Scritto da: ametista

Fuori scena


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...non funzionavano ormai da anni, altre invece bastava solo caricarle per poter risentire lo stesso ticchettio che con cadenza fissa ricorda a chi lo ascolta il fluire del tempo. Ma a questo punto che senso aveva sentire nelle orecchie il tic tac di una orologio, quando sai che per te lo scorrere di un minuto, di un ora, di un giorno non ha più importanza? In fondo le bastava la luce del sole a dirle che un nuovo giorno si affacciava nella sua vita e il suo scomparire per capire che era passato, accumulandosi a tutti gli altri. Quanti ormai si erano ammucchiati l'uno sull'altro, trasformandosi in anni, in tanti anni, che avevano formato una vita, la sua vita. Guardando nuovamente quella strana collezione di sveglie si soffermò sulla più piccola. Era molto originale, di plastica colorata con tanti piccoli fiori. L'aveva acquistata quand'era molto giovane ed era appena stata assunta. Il motivo ufficiale era per non fare tardi al lavoro, quello meno ufficiale era il commesso del negozio in cui l'aveva comprata. Che strano, ricordava in maniera vivida l'episodio, mentre la fisionomia del ragazzo era offuscata, come se il viso del giovane fosse avvolto in una nebbia e in ... [segue »]
Composto giovedì 30 ottobre 2008

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