Stanza 32
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...Leo, la faccia era totalmente conficcata tra le braccia e le ginocchia e Leo non poté nemmeno scorgere il suo viso, un immagine che gli faceva compagnia da almeno tre anni.
Leo conosceva ogni particolare di quei contorni. I lineamenti erano così scolpiti nella sua mente che un giorno pensò che se tutto questo dovesse finire, lui non avrebbe mai dimenticato quel sorriso e quegli occhi né tanto meno i capelli biondi aggrottati come a volte era il suo umore.
Lara aveva ventiquattro anni a quel tempo, giovane si, ma abbastanza logorata dalla vita. Un paio di storie fallite, un padre che non c'era mai e una madre sola e confusa che continuava a dire che amava il marito, ma ormai non ci credeva più neanche lei. E c'era pure Ugo, un fratello più grande di lei, ma non riusciva a fare da padre a Lara perché anche lui era stato devastato dalla vita; costretto a stare in una sedia a rotelle per una malattia alle ossa di cui non si conobbe mai la causa.
Lara e Leo quella sera, nella stanza 32, mentre fuori l'afa d'agosto portava con sé gli ultimi bagliori di una città che si spegne, si ... [segue »]
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