Molta follia è divino buon senso per chi sa vedere. Molto buon senso, completa la follia. Ma è la maggioranza che prevale, in questo come in tutto il resto. Acconsenti? Sei sano di mente. Obietti? Se pericoloso, e certo si farà bene a incatenarti subito.
E se dicessi che non aspetterò! E se forzassi il cancello di carne e passandolo corressi verso di te! E se limassi questo corpo mortale, vedessi dove duole - è sufficiente - e camminassi nella Libertà! Non potranno più prendermi, mai più! Chiamino pure le prigioni e implorino i fucili, insensati ormai per me, come il riso di appena un'ora fa, o i pizzi, o il circo, o chi è morto ieri.
Buongiorno, mezzanotte. Torno a casa. Il giorno si è stancato di me: come potevo io - di lui? Era bella la luce del sole. Stavo bene sotto i suoi raggi. Ma il mattino non mi ha voluta più, e così, buonanotte, giorno!
Posso guardare, vero, l'oriente che si tinge di rosso? Le colline hanno dei modi allora che dilatano il cuore.
Tu non sei così bella, mezzanotte. Io ho scelto il giorno. Ma, ti prego, prendi una bambina che lui ha mandato via.
Se più non fossi viva Quando verranno i pettirossi, Date a quello con la cravatta rossa Per ricordo una briciola. Se non potessi ringraziarvi Perché immersa nbel sonno, Sappiate che mi sforzo Con le mie labbra di granito!
Il mio secolo non mi fa paura, il mio secolo pieno di miserie e di crudeltà il mio secolo coraggioso e eroico. Non dirò mai che sono vissuto troppo presto o troppo tardi. Sono fiero di essere qui, con voi. Amo il mio secolo che muore e rinasce un secolo i cui ultimi giorni saranno belli: il mio secolo splenderà un giorno come i tuoi occhi.
Senza nessuna ragione qualcosa si rompe in me e mi chiude la gola Senza nessuna ragione sobbalzo ad un tratto lasciando a mezzo lo scritto senza nessuna ragione nella hall di un albergo sogno in piedi senza nessuna ragione l'albero sul marciapiede mi batte in fronte
senza nessuna ragione un lupo urla alla luna iroso infelice affamato senza nessuna ragione le stelle scendono a dondolarsi sull'altalena del giardino senza nessuna ragione vedo come sarò nella tomba senza nessuna ragione nebbia e sole nella mia testa senza nessuna ragione mi attacco al giorno che inizia come se non dovesse finire mai più e ogni volta sei tu che sali dalle acque.
Sei appena uscito di prigione e appena uscito ecco tua moglie incinta. La sera la prendi sottobraccio. Ve ne andate a passeggio per le strade del quartiere. Ha il ventre quasi fino al naso tua moglie. E il suo peso sacro lo porta con civetteria. Tu sei fiero e pieno di rispetto. Fa fresco, una freschezza come le mani di un bimbo infreddolito. I gatti del quartiere aspettano attorno alla macelleria. Al primo piano, la macellaia ricciuta, i grossi seni appoggiati sul davanzale, contempla il tramonto. In mezzo al cielo compare una stella, limpida e bella come un bicchier d'acqua. L'estate è durata a lungo quest'anno e se i gelsi sono ingialliti, i fichi sono ancora verdi. Refik, il tipografo, e la figlia più giovane di Jorghi, il lattaio, passeggiano su e giù, con le dita intrecciate. Karabè, il pizzicagnolo, ha già acceso le luci. Quest'armeno non ha dimenticato il massacro di suo padre tra le montagne curde. Ma a te, ti vuol bene. Anche tu non li puoi perdonare quelli che hanno messo questo marchio sulla fronte del popolo turco. I malati, i tisici del quartiere guardano da dietro i vetri. Il figlio di Nuriye, la lavandaia, disoccupato, ingobbito dalla tristezza, s'avvia verso la bettola. In casa di Rahmi si sente il radio-giornale. Hanno mandato 4500 ragazzi in un paese dell'Estremo Oriente per massacrare i loro fratelli, dal viso giallo lunare. Il tuo viso arrossisce di collera e di vergogna. Non sei obiettivo, no, al diavolo, ma triste di una tristezza tua propria, una tristezza con le mani e i piedi legati, come se fossi ancora in prigione, e giù in guardina sentissi i gendarmi battere i contadini . La notte è caduta. Il passeggio serale è terminato. Una jeep della polizia entra nella strada. Tua moglie sussurra: "andrà a casa? ".