Ugo il tarlo
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Ugo il tarlo si era insediato da tempo immemorabile nel salone principale della biblioteca comunale. Ogni notte faceva indigestione del legno pregiato degli scaffali producendo un caratteristico ticchettio. Poi, quando era sazio, andava a dare una sbirciatina alla carta stampata e, data la sua dimestichezza con i libri, si vantava di possedere una cultura immensa.
Era da poco passata la mezzanotte, quando il nostro amico Ugo fu accecato da una luce improvvisa.
-Aiuto! C'è un ladro! Chiamate il 118! No, il 113! Uffa! Chiamate qualcuno!
-Ma che ladro e ladro! - lo apostrofò sprezzante un volume dell'enciclopedia universale Treccani - Non è la torcia di un ladro! È semplicemente un lampo! Hai proprio una grande cultura!
Ugo si ricordò con rammarico che, ahimè, si era tenuto un po' troppo lontano dai testi scientifici, preferendo romanzi d'amore e d'avventura.
Gli bruciava tremendamente di essere stato colto in fallo e, per la vergogna, smise di ticchettare.
Nel salone principale della biblioteca piombò allora il silenzio più totale, ma per poco.
Un leggero sussurrio quasi impercettibile ad orecchio umano si levò dagli scaffali.
I libri della biblioteca, tutti in piedi, allineati e messi rigorosamente in ordine sui ripiani, si lamentavano della loro condizione di reclusi: ... [segue »]
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