Le scarpine blu
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...sentiero modificando raramente il percorso serale. Le uscite notturne variavano però a seconda delle stagioni anche perché oltre il bosco, verso sud, poteva capitare che alcune cascine fossero abitate e allora osare un po' di più significava aumentare le probabilità di trovare dei resti di cucina, magari lasciati lì appositamente per lei.
Così quella sera, una volta arrivata al Bivio del Brocco, preferì scendere lungo il ruscelletto che sommessamente recita la sua continua preghiera fatta di gorgoglii, sciacquii e pause sgocciolate. Era comunque una zona che Renata conosceva abbastanza bene perché l'aveva ripetutamente esplorata con sua mamma nel periodo in cui seguiva, non sempre con disciplina, le lezioni giornaliere di sopravvivenza.
Aveva dunque cominciato ad accompagnare il corso d'acqua che percorreva tutto il bosco, aprendosi la strada tra tronchi di abeti, sassi, massi e piccole radure ricoperte da cespi di erba alta. Ad un tratto, prima ancora di terminare la discesa, notò con la coda dell'occhio qualcosa di colorato che si trovava, seminascosto, sotto una grossa pietra, alla base di un vecchio abete.
"Strano, molto strano..." pensò Renata che, mossa da una curiosità irrefrenabile, si avvicinò alla piccola grotta naturale, anche perché il buio stava per prendere il sopravvento ... [segue »]
Composto nel 2006
dal libro "Il fruscio dell'ora" di Norberto Lafferma
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