A fija de vorpe, nu'je s'insegna la tana.
Alla figlia della volpe non s'insegna la tana.
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Proverbi romaneschi
Piagne lo pecoraro quanno fiocca. Nun piagne quanno magna la ricotta.
Piange il pastore quando nevica, ma non quando mangia la ricotta.
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Lassa perde la serva, si poi arivà a la padrona.
Lascia perdere la domestica, se puoi arrivare alla padrona.
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Na donna struita, è peggio de na minestra salata.
Una donna colta, è peggio di una minestra salata.
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Er core de le donne è fatto a limoncello, ù spicchio a questo e a quello.
Il cuore della donna è come un limone: uno spicchio a questo e uno a quello.
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San Pietro se féce prima la barba ppe sé, e ppoi disse ch'er rasore nun tajava.
San Pietro si fece prima la barba e poi disse che il rasoio non tagliava.
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Roma è santa, ma er su popolo boja.
Roma è santa, ma il popolo è boia.
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Scritto da: Elisabetta
in Proverbi (Roma)
Nun è villano chi a la villa nasce, ma è villano chi de villania se pasce.
Non è un approfittatore chi ricco nasce, me è approfittatore chi specula sugli altri.
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Scritto da: Elisabetta
in Proverbi (Roma)
Restà a dentino.
Restare a bocca asciutta.
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Scritto da: Elisabetta
in Proverbi (Roma)
Padre, è cresciuto un frate. Brodo lungo e seguitate.
Famiglia numerosa a cui s'è aggiunto un altro figlio.
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