Poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

Il Natale

Gesù, il Fedele, il Verace, è il Giudice
che prese a esprimere visibile
nel giorno del Santo Natale
l'inesprimibile misericordia del Padre:
prese a raggiar malvisto nel voltò sublime
la bellezza divina e materna compiendo:
e nuovo incanto di beltà pervase
con intimo fremito l'universo
fra linee terrene presagio di Cielo
per educarci lassù, al Paradiso;
ma prima ancora la Bontà rifulse,
accese d'esser buono il gran tormento,
accese d'esser buono un vasto incendio
che a somiglianza divina
cresce e arde per ogni cuore
in carità di Dio trasfigurato:
cura d'una vita monda,
sete d'innocenza,
anelito di vergine scienza,
e devota attenzione presso il Bimbo,
attenzione devota al Fanciullo
fatto emblema d'ogni cosa pura,
sciolto problema d'ogni vita piena;
e infine salvifico effetto
sopra l'intero creato
a salvare già qui tutto l'uomo,
ciò che è nato nel mondo perituro
e portarlo sicuro al giudizio;
Gesù il Fedele,
il solo punto fermo nel moto dei tempi, in sterminata serie di eventi:
il solo Santo che non manca mai,
che trascende dove ci comprende
e si fa dono 'in cima ai nostri guai
e pareggia la grazia coi perdono:
vero Dio trasumanante
e a Deità aperto vero Uomo:
Egli, il Fedele per sempre,
Maestro vivente di Fede,
egli che viene a Natale in peccato
per meritarci in maestà di gloria,
continuo avvento al termine segnato:
se non'invano passiamo il breve tempo
come luce del Figlio Incarnato,
come frutti di dolce consiglio,
impegno amoroso di vita,
di vita dei singolo unanime nel segno,
vita raggiunta infinita,
in beata circolazione
dove l'impeto ta porta
che ineffabilmente ovunque va non ritorna,
ma In desìo del Padre universalmente procede,
nel fulgore del fuoco
tutti insieme gloriando
quali figli di Dio,
alleluiando ai Padre,
al Tìglio e allo Spìrito Santo
che universalmente procede,
tutti insieme in gioco giocondo festando
quali in gaudio rapiti figli di Dio
nell'impeto che procede
su per la multanime fiamma
di fratelli nella Mamma Celeste,
i Fratelli di Gesù il Fedele.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    Of Death I try to think like this,
    The Well in which they lay us
    Is but the Likeness of the Brook
    That menaced not to slay us,
    But to invite by that Dismay
    Which is the Zest of sweetness
    To the same Flower Hesperian,
    Decoying but to greet us -
    I do remember when a Child
    With bolder Playmates straying
    To where a Brook that seemed a Sea
    Withheld us by it's roaring
    From just a Purple Flower beyond
    Until constrained to clutch it
    If Doom itself were the result,
    The boldest leaped, and clutched it.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Gira la trottola viva

      Gira la trottola viva
      sotto la sferza, mercé la sferza;
      lasciata a sé giace priva,
      stretta alla terra, odiando la terra;
      fin che giace guarda il suolo;
      ogni cosa è ferma,
      e invidia il moto, insidia l'ignoto;
      ma se poggia a un punto solo
      mentre va s'impernia,
      e scorge intorno vede d'intorno;
      il cerchio massimo è in alto
      se erige il capo, se regge il corpo;
      nell'aria tersa è in risalto
      se leva il corpo, se eleva il capo;
      gira - e il mondo variopinto
      fonde in sua bianchezza
      tutti i contorni, tutti i colori;
      gira, e il mondo disunito
      fascia in sua purezza
      con tutti i cuori per tutti i giorni;
      vive la trottola e gira,
      la sferza Iddio, la sferza è il tempo:
      così la trottola aspira
      dentro l'amore verso l'eterno.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Dall'immagine tesa

        Dall'immagine tesa
        vigilo l'istante
        con imminenza di attesa -
        e non aspetto nessuno:
        nell'ombra accesa
        spio il campanello
        che impercettibile spande
        un polline di suono -
        e non aspetto nessuno:
        fra quattro mura
        stupefatte di spazio
        più che un deserto
        non aspetto nessuno:
        ma deve venire,
        verrà, se resisto
        a sbocciare non visto,
        verrà d'improvviso,
        quando meno l'avverto:
        verrà quasi perdono
        di quanto fa morire,
        verrà a farmi certo
        del suo e mio tesoro,
        verrà come ristoro
        delle mie e sue pene,
        verrà, forse già viene
        il suo bisbiglio.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          I groped for him before I knew
          With solemn nameless need
          All other bounty sudden chaff
          For this foreshadowed Food
          Which others taste and spurn and sneer -
          Though I within suppose
          That consecrated it could be
          The only Food that grows.
          Vagheggiavo di lui prima di conoscerlo
          Con solenne innominato bisogno
          Ogni altro premio subito sminuito
          Da questo adombrato Cibo
          Che altri assaggiano e rifiutano e sprezzano -
          Sebbene intimamente io ritenga
          Che consacrato debba essere
          Come il solo Cibo che cresce.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            "Go tell it" - What a Message -
            To whom - is specified -
            Not murmur - not endearment -
            But simply - we obeyed -
            Obeyed - a Lure - a Longing?
            Oh Nature - none of this -
            To Law - said Sweet Thermopylae
            I give my dying Kiss.
            "Va' a dirlo" - Che Messaggio -
            A chi - è specificato -
            Niente mormorio - niente affetto -
            Ma semplicemente - obbedimmo -
            Obbedimmo - a Lusinga - a Brama?
            Oh Natura - nulla di ciò -
            Alla legge - dissero le Dolci Termopili
            Do il mio Bacio morente.
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