Romanzo trasteverino
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...filippino. Ma io vedo solo il vuoto, che è quello che resta nella vita dopo aver visto tutto. Davanti a me si siede Giancarlo. Fuma il sigaro, nonostante dietro a lui sia affisso un manifesto che vieta di fumare dentro il bar. "Non ti offendi se ti dico che hai l'aria di un funzionario dei servizi cimiteriali. Di quelli che riscuotono i pagamenti per i loculi". "Non mi offendo mai quando mi dicono la verità" sospiro. "Ieri sera sono andato a cena con Fiorella da Bucatino, quel ristorante che sta a via della Robbia a Testaccio e ho visto Gigliola, in compagnia di un uomo molto più giovane di lei" dice Giancarlo "Sai per caso chi è?" "Si chiama Sergio. Una trentina d'anni. Un atleta dall'espressione dura, di quelli che fanno impazzire le donne. Le ha tutte ai suoi piedi, perché al giorno d'oggi le donne non hanno buon gusto. Oppure vanno in cerca di novità, perché sono diventate come gli uomini. Comunque ho la certezza che non si farà mai Gigliola". Giancarlo socchiude gli occhi. Quegli occhi non sono più normali. Sono piccoli, duri, sono gli occhi del vecchio serpente. "Invece se l'è fatta" dice con un filo di ... [segue »]
Composto venerdì 10 maggio 2013
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