Fuori scena
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Il sole anche quella mattina filtrò attraverso le tapparelle. Come ogni sera, queste non venivano mai abbassate completamente così da permettere ai timidi raggi del sole di penetrare nella piccola camera da letto ed illuminarla, facendola svegliare dolcemente. Lei non aveva mai amato le sveglie. Ricordava di averne acquistate a decine, cercando sempre una suoneria gradevole che non interrompesse bruscamente i suoi sogni, catapultandola dal mondo dell'infinito, dove tutto era possibile, al mondo reale dove tutto quello che stava sognando si infrangeva come un bicchiere di cristallo gettato a terra. Ma tutto questo faceva parte di un tempo passato e le sveglie, oramai, erano tutte quante in bella fila su di una mensola in quella piccola stanza. Sembrava una collezione, fatta molto malvolentieri a suo tempo, ma che adesso, guardandola con occhi più sereni, le ricordavano solo un periodo lontano della sua vita. Anche loro, come lei, avevano fatto il loro dovere, pensò tristemente e adesso sono lì malinconicamente ferme, ognuna con le lancette a segnare un'ora diversa di un tempo indefinito, che non esiste, ore e minuti di un giorno e di una notte di non si sà di quale mese o anno. Alcune di loro sapeva benissimo che ... [segue »]
Composto giovedì 30 ottobre 2008
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