Scritto da: senzalegge
in Proverbi (Roma)
Disse er merlo ar tordo "sentirai er botto si nun sei sordo" "e tu merla gentile, quando andrai all'edera lo dovrai morire" rispose er tordo.
Ognuno si faccia gli affari propri.
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Disse er merlo ar tordo "sentirai er botto si nun sei sordo" "e tu merla gentile, quando andrai all'edera lo dovrai morire" rispose er tordo.
Ognuno si faccia gli affari propri.
Quanno te dice male mozzicheno pure 'e pecore.
L'abilità del buon asino premia, tra altri fardelli, soffrir più soma.
Quannu c'è "u dammi e te" l'amicizia sempri c'è.
Quando esiste "il ricevere e il donare" l'amicizia esisterà sempre.
A lavorà la mano monca, a magnà e beve ganassa franca.
Se er vino nu lo reggi, l'uva magnatela a chicchi.
Quer che nù strozza ngrassa.
Quello che non ammazza ingrassa.
Voja de kavorà ssàrtene addosso, viemme a trovà domà cche oggi nun posso.
Voglia di lavorare saltami addosso, vienimi a trovare domani che oggi non posso.
Che nu' lavora va in malora, chi lavora pure ce va; dunqu'è mejo a nù lavorà.
Chi non lavora va in rovina, chi lavora ci va ugualmente; dunque è meglio non lavorare.
Ogni mosca va ssempr'addosso a li cavalli magri.
Ogni mosca va addosso ai cavalli magri.