlerebbe più.

                Abbiamo la malfatta abitudine
                di non pensare ciò che diciamo.
                Spesso la pensiamo
                credendo che pensare
                sia la prima cosa
                che ci viene in mente.

                C'era una volta…
                o forse non c'è mai stata
                quella volta
                che abbiamo creduto
                ad una favola realtà.

                Oh, una favola… che orrore!

                Il sol pensiero
                di vivere una favola
                ci spaventa.

                Non abbiamo più
                il gusto del bello:
                abbiamo deformato
                un intero sistema
                per eliminarne ogni traccia.

                Rompere un sistema
                non è un cedimento
                dell'esistenziale
                che annichila il decoro:
                ci facciamo usare
                da un sistema generato
                dal consumismo,
                da un credo
                che nasce in noi
                propulso dalla voglia
                di emergere
                da un mondo
                che ci calza
                un po' stretto.

                Il sistema generato
                porta a vantaggio
                una cerchia ristretta di persone
                che possono soggiogare
                una società intera
                strumentalizzandola
                creando stereotipi plasmabili.

                Così nascono le mode
                di varia natura e genere.

                Un mondo subdolo
                che fa di noi
                una massa informe
                monòtono.

                Non siamo noi
                a voler tutto questo?
                Allora perché
                sento tanti lamenti?
                Forse è meglio chiedersi
                chi sono
                questi "Noi"!

                Ci accorgeremmo
                che due anime
                vivono
                nello stesso corpo
                come fossero due persone
                sotto lo stesso tetto.

                Allor si pone
                un dilemma:
                e se esistessero
                due mondi paralleli
                per le nostre anime?
                Non è che per caso
                le abbiamo solo invertite?

                Questo nostro dilemma
                lasciamolo scorrere
                ripromettendo un'analisi
                in un altro tempo.

                Per ora rimane
                capire
                qual è
                il senso della realtà,
                e se mai
                l'accettiamo così
                come la reazione
                dei nostri comportamenti
                che l'ha generata.

                In questo opaco mondo
                c'è la possibilità
                di far risplendere i colori
                per la loro naturale bellezza
                se solo ci fermassimo
                un attimo a pensare
                scavando dentro di noi
                nel pozzo
                dei nostri desideri,
                dei nostri sogni.

                Vivere in una favola
                non è difficile
                basta uscire
                da un mondo
                che non senti tuo.

                Per necessità
                vivere marginalmente
                la società
                senza distaccarsene.

                Ai confini della realtà
                delle volte
                si è
                quando la si vive
                intensamente.

                Riscoprire l'Amore
                in tutte le sue forme…
                e colori.

                Riesumare la propria anima
                riaccendendo la passione
                ci farà scoprire
                un mondo apparentemente nuovo,
                ma che è sempre stato il nostro.

                La vita di società
                eticamente e Moralmente
                perfetta
                non esiste,
                ma esiste
                un'Etica morale
                e una Morale etica
                ai quali siamo inclini:
                fa parte della nostra natura.

                L'uomo è contraddittorio
                ma è pur sempre un'anima
                dal candore maculato:
                nessuno è perfetto!

                Dosare le informazioni,
                leggere fra le righe
                l'immagine che ci vogliono imporre
                traccerà il cammino
                di uomini liberi.
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