Scritto da: Andrea Bidin

Estenuante percettività


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...storia proseguiva, tra delitti, eventi rilevanti e personaggi che man mano venivano a mancare. Solo il protagonista rimaneva in vita, e tutto questo avrebbe portato ad una conclusione solitaria della vicenda. Lo sapevo, ma non riuscivo ancora ad immaginarmela. Non avevo idea di cosa avrei scritto cinque minuti dopo. Eppure non mi fermavo.
Passarono i minuti, mia moglie uscì per andare a fare un po' di spesa, la pioggia aumentò ancora d'intensità: me ne accorsi in quanto la finestra sbattè violentemente a causa della corrente. Mi alzai per andarla a chiudere e nel frattempo cercai di mantenere dentro me quel sentimento che non mi stava fortunatamente abbandonando. La minima distrazione avrebbe potuto farmi perdere il filo di un discorso che non esisteva dentro me, ma che stava entrando in quel foglio elettronico senza indugi. Tornai a sedermi alla scrivania e ripresi a scrivere, mancava solo la conclusione della mia storia e non dovevo assolutamente mollare. Ero davvero stanco, fisicamente e soprattutto mentalmente, ma non potevo permettermi rallentamenti.
Scrissi con una certa emozione l'evento che andava praticamente a concludere la storia, la morte del migliore amico del protagonista e la successiva impotenza di quest'ultimo nel vendicarsi dell'accaduto. Si ritrovò a dover ... [segue »]
Composto martedì 14 settembre 2010

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