Un amore impossibile, o quasi
Capitolo: 15Scegli la pagina:
La spiaggia era cosparsa di piccoli rifiuti, aspettava qualcuno che la avrebbe ripulito e la avrebbe preparato per un nuovo giorno. Erano le sette e mezzo di una domenica speranzosa di sole, quando mi apprestai a calpestare le orme lasciate il sabato sera da gruppi di giovani ragazzi.
Osservavo la spiaggia deserta ed ammiravo le linee sfuocate della costa. La battigia era come una lavagna cancellata, ma portava ancora i segni delle parole scritte da qualcuno. Si. In quel caso erano le parole del mare che ad ogni onda affievoliva la sua forza e lasciava dei messaggi.
Una bottiglia di plastica, annerita e consumata dal tempo, depositata proprio lì sulla battigia, mi faceva ascoltare il messaggio di un mare stanco e pieno dei nostri rifiuti.
Mi ero seduto in modo da farmi accarezzare, con il suo moto, le punte dei piedi.
Il mare con dispetto e con fare subdolo fra un'onda e l'altra m'inondò della sua schiuma fredda e salmastra. Era come se volesse giocare. È come quando giochiamo con il proprio cagnolino.
Ma lui (esso) non è una bestiolina.
In quel momento ricordai quanto fu pericoloso giocare con qualcosa più grande di noi. Il mare, con il quale più ... [segue »]
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