Sull'uscio
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È nel momento esatto in cui apro lentamente la porta che il mio cuore avverte come una sensazione di vuoto improvviso e angoscioso. Tra qualche istante sarò fuori da quella stanza ed io, già lo so, scoprirò il peso doloroso della tua assenza. Le lancette del mio orologio urlano l'urgenza di andare ma il mio cuore implora ancora un istante di estasi.
In piedi, sull'uscio, la porta già socchiusa, mi volto a guardarti.
Sei distesa su un fianco, sul letto disfatto; la gamba destra piegata ad angolo retto; la testa poggiata sul braccio sinistro, disteso in lunghezza; il volto nascosto dall'altro braccio, ripiegato come a difender dalla luce i tuoi occhi. La linea perfetta della tua schiena è come una strada che conduce al piacere e che esaurisce il suo cammino nella soda opulenza della magica sfera che i tuoi glutei disegnano. Intravedo più in là, poco sopra, nel tuo petto, altra sfere perfette, altre magie dal potere ipnotico e magnetico.
Non riesce a coprirti del tutto il lenzuolo che, in tal modo, sembra far da cornice al tuo corpo. Corpo che si offre al mio sguardo come opera d'arte d'inconsueta eleganza, armonia perfetta di equilibrio e proporzione, attrattiva di ... [segue »]
Composto martedì 30 giugno 2009
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