Scritto da: Sara C.

L'eco che non c'è


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...non s'era mai interessato della sua emotività. Le lacrime ora rigavano il mio volto già corroso da quella serata passata senza chiuder occhio. Rilessi le ultime parole e non potei non rimanere spiazzata.
"Cara nipotina mia, non so perché ma son convinta che un giorno tu leggerai queste mie parole e forse ti chiederai come sia stato imprevedibile il fato. Come ha legato con un sottile filo le nostre vite e le ha ricondotte proprio in questa stanza. Come la mia esperienza sia similare alla tua. Come la penna ci avvicini e il tempo ci allontani. Ho pregato tua madre di mandarti qui, proprio in questo hotel un po' squallido e abbandonato a se stesso, dove la tua cara nonna s'è fatta rubare di nuovo il cuore da quello stupido ragazzo. Sai è ritornato ed io non ho saputo dirgli di no. Poi mi ci son sposata e è persino nata tua madre. Non odiarlo per quell'abbandono; io non l'ho mai fatto. Anzi l'ho ringraziato centomila volte d'averlo fatto. Eravamo così piccoli che non potevamo non essere condizionati dal volere della società. Tuo nonno era ricco e bello, e la stanza 102 ci ha uniti per sempre. Avevo paura e ... [segue »]
Composto mercoledì 27 aprile 2011

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