Giuro di dire la Verità
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"Pazzo? Così mi han chiamato?"
Intonai delirando.
"Fantastico!"
Gridai mentre correvo nella notte uggiosa.
"Adesso che son riuscito a scappare chi è il pazzo? E? ridicoli figli di
puttana! Bwabwabwa, finalmente son di nuovo libero, lontano da
quell'ospedale di merda".
Questa volta lo dissi con tono normale a eccezione della risata, quella fu semplicemente fastidiosa. Persino per me.
Continuai a correre.
Correre e correre.
Sapevo di non poter tornare in quel posto, gli ospedali non son altro che prigioni in cui i reclusi non hanno neanche i diritti che vengon concessi agli assassini.
Il valore di me, carcerato, era inferiore a quello degli scarafaggi che abitavano sotto il mio letto.
Non siam altro che sterco, fastidioso e accumulativo sterco che non vuol darsi la decenza di crepare.
Ma finalmente son uscito dal cerchio, non sarò più un matto, con la fuga mi creerò un nuovo nome, una nuova vita.
"Sentito figli di troia? (Canzonandoli) Vi ho fregati, fregati tutti, ora chi è l'incapace? Chi l'idiota?"
Così mi chiamavano, idiota, solo perché non avevo interesse a passar il mio tempo e le mie preziose parole, dono del fato, con loro.
Con loro sciocchi e bavosi umili ominidi.
Nient'altro che purulenti disgustose zecche.
"Ecco, siete piattole, come ... [segue »]
Composto sabato 9 gennaio 2010
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