L'eco che non c'è
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...vibrare le corde dell'anima d'una melodia silenziosa seppur calda. Andai avanti nel racconto e mi resi conto che anche lei era stata nella stessa stanza in cui ora io sedevo sopra scatoloni pieni di ricordi strappati a vite stressate. E provai a immaginarmi il suo volto, ciò che anche lei aveva provato entrandovi. Mi chiesi quanti anni avesse ora, cosa l'aveva portata a dimenticare lì quel prezioso oggetto che raccoglieva sinteticamente la sua adolescenza. Ebbene, trovai la spiegazione a ogni mia domanda. Una foto catturò la mia attenzione: quei capelli, quella delicate e soffici labbra, quella vecchia maglia apparteneva a qualcuno che conoscevo. E tutto allora fu più chiaro: tutto era stato predestinato. Quasi mi meravigliai di quanto fossero state veggenti le sue prescrizioni. Voltai l'ultima pagina e piansi fino all'ultima parola di quella così intrigata vita che avrei dovuto conoscere già a memoria. Eppure mai mi aveva raccontato quell'esperienza, quel primo amore che le aveva ucciso ogni sogno e l'aveva costretta ad allontanarsi dalla sua tana preferita. Quell'ulivo incastrato tra le pietre in cui ella si nascondeva in piena estate per trovare un po' di serenità. Proprio là sotto aveva dato il suo primo bacio a un lui che ... [segue »]
Composto mercoledì 27 aprile 2011
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